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TRACCE di Rocco Brancati: ANGELO BRANDO


(Maratea 10 gennaio 1878 - Napoli 21 febbraio 1955) "Le cose che saltano agli occhi...". Domenico Morelli lo ripeteva spesso durante le sue lezioni all'Accademia delle Belle Arti di Napoli. Diceva "non soltanto nelle apparenze mutevoli consiste il vero, ma che vi è una verità ben più salda ed importante di quella che si vede... l'arte vera comincia là dove si solleva dalla esteriorità comune della realtà" (Cfr. Schriftsteller Verschiedene, L'anima e il Corpo: L'Erotismo di Cesare Laurenti).

Non solo Domenico Morelli perché all'Accademia facevano scuola anche Vincenzo Volpe, Michele Cammarano e il lucano moliternese Michele Tedesco, insigni maestri per i quali le belle arti son fatte apposta per parlare alla mente ed al cuore di quelli che non se ne intendono. Il bello è qualcosa di increato, di eterno, di universale, indipendentemente da certe "accidentalità" di sistemi e di scuole, e molto superiore a tutte le meschine questioni di moda, di voga , di novità, di nazionalità. In fondo una bella donna è sempre una bella donna e fa sempre la stessa dolce impressione sia ella nata a Napoli o in Inghilterra, sia bionda che bruna. Questi insegnamenti furono lo "stampo indelebile" dell'attività artistica di Angelo Brando negli anni della sua formazione a Napoli. Ultimo di ben otto figli di Giuseppe e Vincenza Zaccaro, Angelo era nato il 10 gennaio del 1878 in una Maratea di fine secolo dove, dieci anni prima di Carlo Pisacane della spedizione di Sapri del 1857, un certo rivoluzionario di nome Costabile Carducci fu costretto ad uno sbarco di fortuna sulla spiaggia del Porticello di Acquafredda bloccato da una tempesta che gli impediva di proseguire il suo viaggio verso il Cilento. Scoperto da sicari filo-borbonici fu catturato, torturato e ucciso. Un suo seguace, Raffaele Ginnari, nel 1860 promosse la costituzione di un comitato insurrezionale per l'unificazione dell'Italia anche a Maratea in attesa di Garibaldi che il 3 settembre avrebbe attraversato in barca la costa marateota. L'infanzia di Angelo Brando fu "intrisa" nel ricordo degli eventi Risorgimentali e non si era spenta la memoria di quello che era accaduto nel dicembre del 1806 con l'assedio del generale francese Jean Maximilien Lamarque e l'abbattimento della Maratea "Superiore" mutilata delle sue fortificazioni e rapidamente spopolata. Fin da bambino Angelo Brando venne attratto dalle pitture che affrescano le tante chiese di Maratea e sotto la guida della madre fu iniziato all'arte del bello: il disegno, la scultura, la pittura. A 18 anni finalmente ebbe la possibilità di iscriversi al Regio Istituto di Belle Arti di Napoli allievo della classe di pittura dove conobbe e divenne amico inseparabile di Francesco De Nicola. Una "vita parallela" che proseguirà negli anni a venire quando sposeranno due sorelle: Eugenia e Maria Tauro. Dalla classe di pittura passò a quella del "modellato" dove insegnava Achille D'Orsi. Un percorso di studi costellato da premi ed encomi: dal disegno dal nudo all'ornato, dalla prospettiva acquerellata alla pittura di figura e di paese. A 26 anni uscì dall'Accademia con lode dopo aver ottenuto un terzo premio in denaro per il saggio finale. Già l'anno prima, a 25 anni la sua prima partecipazione ad una mostra collettiva ma è nel 1908 grazie alla partecipazione alla Quadriennale di Torino e alla prima Esposizione Nazionale delle Belle Arti di Rimini che cominciò ad avere una notorietà nazionale. Conseguita l'abilitazione iniziò ad insegnare nel 1913 come docente di disegno della figura all'Istituto delle Belle Arti di Napoli e nel 1917 la sua sede definitiva, dove sarebbe rimasto per oltre trent'anni, fu il liceo artistico. Nel frattempo ebbe numerosi incarichi: da quello di Conservatore della Galleria regionale della Regia Accademia delle Belle Arti a curatore delle opere presso il Manicomio di Aversa a commissario del comitato per la pinacoteca della Basilicata. Nel 1921 Achille Macchia sul giornale "Don Marzio" del 23 novembre scrisse a proposito di Brando di "poesia pittorica". Ferdinando Santoro sul n.4 agosto-settembre 1927 della rivista di Giovanni Riviello "La Basilicata nel mondo" in un lungo articolo dedicato all'artista marateota scrisse: "La prima cosa che colpisce nello studio di Angelo Brando è la copiosità delle tele. 


