E’ un film di coscienza civile, questo film del giovane spagnolo Marcel Bareno, da poco uscito nelle sale. Inserito nella recente rassegna venosina del Cinema Lovaglio, il film, scritto con Danielle Schleif, è interpretato con efficacia da Eduard Fernández, Dani Rovira, Anna Castillo, Sergi López, che conferiscono una equanime resa narrativa alla storia vera cui trae spunto. La regia ci scaraventa in mare aperto, nel respiro affannoso dei profughi siriani sull'isola greca di Lesbo. La tragedia di questi anni delle migliaia di annegamenti specie di bambini e di mamme, è narrata con una regia misurata e una intensa naturalezza, che pone lo spettatore nella giusta soggettiva. L'immagine del piccolo Alan Kurdi riverso sulla battigia con il viso sulla sabbia e senza vita, con il suo maglioncino rosso, aveva commosso il mondo, in quel settembre del 2015: teatro di orrore era la spiaggia greca di Kos, che di fronte guarda – a pochi chilometri di mare - quella turca di Bodrum, attraversata da scafisti senza scrupoli che trasportano e buttano in mare migliaia di profughi in fuga dalle guerre. E’ proprio quella immagine a rappresentare il motore d'avvio del film di Barrena, la stessa che ha spinto un gruppo di bagnini guidati da un ostinato Oscar Camps, dalle spiagge della Catalogna fino alle isole della mitologia greca, Lesbo, Kos, a salvare vite umane in cerca di speranza contro le guerre. Nei titoli di coda apprendiamo che, senza alcuna retorica e men che mai di inutili trionfalismi, negli anni seguenti quella estate tragica, Oscar Camps e i suoi colleghi bañeros hanno salvato dal mare sessantamila vite, altrimenti inghiottite dalle onde. Una storia vera, dunque, che il Cinema, con il suo pathos e la potenza delle immagini, sa penetrare più a fondo di una pur rilevante inchiesta. Il cinema italiano si è con dovizia interrogato su tali tragedie, già con Terraferma portato da Emanuele Crialese a Venezia nel 2011 - anche qui stride il contrasto straziante fra le spiagge affollate di turisti con gli arrivi ​ di profughi disperati - e quindi Gianfranco Rosi con Fuocammare che vinse l'Orso d'oro a Berlino nel 2016. Una tragedia umanitaria, quella dei profughi, che spinge a riflettere e ad interrogarsi sulla disciplina spesso contraddittoria dei flussi migratori, della vendita delle armi cui l'Europa non è esente, è sul principio dei vasi comunicanti applicato alla Storia. Intanto, la cronaca quotidiana continua a raccontare di emergenza umanitaria e di bambini e mamme sotto le bombe di una follia che ci ostiniamo a chiamare guerra, ma che sullo sfondo ha il suono antico di tragedia greca, di strage di innocenti, di genocidio. A quei bambini che non vedranno più la primavera e nemmeno una scuola, questi versi di Gianni Rodari:
SIGNORA MAESTRA ...
Mi creda, signora maestra,
non merito punizione:
se guardavo dalla finestra
non fu per distrazione.
Guardavo...stavo studiando
Una materia assai bella,
nuova, arrivata ieri
con la prima rondinella.
Studiavo, infatti, le gemme
che sui rami sono spuntate
e nel prato le margherite,​
le viole appena nate.
Spiavo la prima farfalla
Per poterla classificare:
sarà una cavolaia
o qualche raro esemplare?
Pensavo di fare un quadro
pieno d’oro e di blu,
con le foglie che spuntano
sulle antenne della Tivù
Ascoltavo gli esercizi
degli uccelli musicali,
che suonano soltanto
strumenti naturali.
Pensavo: a pesare l’aria
chissà com’è leggera...
Signora, ci porti fuori
a studiare la primavera!
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