Una pregevole pubblicazione del prof. Bocchetti sul suo magistero educativo.
Michele Traficante
“Dov’è ten vai o Mariettina; dov’è ten vai o Mariettina; dov’è ten vai o Mariettina, stamattina in mezzo al prà”.
Così ricordiamo, personalmente, la maestra suor Francesca Semporini nella sua aula, seduta su un banco di fronte alle sue alunne, mentre insegnava loro una canzoncina montanara della sua terra.
Così ricordiamo, personalmente, la maestra suor Francesca Semporini nella sua aula, seduta su un banco di fronte alle sue alunne, mentre insegnava loro una canzoncina montanara della sua terra.
Madre Francesca Semporini, al secolo Luigina Semporini, insegnante di scuola elementare nata a Lovere ( Bergamo) l’8 marzo 1915 da modesti genitori, ha profuso le sue impareggiabili doti di educatrice per circa venti anni nelle scuole elementari di Atella prima e di Rionero in Vulture poi a favore degli alunni per lo più svantaggiati.
Era giunta nella cittadina del Vulture, con altre quattro sue conoscenti, nel 1947 su invito di don Achille Fosco ( poi rientrato, nel 1953, nell’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali), un sacerdote abruzzese, vero apostolo di carità, sceso in Lucania l’anno prima in seguito all’appello lanciato da papa Pio XII per la salvezza dei fanciulli, per dare vita ad un’istituzione di assistenza materiale e morale in favore dei poveri e degli orfani in particolare. Si era nell’immediato dopoguerra e la miseria morale e materiale nel Paese era enorme.
Dall’incontro fecondo di quelle due anime, votate al bene delle anime e della glorificazione di Dio, sono scaturite numerose opere in favore dei poveri, dell’infanzia abbandonata, degli anziani soli e bisognosi di assistenza. Fra queste la benemerita Congregazione delle “Sorelle Misericordiose”, di cui suor Francesca Semporini, cofondatrice con don Achille Fosco e Madre Generale fino alla sua morte avvenuta nella Casa di Betania di Sale Marasino (BS) il 14 agosto 1972, è stata l’anima ed il motore pulsante nel dispiegarsi, nel corso degli anni, di tante opere di carità e di assistenza, oltre che di evangelizzazione. Infatti, il seme di amore e di carità gettato dal carisma di Madre Francesca è volato anche lontano, nelle Filippine ove, a Manila, è sorta da anni una missione e in Africa ( Tanzania, ove, nella diocesi di Dodoma opera una missione delle “Sorelle Misericordiose” ). Qui, grazie all’opera instancabile delle suore dell’Istituto “Mater Misericordiae” e all’esempio della Madre fondatrice che “si è fatta tutta per tutti”, prendono vita nuove conquiste spirituali e fioriscono nuove vocazioni a gloria di Dio e a sostegno delle anime bisognose; anche perché, come diceva Madre Francesca “ Dove si apre una casa, lì si apre un tabernacolo”.
Di Madre Francesca e della sua Congregazione religiosa, delle numerose e lodevoli opere caritatevoli e spirituali, si è già molto detto e scritto. Meno si è evidenziato, invece, del magistero educativo della “suora maestra”. A colmare tale lacuna è stato recentemente pubblicato un interessante lavoro curato dal prof. Matteo Alfredo Bocchetti, dirigente scolastico di Rionero da appena un anno in pensione. “ Suor Francesca Semporini, maestra”, questo il titolo del volume del prof. Bocchetti, pubblicato per i tipi dell’Editrice “San Paolo” ( Cuneo), che si avvale della presentazione di S.E. mons. Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi-Ostuni e della prefazione di S.E. Padre Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi, Rapolla, Venosa.
Sulla scorta di una copiosa documentazione scolastica della Semporini (fascicoli personali, registi di classe, programmazioni annuali, cronache di vita scolastica, relazioni di direttori didattici e testimonianze varie ecc.), esistente presso l’archivio storico della Direzione didattica di Rionero in Vulture, il prof. Bocchetti traccia un profilo umano e professionale della suora maestra di grande interesse in cui rifulge la sua eccezionale azione didattica e pedagogica. Infatti, madre Francesca, come ha scritto mons. Talucci nella presentazione “Riteneva le alunne ”persone care”, affidate a lei dalla Provvidenza, e a loro doveva tutto il suo affetto, principio e fondamento dell’opera educativa”. Una maestra esemplare, dunque, “una docente di alto profilo professionale e di forte acume pedagogico, didattico e metodologico”, come la definisce mons. Gianfranco Todisco nella premessa al volume.
Certo, l’esperienza educativa di madre Francesca, diplomatasi nel 1936 e consumata in scuole rurali della sua terra, non è stata semplice ma irta di difficoltà e soprattutto d’incomprensioni. “ La scuola mi riesce oltremodo faticosa a causa dell’insubordinazione degli alunni e della loro nulla applicazione”, scrive la Semporini. Ma certamente ciò non fa demordere la brava maestra, sostenuta dalla fiducia in Dio e dalla solida preparazione didattica e pedagogica, nel conseguire gli obiettivi prefissati. “ Se non si lavorasse per fine superiore e per l’amore grande che si porta alla scuola e al proprio dovere, cadrebbero le braccia”, dice ad un certo punto.
