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TRACCE di Rocco Brancati: FRANCESCO (FABRIZIO) GRIMALDI


(Oppido Lucano 5 gennaio [?] 1543 - Napoli 1 agosto 1613) In un manoscritto del '700 custodito nell'Archivio dello Stato di Napoli si legge una delle prime biografie di Francesco Grimaldi: "P. Francesco Grimaldi della Terra di Oppido nella Lucania, nel secolo Fabrizio, figlio di Ursino, già sacerdote e dell'età di 31 anni, entrò in Napoli nella casa di S. Paolo il 25 gennaio 1574, essendone preposito D Giovanni Galeota.

Vestì l'abito in detta casa l'8 settembre dello stesso anno. Professò in Capua, nella chiesa di S. Eligio, il 28 ottobre 1575, essendone preposito P. Felice Barile. Approvato per le confessioni, nella stessa casa, nel 1584. Ammesso alla voce attiva nei capitoli nel 1592. Morì a Napoli, nella casa dei S.S. Apostoli, il primo d'agosto 1613"(ms 675, fol,57). 

Il celebre "architettore" - come fu definito nella "Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli" nel 1822 - coevo di Carlo Gesualdo principe di Venosa (1566-1613) disegnò la magnifica chiesa dei Santi Apostoli a Napoli nel 1591 e a Roma quella di Sant'Andrea della Valle (dove soggiornò dal 1586 al 1598). 

Suo anche il progetto della Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Torchiati, frazione di Montoro Superiore in provincia di Avellino. Superò se stesso nell'edificazione della cappella del Tesoro di San Gennaro a Napoli vincendo su un gran numero di valenti architetti a cominciare da Pietro Bernini padre di Lorenzo (secondo quello che scrive Bernardo De Dominici nella sua super-citata opera "Vite dei pittori scultori ed architetti napoletani" del 1844). 
I disegni di Padre Francesco Grimaldi furono esaminati da una commissione di Deputati della Cappella per esplicita richiesta dell'arcivescovo Alfonso Gesualdo, decano del Sacro Collegio e zio del principe di Venosa. La rivista l'"Omnibus" scrisse: "la prima pietra fu posta a' 7 di gennaio del 1608 col disegno di padre Francesco Grimaldi chierico teatino preferito ed approvato in concorrenza di altri architetti. 

Erano a quei dì in Italia molti valenti pittori, tra' quali i più famosi occupavano a preferenza le menti de' sacerdoti ragunati nel duomo; ma in modo che alcuni volevano il Guido, altri votavano per lo Spagnoletto, chi menava innanzi il Corenzio, chi magnificava il Lanfranco, chi infine oltre il Domenichino nissuno trovava più degno: ed era un proporre, un rigettare, un far d'occhi, un premersi a gomiti, un accennar del capo, un disparere tra tutti, e tante opinioni non trovavasi modo di poterle condurre ad una via comune..." (L'"Omnibus pittoresco", Napoli 12 agosto 1841, pag. 149). 
Il 5 settembre del 1849 papa Pio IX in occasione della sua visita a Napoli lodò la "magnificenza" di quella Cappella "mirò l'interno di questo sontuoso edificio, architettato dal teatino p. Francesco Grimaldi nel 1608, decorato da stupende dipinture a fresco e ad olio del Domenichino, del Ribera e del Lanfranchi; ricco di preziosi monumenti di arte in oro, in argento ed in bronzo, opera che nell'insieme costò meglio che un milione di ducati alla Città di Napoli..."(Stanislao D'Aloe in "Diario della venuta e del soggiorno in Napoli di sua beatitudine Pio IX P. M. , n.2, settembre 1849). 
Anche dopo la sua morte vennero costruite bellissime chiese grazie ai suoi disegni, come nel caso della "Chiesa della Trinità delle Monache, la quale fu edificata nel milleseicento e venti col disegno del Padre Francesco Grimaldi Teatino. Si ammirano in quella Chiesa la scala di marmo bianco con due statue nel principio d'essa" (Francesco Sacco, Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli, 1796). Ma le opere di P. Francesco Grimaldi furono tante. Nel 1591, per esempio, quando padre Andrea Avellino di Castronuovo in Basilicata promosse a Lecce la costruzione della chiesa di S. Irene, da Napoli venne chiamato il Grimaldi che preparò un disegno e il modello. 
Un'altra testimonianza della sua opera è, sempre a Lecce, il portale del complesso dei gesuiti in via Oronzo Tiso. Non si contano poi ie opere "suggerite" dai suoi disegni a Vibo Valentia, per la chiesa di San Paolo Maggiore a Napoli (almeno nei primi anni dei lavori tra il 1583 e l 1586). Padre Francesco Grimaldi morì il primo agosto del 1613 e venne sepolto nel cimitero del convento dei Santi Apostoli a Napoli da lui stesso edificato.












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