Si ha immediata sensazione di trovarsi di fronte a un artista fertile e raccolto la cui vena fluida di ispirazione e di immaginazione, simile all'acqua di una fonte che canta, ha bisogno continuo di espandersi..." Santoro che fu un assiduo frequentatore del suo studio ricordò di aver accompagnato "un comune amico, il pittore Joseph Stella, pur egli nativo di Basilicata, il quale larga rinomanza artistica si è degnamente conquistata in Europa e in America, ove risiede a New York...Domandava a me (Stella) perché mai, con simili meriti, Brando non fosse in Napoli popolare come tanti altri molto ma molto sotto a lui. E io gli dicevo. Se tu, caro Stella, non te ne fossi andato, forse sarebbe capitato egualmente a te. Perché a Napoli, in arte, bisogna accodarsi a qualcuno per andar innanzi." Eppure l'anno prima, nel 1926 riscosse un grande successo la mostra personale che Brando allestì nelle sale della "Compagnia degli Illusi" al rione Amedeo. Commentò il giornale "Basilicata Nuova" di giovedì 8 aprile 1926: "Realismo pittorico e lirismo psicologico nella figurina "Mestizia" dalla posa morbida e naturale, ove i trasparenti riflessi del viso traggon, dal suggestivo sfondo oscuro, armonico ausilio per esprimere la pensosità non scevra di malinconia che languidi rende i begli occhi..." Angelo Brando, cardiopatico da molti anni, morì a Napoli nel 1955. 



Di lui, soprattutto della sua grande opera di ritrattista (non intaccata dalle opere dedicate a Mussolini come "Mentre tutto il popolo..." seconda edizione del premio Cremona 1940) resta una traccia importante nella storia della pittura di fine Ottocento e prima metà del Novecento. Tra le retrospettive, dopo quella promossa dalla figlia Cordelia nel 1959 nella galleria "Medea" di Napoli, la quasi "antologica" allestita a Matera, Maratea e Potenza tra il maggio del 2007 e il febbraio del 2008, 37 dipinti esposti nell'evento culturale "Angelo Brando opere scelte 1895-1946. Proposte per un Museo" (catalogo curato da Michele Saponaro) che fu un suggerimento ad approfondire e divulgare la memoria sulla figura di questo grande pittore che merita di essere collocato "nel più ampio panorama storico-artistico napoletano e italiano". 



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Isabella Valente dalla presentazione del catalogo Nel nostro sistema culturale, in cui le varie situazioni dell'arte napoletana del XIX e XX secolo sono ancora in via di sistemazione scientifica, le realtà "periferiche", come quella lucana, risentono di un ritardo maggiore, tuttavia un certo numero di studi, seppure frammentario, principalmente relativo all'Ottocento lucano, è già attivo da qualche anno...Un passo importante è stato compiuto dalla mostra "Pittori lucani dell'800 e dei primi del '900", realizzata dal giugno al settembre 2002, nella Pinacoteca Provinciale di Potenza. E' bastato per toccare con mano la qualità di personalità come Angelo Brando...L'odierna mostra ci permette soltanto di avviare un discorso scientifico su di lui, che non può certo esaurirsi in questa sede, ma che attende studi ancora più approfonditi, che consentano di inserire la sua figura al posto giusto, quale tassello mancante nel più ampio panorama storico-artistico napoletano e italiano. All'indomani dell'espressionismo e del post-impressionismo si assiste, in tutta Europa, ad una diffusione delle nuove conquiste linguistiche, di cui si assorbono alcune caratteristiche esteriori piuttosto che i criteri più o meno scientifici e tecnici. Non si tratta quindi di vero impressionismo, ma di adattamento regionalistico che ogni scuola o singolo artista ha fatto dell'idea dell'impressionismo che, in particolare, a Napoli trovava una sua rispondenza nella pittura bozzettistica di ascendenza morelliana. A Napoli, dunque, nel solco dell'eredità dell'impressionismo, in cui coesistono echi simbolisti e secessionisti di matrice europea, si inserisce anche la figura di Angelo Brando.

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