dal 5 al 10 marzo 2019 dal martedì al sabato h 21 – domenica h 18 (teatro)
Teatro Franco Parenti / Sonia Bergamasco
L'UOMO SEME
racconto di scena ideato e diretto da Sonia Bergamasco
da L'uomo seme di Violette Ailhaud (traduzione di Monica Capuani)
drammaturgia musicale a cura di Rodolfo Rossi e del quartetto vocale Faraualla
con Sonia Bergamasco, Rodolfo Rossi, Loredana Savino, Gabriella Schiavone, Maristella Schiavone, Teresa Vallarella
scene e costumi Barbara Petrecca
luci Cesare Accetta
cura del movimento Elisa Barucchieri assistente alla regia Mariangela Berardi
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
si ringrazia per la collaborazione Triennale Teatro dell'Arte, e il Comune di Lucera
Teatro Franco Parenti / Sonia Bergamasco
L'UOMO SEME
racconto di scena ideato e diretto da Sonia Bergamasco
da L'uomo seme di Violette Ailhaud (traduzione di Monica Capuani)
drammaturgia musicale a cura di Rodolfo Rossi e del quartetto vocale Faraualla
con Sonia Bergamasco, Rodolfo Rossi, Loredana Savino, Gabriella Schiavone, Maristella Schiavone, Teresa Vallarella
scene e costumi Barbara Petrecca
luci Cesare Accetta
cura del movimento Elisa Barucchieri assistente alla regia Mariangela Berardi
costumi realizzati presso la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
si ringrazia per la collaborazione Triennale Teatro dell'Arte, e il Comune di Lucera
Sonia
Bergamasco prosegue – dopo Karenina, Il Ballo, Il Trentesimo Anno,
Louise e Renée – la sua esplorazione del femminile attraverso la lingua
forte e appassionata di Violette Ailhaud, autrice di uno stupefacente
manoscritto.
Inno spiazzante alla vita, L'uomo seme è uno spettacolo corale concepito in forma di ballata, in cui racconto, canto e azione scenica cercano un punto di equilibrio essenziale. L'albero-casa al centro della scena – realizzato da Barbara Petrecca – si anima delle luci di Cesare Accetta e dei movimenti scenici curati da Elisa Barucchieri. Sul palco, accanto a Sonia Bergamasco, le Faraualla – splendido quartetto di cantanti attrici – e il musicista performer Rodolfo Rossi.
«Quando una storia ci colpisce al cuore sentiamo il bisogno di raccontarla di nuovo per ritrovare, in chi guarda e ascolta, conferma del nostro sguardo. Questo è quello che mi è successo quando ho letto L'uomo seme, testimonianza viva di un'esperienza unica e sconvolgente. In un villaggio di montagna dell'Alta Provenza, all'indomani della Grande guerra, tutti gli uomini sono morti. Il paese è abitato solo da donne e bambini. Violette Ailhaud, testimone dei fatti, trova solo allora e finalmente le parole per raccontare di quando, ancora ragazza, il suo villaggio aveva vissuto un'identica tragedia. Violette affiderà questo suo memoriale a un notaio con l'incarico di consegnarlo alla più giovane delle sue discendenti. Una lingua forte, scabra e ventosa ci conduce in cima alle montagne dove è ambientata la vicenda e dove vive questa comunità di sole donne che stringerà uno straordinario patto per la vita.
Svetlana Aleksievic nel suo grande libro di inchiesta La guerra non ha un volto di donna scrive che il racconto della guerra nasce, nella tradizione, da percezioni prettamente maschili, rese con parole maschili. Nei racconti delle donne non c'è, o non c'è quasi mai, ciò che siamo abituati a sentire: gente che ammazza eroicamente altra gente e vince o viene sconfitta. E anche se sembra che il tempo presente, tempo di guerra permanente, sia anche il tempo delle donne soldato – curde, americane, israeliane – resta tuttavia la percezione che per entrare nella lingua della guerra "guerreggiata" le leve femminili abbiano la necessità di mascolinizzarsi. Sono altri i racconti femminili, e parlano d'altro. La guerra raccontata al femminile ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti. Dove non ci sono eroi e imprese strabilianti, ma persone reali impegnate nella più disumana delle occupazioni dell'uomo. E a soffrirne non sono solo le persone, ma anche i campi, e gli uccelli, e gli alberi. Ogni cosa che convive con noi su questa terra. Inno spiazzante alla vita, l'Uomo seme è un racconto corale in forma di ballata, in cui narrazione, canto e azione scenica cercano un punto di equilibrio essenziale.»
