Era appena passata Pasqua e nel paesello,
arroccato sulla montagna del Vulture, dove
spuntava il campanile a punta, veniva ogni tanto
Padre Corbo per la benedizione delle case e dei
villaggi. Era diventato vecchio ed anziano. Un po'
per volta, piano piano e, a piedi, raggiungeva tutte
le contrade e anche il paesello.
Arrivato a casa di zia Caterina e di Zì Tore è stato
ben accolto, naturalmente, nonostante zia non
sapeva cosa offrirgli. Benedisse tutte le stanze e zia
teneva a far benedire anche il pollaio perché la
faina aveva mangiato l’ultima gallina. Con la
benedizione, forse, non sarebbe più venuta ad
uccidere le sue galline.
Poi parlando del più e del meno, confidò a padre
Corbo un problema che l’assillava: il marito, con
l’età, era diventato completamente sordo e
quando gli parlava sorrideva ma non capiva e non
ascoltava.
Allora chiese a Padre Corbo se conoscesse
qualcuno o qualche soluzione per risolvere la
sordità di suo marito. Padre Corbo ci pensò un
attimo e sentenziò: “Devo parlare con un
rappresentante di una nota ditta “La Sento Bene,
Sento Meglio” che ha degli ottimi apparecchi
acustici e senz’altro tuo marito potrà ritornare a
sentire. Mi raccomando quando viene, dato che
raggiungere il viaggio è faticoso perché distante,
ospitatelo a pranzo e rendetegli bella ospitalità. Lo
conosco e mi ricordo che gli piaceva tanto il
coniglio perché siamo stati in un’osteria insieme e
lui aveva ordinato tale pietanza”. “Va bene”, disse
zia Caterina.
Passarono giorni, mesi e anche la Pasqua. Per
proteggere al meglio le galline dalla faina avevano
costruito un reticolato più forte, con questa
accortezza le galline non furono più uccise.
Una mattina, arrivò il rappresentante e misurò i
suoni con un’apparecchiatura attraverso una
cuffia. Zia Caterina lo chiamò: “Dottore venga, si
accomodi, venga qui, c’è mio marito Tore che non
sente ed io non so come fare”. Il giovane dottore
rise e si accomodò, mise la cuffia all’anziano e
incominciò a misurare con l’apparecchio
audiometrico i suoni, l’anziano lo guardava e
sorrideva, non sentiva nulla e così il dottore
aumentò l’intensità dei suoni, toccando sia il tasto
destro che sinistro chiedendogli “Dove hai sentito? A destra? A sinistra?” ma il signore
anziano continuava a guardarlo e sorrideva.
Ad un certo punto, prese una di quelle
apparecchiature nuove, di quelle che si applicano
alle orecchie: la cassettina di metallo, grossa si
doveva tenere sul petto e i due cavi dovevano
essere collegati a tutte e due le orecchie. Il dottore
disse: “Vediamo se ora con questo senti”. Alzò
tutto il volume e gridò nell’apparecchio: “Mi senti
Tore?” e Tore ebbe un sobbalzo, aveva sentito e
come. Quell’apparecchio lo aveva stordito, si tolse
prontamente gli auricolari e disse: “Per favore io
sto bene così, non sento, per lo meno non sento
bene ma, soprattutto, non voglio sentire quando
mia moglie mi rimprovera, mi annoia, si lamenta.
In questo modo sto in pace con lei, con me stesso
e con il mondo”. Il silenzio per zio era la pace.
18
Il giovane rappresentante guardò quegli occhi
azzurri e tristi di zio che non voleva
quell’apparecchio anzi gli avrebbe pagato qualsiasi
cosa pur di non averlo.
Non seppe che dire, si rattristò, andò dalla moglie,
la zia Caterina e le disse: “Gentile signora,
purtroppo per vostro marito non c’è niente da
fare, è sordo e rimarrà sordo, abbiatene cura e
mettetevi l’anima in pace”.
racconto tratto dal libro
SENTIERI DELL’ANIMA: IL CONTASTORIE
(piccola raccolta di racconti, storie e leggende)
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