Poiché il governare implica il decidere, sventurato chi si trovi a farlo, ora, in Italia. Un’Italia ferita, stanca, nevrotica, ansiosa, impaurita e con tanta rabbia dentro. Un’Italia che, a differenza di altre crisi passate, non sa unirsi, rivendica privilegi e blasoni, ribalta pregiudizi e minaccia invertite separazioni. In questa situazione come ti muovi sbagli e in ballo non ci sono i soldi del monopoli ma vite in carne e ossa. Confidare nel generoso cuore degli italiani va bene per una raccolta fondi, per la solidarietà del momento, ma quando bisogna riprogettare un paese perlomeno nel medio periodo sai che le spinte egoistiche, i particolarismi, le furbizie piccole o grandi, prevarranno. E allora offri ritraendo la mano, semplifichi piantando una miriade paletti, concedi sprofondando nelle scartoffie. Siamo per eccellenza coloro che complicano le cose facili, ma non a caso, perché la fiducia deve essere reciproca e qui manca da ambo le parti. Non la riscuote chi dovrebbe indi...