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TRACCE di Rocco Brancati: ERNESTO BRUNO LAPADULA


(Pisticci 6 agosto 1902 - Roma 24 gennaio 1968) 

Architetto e urbanista italiano di fama mondiale. Dopo i primi anni a Pisticci dove nacque il 6 agosto del 1902, al n.4 di via Puoti (secondogenito dei 12 figli del falegname socialista Donato 1873-1949 e di Maria Paola Pierro), frequentò il liceo scientifico [Scuola Tecnica ] a Melfi dove si diplomò nel 1923.

A Roma si iscrisse all'Accademia delle Belle Arti che lasciò quasi subito per la Scuola Superiore di Architettura. Allievo di Gustavo Giovannini e Marcello Piacentini si laureò all'Università di Roma.nel 1931 con una tesi sul Palazzo del fascio a Taranto (tesi che fu premiata con una medaglia d'oro). 


Lapadula fece parte del Movimento dell'Architettura Razionalista (le prime riunioni si tennero nel suo studio in piazza del Popolo, in attività dal 1930). 


Ufficiale dei Granatieri di Sardegna durante il servizio militare (raggiunse il grado di primo capitano) fece il giornalista e il vignettista (si firmava "Bruno di Lucania"). Nel 1934 partecipò ad alcuni progetti per l'Esposizione Universale a cominciare dalla Casina nautica della Fondazione Cavalieri di Colombo sul lungo Tevere Flaminio. 
Nel 1938-39 realizzò il Palazzo della Civiltà Italiana e, dopo la guerra, nel 1948 mise a punto i piani di ricostruzione di Rimini e Bracciano. Dal 1940 insegnò all'Università di Roma prima come assistente incaricato di Disegno Architettonico, nel 1946 Architettura degli Interni e, infine, nel 1948 titolare a Disegno Architettonico. Nel suo studio collaborarono due fratelli architetti, Attilio (1917-1981) ed Emilio (1922-2010) mentre un terzo fratello medico, Ettore, tutti nati a Pisticci, partecipò alla vita culturale interessandosi di arti visive. Nel 1949 si stabilì a Cordoba, in Argentina dove fu docente dell'Escuda de Aquitectura. insegnò il concetto di modernità e la visione urbana dell'architettura. 


Mise poi in pratica le sue "teorie" nel piano regolatore di Cordoba basato sui principi della Carta di Atene e sulle idee di Eliel Saarinen "decentramento organico e concentrazione funzionale". Il suo contributo influì notevolmente sui cambiamenti della Facoltà di Architettura (creata nel 1955) e sull'istituzione di una nuova visione contestuale dell'urbanistica. 


Nel 1963 Ernesto tornò in Italia dove trascorse gli ultimi cinque anni della sua vita dedicandosi in particolare alla pittura. Il suo nome resterà per sempre legato (insieme a quelli di Giovanni Guerrini e di Mario Romano) al Palazzo della Civiltà Italiana all'EUR costruito tra il 1937 e il 1941. Oggi il "Palazzo della Civiltà del Lavoro", definito anche il Colosseo quadrato, è il simbolo dell'EUR con il suo motivo architettonico dell'arco, ripetuto 216 volte sui quattro prospetti uguali. Celebra l'elemento costruttivo e decorativo tipico della civiltà italiana. 


La struttura pensata in muratura fu realizzata per ragioni di economia e di tempo in cemento armato ed è rivestita con lastre di travertino. Ai lati delle due scale sono collocati i quattro gruppi dei Dioscuri di Publio Morbiducci, mentre sotto le arcate del primo ordine vi sono statue raffiguranti arti e attività umane. Tra le opere più importanti di architettura civile: la Camera di Commercio di Potenza (1935), le Poste Centrali di Matera (1938). Tra le architetture religiose la chiesa di San Rocco a Pisticci. 


Il fondo dell'archivio di Ernesto Bruno Lapadula (1923-1965) contiene 2083 elaborati grafici, 29 fascicoli, 2160 fotografie, 114 lastre fotografiche, 69 negativi. L'archivio - dichiarato di notevole interesse storico il 2 dicembre del 1992, è di proprietà degli eredi ed è conservato a Roma.


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