Michele Coppola è un artista atipico, nel senso che lancia messaggi ancestrali, consapevole di una ricerca che si appropria di sentimento mitologico e di gusto estetico. Le sue radici sono sulla Penisola Sorrentina, luogo di amenità estetiche quanto arcaiche, ma la sua biografia è un andare per Miti, alla ricerca di lidi e di spazi interiori.
L’approdo ideale e metafisico è da tempo Firenze, con i suoi profili urbani e di arte fortificanti, luogo elettivo di talenti di arte e di pensiero. Seguiamo una sua mostra davvero originale, in un palazzo storico che profuma secoli di splendore, è Palazzo Guicciardini, con l’Accademia Internazionale Medicea, cui Coppola è Rettore.Nel suo profondo umanesimo alberga una convinzione ecumenica dell'arte, laddove viene ispirata dall'uomo pensante di millenni addietro, e che i suoi simbolismi cromatici traducono in esperienza innovativa e talvolta di avanguardia: l'arte in fondo attiene a tutto questo, un continuo peregrinare fra sentimenti comuni e individuale ricerca delle radici.
In Coppola il vento caldo della filosofia classica soffia dentro i propri labirinti, fra oriente e mediterraneo, fra Magna Grecia e Rinascimento. La simbiosi si fa plastica espressione di linee e cromatismi, e non di meno evanescente racconto del Mito. Persegue una tesi concettuale per cui (con Natalino Irti) “il destino dell'uomo non è di starsene quieto in una serenità senza fine, protetto in un ordine senza tramonto, riposante in uno scorrere di ore senza tempeste. Ma di vivere fra lotte di idee e urto di sentimenti, con passione lucida e operosa.” Le opere di Michele Coppola raccontano di viaggi e presenze sentimentali, fra filosofia e mitologia. Noi siamo il nostro vissuto, è quanto che si riflette nei protagonisti della classicità: Odisseo e Atena, Hermes e Alcione. Il nostro futuro sta anche nelle linee irregolari e plastiche che fondono la storia con i suoi protagonisti, viaggiatori senza tempo né meta.
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