“L’ARTISTA E
IL REPORTER. STEPHEN CRANE E LA BOWERY" di Michele
Goffred
Stephen
Crane è considerato fra
i più innovativi scrittori e poeti statunitensi pre-novecenteschi. Nella sua
pur breve vita fu autore di importanti opere nella tradizione del realismo
letterario come anche di impressionismo in letteratura.
Ma anche il giornalismo
lo ha visto protagonista ed innovatore. Stephen Crane (Newark, 1º novembre
1871 – Badenweiler,
5 giugno
1900) è vissuto in un periodo storico nel quale,
fra i vessilli della letteratura americana, figura il Naturalismo, ovvero la
rappresentazione fotografica della realtà. L’etichetta di ’’naturalista’’
normalmente attribuita a Crane non sembra del tutto adeguata all’autore.
Infatti, sceglie una cifra di scrittura alquanto alternativa: come un reporter,
aderisce alla cronaca e, nel contempo, manifesta la sensibilità tipica dell’artista,
che si rapporta empaticamente al degrado sociale dei derelitti della Bowery, il
quartiere più povero di Manhattan. Nel suo primo romanzo "Maggie, ragazza
di strada" vi si narra la storia di una ragazza costretta a sfuggire con
il suicidio alla prostituzione. Con "Il segno rosso del coraggio"
conquista il pubblico per il suo singolare realismo, mettendo in luce una
sottile analisi della paura. Anche la poesia rimane l’espressione privilegiata
di questo sensibile autore. Nel testo di Michele Goffredo L’ARTISTA E IL
REPORTER. STEPHEN CRANE E LA BOWERY (edito da EditricErmes, Potenza, pagg.106)
ci addentriamo nei paesaggi dell’anima dei ’’Black Riders’’: deserti desolati
in cui il ’’piccolo’’ uomo vaga solitario e privo di libertà, schiacciato da
forze più grandi di lui a cui non può ribellarsi. Centrale, per Crane, è la
figura dell’osservatore, basti pensare a racconti come ’’An Experiment in
Luxury’’ e ’’An Experiment in Misery’’, veri e propri tentativi, alla fine
fallimentari, di trasferirsi fisicamente in condizioni sociali estranee allo
scrittore, per vedere la vita da un’altra angolazione. "Il tutto - scrive
Goffredo - si svolge in chiave alterata, grottescamente solenne ed eroica: sono
chiavi stilistiche funzionali al tema di fondo del reportage." Michele
Goffredo, docente di letteratura americana e inglese presso l’ateneo di
Basilicata, riesce con questo testo a trasmettere al lettore l’anima inquieta e
nobile di Crane, partendo dalla marcata educazione metodista (era figlio del
reverendo Jonathan e di Mary Ellen Peck ancora più rigida), che non poco ha
inciso sulla sua formazione fino agli ultimi romanzi. Nel suo libro Goffredo
rende chiara ed interessante la conoscenza dello scrittore e, in un’analisi
dettagliata, fa luce sui temi più celati delle opere craniane che, una lettura
superficiale, non permetterebbe di svelare. La curiosità intellettuale di Crane
influenzò notevolmente scrittori della generazione successiva, primo fra tutti
Ernest Hemingway.