Inno spiazzante alla vita, L'uomo seme è uno spettacolo corale concepito in forma di ballata, in cui racconto, canto e azione scenica cercano un punto di equilibrio essenziale. L'albero-casa al centro della scena – realizzato da Barbara Petrecca – si anima delle luci di Cesare Accetta e dei movimenti scenici curati da Elisa Barucchieri. Sul palco, accanto a Sonia Bergamasco, le Faraualla – splendido quartetto di cantanti attrici – e il musicista performer Rodolfo Rossi.
«Quando una storia ci colpisce al cuore sentiamo il bisogno di raccontarla di nuovo per ritrovare, in chi guarda e ascolta, conferma del nostro sguardo. Questo è quello che mi è successo quando ho letto L'uomo seme, testimonianza viva di un'esperienza unica e sconvolgente. In un villaggio di montagna dell'Alta Provenza, all'indomani della Grande guerra, tutti gli uomini sono morti. Il paese è abitato solo da donne e bambini. Violette Ailhaud, testimone dei fatti, trova solo allora e finalmente le parole per raccontare di quando, ancora ragazza, il suo villaggio aveva vissuto un'identica tragedia. Violette affiderà questo suo memoriale a un notaio con l'incarico di consegnarlo alla più giovane delle sue discendenti. Una lingua forte, scabra e ventosa ci conduce in cima alle montagne dove è ambientata la vicenda e dove vive questa comunità di sole donne che stringerà uno straordinario patto per la vita.
Svetlana Aleksievic nel suo grande libro di inchiesta La guerra non ha un volto di donna scrive che il racconto della guerra nasce, nella tradizione, da percezioni prettamente maschili, rese con parole maschili. Nei racconti delle donne non c'è, o non c'è quasi mai, ciò che siamo abituati a sentire: gente che ammazza eroicamente altra gente e vince o viene sconfitta. E anche se sembra che il tempo presente, tempo di guerra permanente, sia anche il tempo delle donne soldato – curde, americane, israeliane – resta tuttavia la percezione che per entrare nella lingua della guerra "guerreggiata" le leve femminili abbiano la necessità di mascolinizzarsi. Sono altri i racconti femminili, e parlano d'altro. La guerra raccontata al femminile ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti. Dove non ci sono eroi e imprese strabilianti, ma persone reali impegnate nella più disumana delle occupazioni dell'uomo. E a soffrirne non sono solo le persone, ma anche i campi, e gli uccelli, e gli alberi. Ogni cosa che convive con noi su questa terra. Inno spiazzante alla vita, l'Uomo seme è un racconto corale in forma di ballata, in cui narrazione, canto e azione scenica cercano un punto di equilibrio essenziale.»
Sonia Bergamasco
Informazioni abbonamenti:
abbonamento Free Classic € 90,00: 10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza
abbonamento Love € 80,00: 4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza
abbonamento Family € 40,00: programmazione Vascello dei Piccoli 5 ingressi cumulabili per adulti e bambini
Card regalo da € 48 programmazione prosa, musica, danza, sala studio, vascello dei piccoli
TEATRO VASCELLO
Via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma
Tel. 06.5881021/06.5898031
Il
Teatro Vascello si trova nello splendido quartiere di Monteverde vicino
al Gianicolo sopra a Trastevere a Roma, con i suoi 350 posti, la platea
a gradinata e il palcoscenico alla greca permette un'ottima visibilità
da ogni postazione.
Il
Teatro Vascello propone spettacoli di Prosa, Spettacoli per Bambini,
Danza, Drammaturgia Contemporanea, Eventi, FestivaL, Rassegne, Concerti,
Laboratori
Come raggiungerci con mezzi privati:
Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa
100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello:
Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma
tel 06 58122552; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R.
Giovagnoli, 20,00152 Roma Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma
davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini,
Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da
Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello.
Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello.
Teatro Vascello : accesso per i diversamente abili su via Massari, 3 previa segnalazione alla biglietteria (posti assegnati solo in prima fila
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