Rionero in V. - “ Bisogna toccare la terra - scriveva Tolstoj - solo con il lavoro agricolo
può aversi una vita razionale, morale. L’agricoltura indica cos’è più e cos'è meno
necessario. Essa guida razionalmente la vita. ”
Sovviene questo verso nel ricordare quanto lavoro ha fatto e continua a fare
Nazzareno, fra le persone più colte che si possano incontrare. E’ un tenace e rigoroso
contadino, che conosce le stagioni e il perché di ogni frutto che spunta dalla terra.
Quante volte gli abbiamo chiesto di raccontarlo davanti ad una telecamera, per
lasciare un segno tangibile, ma per umiltà e discrezione non ha mai voluto farlo. E’
portatore di una cultura che sa raccontare con un linguaggio forbito, pressoché
inusuale per quella generazione. Un sapere che viene da lontano, da ragazzo, e che
non conosce confini perché sa rispettare la natura e i suoi cambiamenti. Proprio
come si fa con gli uomini. Nazzareno sa cogliere con mitezza ogni percezione che la
terra sa emanare. E ci sovviene ancora il grande scrittore russo, quando scriveva nei
suoi Diari: “ La tenerezza e la gioia che noi proviamo guardando la natura è il ricordo
del tempo in cui eravamo animali, piante, fiori, terra. Più precisamente: è la
coscienza della nostra unione col tutto, che il tempo ci nasconde .”
Ed ancora, era il 20 febbraio del 1903, nella sua Russia, quando Tolstoj ammoniva: “ Il
potere tiene conto prevalentemente della popolazione cittadina. Il potere non
conosce né la bellezza e la poesia della vita in campagna, né le sue sofferenze. Se le
conoscesse non distruggerebbe questa vita, sostituirla con gli agi cittadini, ma si
sforzerebbe solo di liberarla dai suoi mali .” Quanta saggezza politica in queste parole
che sembrano remote nel tempo, temi a volte discussi con Nazzareno. Eppure, a
vedere con quanta prestanza tratta la terra, utilizza gli attrezzi e cura le piante, ci si
riconcilia con la morale della vita e della natura, della ricchezza spontanea che da
millenni l’uomo raccoglie per alimentarsi. E’ un uomo senza tempo, di una
generazione che ha saputo consegnarci universi estasiati nel rispetto del piccolo
campo che ci circonda. La dedizione verso la natura e gli uomini: Nazzareno è
persona stimata da tutti. Questo terribile
virus gli ha strappato la moglie, il bene più caro; ha riversato oltremodo quell’affetto
su figli e nipoti. La sua tenacia potrebbe vacillare. Eppure lo aspetta la terra, i semi
da piantare, i rapporti umani - come le piantine - da coltivare.
A Nazareno va la gratitudine di quanti lo conoscono, come a chi “ non sa chinare la
testa ”, il verso di una canzone fra le più intense del secolo scorso: “La disciplina della
terra” del poeta Ivano Fossati.
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