Nel 1947-48 la maestra suor Francesca Semporini, scesa in Lucania, insegna nelle scuole elementari di Atella e nel 1948 viene a Rionero ove dal 1949 insegna fino al 1966.
Negli anni scolastici 1961-62 e 1963-64 madre Semporini insegna in classi differenziali ( soppresse poi con legge del 1971) con 27 alunni disabili, di cui, nel secondo anno, ben 14 ripetenti, da lei definiti ”diseredati da Madre Natura”, mettendo in atto strategie didattiche e metodologiche veramente innovative, ad incominciare dall’insegnamento individualizzato. “ Devo armarmi di santa pazienza e, con l’aiuto di Dio, cercare di giovare loro per renderli migliori”. Questo il suo credo pedagogico e la stella polare del suo insegnamento. Un vero esperimento didattico che supera la prassi comune d’insegnamento allora in uso ed anticipa ciò che verrà in seguito fatto proprio della nuove indicazioni pedagogiche. Ciò è possibile grazie alla solida cultura pedagogica e all’acume psicologico della maestra Semporini, formatasi sulla conoscenza e lo studio dei maggiori pedagogisti e educatori in particolare d’ispirazione spiritualistica del tempo ( De Sanctis, Gabelli, Motessori, Agazzi, Roussou, Maritain, Hassein, Popper, don Milani ecc.) Il lavoro arduo e faticoso non scoraggia la maestra Semporini che può affermare con convinzione.”. Ho lavorato con struggente desiderio di giovare loro”. Il suo modo di essere – sostiene Bocchetti – è sempre guidato dal grande desiderio di aiutare i deboli in un contesto scolastico nel quale dominano ben altre logiche:il principio sociale, l’abbandono degli sfortunati”. In altri termini si tratta della “scuola classista, che mira a curare i migliori trascurando i più che provengono da ambienti disagiati, modesti e umili e presentano problemi” Questo contesto scolastico discriminante fra “i figli r’ tat’” e “i figli di papà” è particolarmente evidenziato ( e stimgattizzato ) dal prof. Bocchetti ( anche lui, come noi, “figlio r’ tat) , dove la fase di selezione a monte degli alunni era generalmente praticata dagli stessi maestri nell’accaparrarsi i figli di papà e dai genitori che “sceglievano” per i loro figli i maestri ritenuti più “bravi”. Una prassi consolidata, forse tollerata, se non
proprio favorita, dalla dirigenza scolastica. Senza parlare delle famose “primine” che permettevano ai bambini “fortunati” di frequentare la prima classe della scuola pubblica pur non avendo ancora raggiunta l’età dei sei anni.
Da questo contesto scolastico, in essere forse non solo a Rionero in Vulture, rifulge la figura di educatrice illuminata dell’insegnante madre Semporini che mai si rifiutava, non si ribellava e accettava volentieri e con gioia tutti, particolarmente i più svantaggiati. “Questi, diceva, sono la mia passione, con l’aiuto di Dio voglio a costo di qualunque sacrificio, escogitando tutti i mezzi che il cuore e la mente mi suggeriscono, riuscire a portarli alla normalità”. E così dava il meglio di se stessa nell’opera educativa, di elevazione morale e culturale.
Il volume è stato presentato nei giorni scorsi presso il salone dell’Istituto “Mater Misericordie”, alla presenza di un numeroso ed attento pubblico, fra cui molte ex alunne della maestra Semporini e tanti insegnati, col patrocinio del comune di Rionero in Vulture e la collaborazione della benemerita Associazione Collaboratori Misericordiosi e dello stesso Istituto “Mater Misericordiae”. Presente anche, con le altre consorelle Misericordiose, madre Lucia Burlotti, l’unica delle “signorine” scese in Lucania con l’insegnante Francesca Semporini nel lontano 1947, ancora vivente e memoria storica della Congregazione religiosa.
Nel corso della presentazione del volume, coordinata dal giornalista Edmondo Soave della RAI di Basilicata, dopo un applaudito intervento musicale della corale “Vox Matrix” diretto dall’ins. Carmela Sarli, la Superiore Generale delle “Sorelle Misericordiose” Madre Valeria Dema ha tracciato un beve ma commosso profilo di Madre Semporini, mentre il sindaco di Rionero Antonio Placido ha sottolineato il valore “democratico” del magistero della suora maestra. S.E. mons. Gianfranco Todisco, vescovo diocesano, ha posto l’accento sul ruolo insostituibile dell’educazione per la formazione del cristiano e del cittadino di domani. Ha fatto seguito l’ampia e dotta relazione del gesuita padre Vito Orlando, docente all’Università Pontificia Salesiana, che ha evidenziato l’impareggiabile iter dell’opera educativa della maestra madre Francesca Semporini, così efficacemente tratteggiato in questo pregevole volume.
Un volume che, a nostro giudizio, merita di andare in mano soprattutto ai docenti oltre che alle famiglie perché se ne possano trarre spunti di riflessione e di utile insegnamento.
Michele Traficante
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