TIMERIVER
di Vittorio Baccelli
Gli ambienti,
soprattutto quelli finanziari della Terra e delle altre colonie erano in totale
fibrillazione. Attorno alla Timeriver s’era scatenato infatti un grande casino
che aveva coinvolto sia i mercati finanziari, da tempo globalizzati, che gli
equilibri della yakuza che ormai da decenni aveva fatto fuori tutte le
massomafie esistenti e si presentava come l’unica megaorganizzazione della
criminalità globalmente organizzata.
Megaorganizzazione la yakuza che da tempo aveva
creato nuovi equilibri interplanetari con accordi con multinazionali e governi.
Ma la Timeriver I.G. era stata un boccone troppo
pesante da digerire impunemente e così era scoppiato un inghippo totale per la
sua acquisizione, prima tra le multinazionali interessate (tutte), poi tra
multinazionali vincenti e yakuza, infine all’interno della yakuza stessa.
In queste vere e proprie guerre societarie i fili
monomolecolari erano entrati varie volte in funzione, appezzando (proprio in
senso letterario) i presunti o reali ostacoli.
Gli equilibri economici che mantenevano in buona
salute gli affari di Terra & Dintorni erano così divenuti estremamente
traballanti e le preoccupazioni del mondo della finanza occupavano le prime
virtuali pagine di tutti i notiziari. Ad aggravare la situazione, già tesa allo
spasmo, aveva anche contribuito la scoperta di una stretta relazione tra il
Buco Nero e l’utilizzo del fiume su Titano. Ringiovanimenti e rinascite
fibrillavano l’orizzonte degli eventi e le conseguenze erano finora impossibili
da determinare.
C’erano eventi incomprensibili per la scienza,
infatti come poteva esistere un fiume composto di acqua, sì di normalissima
acqua, che scorreva su Titano ad una temperatura costante di 31°?
Qualcuno ha sostenuto che accettando l’infinito, il
resto è automatico, ma gli ambienti scientifici hanno dimostrato tutto il loro
scetticismo nell’accettare questa speculazione filosofica.
Comunque anche questo era uno dei tanti misteri da
risolvere: c’era poi l’inspiegabile attacco all’astronave mediante antimateria.
Era stato accertato con sicurezza che l’antimateria era direttamente partita
dal Buco Nero, era dunque esso senziente?
A tutto questo, come se non bastasse, c’era da
aggiungere un’ondata allucinatoria di immane potenza che stava colpendo sempre
più pesantemente tutto il personale di stanza nell’area: comandanti,
infermieri, medici, piloti, serial killer, operai, prostitute, preti, pazienti,
militari, ecc.
Cosa dunque stava accadendo?
Fu così che nel bel mezzo di questi dubbi, un gruppo
di fanatici schizzati auto denominatisi i “bambini di allah” decisero
d’intervenire nella massima segretezza.
I fanatici di cui sopra, che erano gli eredi dei
sopravvissuti ai passati pogrom antimaomettani, ultimamente invece di fare
casini come il loro antenati, se ne stavano quasi tutto il giorno in rete
sistim collegati tra loro a spararsi programmi sui giardini delle Uri. Visto
che l’aldilà è sempre più problematico avevano pensato bene di godersi il loro
paradiso anche in vita scopandosi virtualmente ma quotidianamente le Uri. Ma un
commando ben addestrato chissà perché s’è riscosso dal torpore tecnologico-
mistico- scopereccio (annoiati dal troppo paradiso?) ed ha deciso di sabotare
il fiume su Titano, per infliggere un colpo al cuore ai capitalisti infedeli.
Giunti su Titano in razzostop hanno gettato nel
fiume il contenuto d’alcune lattine dell’odiata COCA-COLA che contenevano
avannotti di scille in acqua sterile e ben ossigenata. Considerata anche la
temperatura a loro favorevole del fiume, le scille si sono sviluppate ed
ambientate con estrema velocità in quell’habitat.
Le scille di fiume, per chi non lo sapesse, sono
animali estremamente voraci, dall’acqua emerge solo il loro lungo collo che
termina con una corona di taglienti lamelle variopinte. Ad una prima occhiata
sembrerebbero dei giganteschi fiori che sbucano dalle acque, ma in realtà, lo
stelo è il collo, i petali sono lamelle taglientissime che fungono da denti, e
nel bel mezzo di questi petali a margherita, non troviamo il classico bottoncino
giallo, ma le labbra gialle d’un orifizio che s’apre a dismisura inghiottendo
ogni tipo d’animale, sia esso pesce o uccello, ma anche uomo per variare un po’
la dieta.
Così, mentre intorno all’Helisir Hospital si muovono
tutte quelle situazioni ingarbugliate delle quali abbiamo accennato: guerre
finanziarie, attivazione del Buco Nero, risse nella yakuza, ondata
allucinatoria, azione terroristica dei bambini di allah, ecc. Quelli
dell’ospedale non si sono accorti di niente ed in pieno delirio allucinatorio
proseguono la loro attività come se niente fosse. E pensano che i trattamenti
ai pazienti proseguano regolarmente fino alla loro partenza, mentre nella
realtà non riparte più nessuno.
Le scille infatti si stanno pappando tutti i
pazienti, uno solo è stato risparmiato ed ha potuto terminare la cura, poiché
l’avevano trovato ripugnante all’odore, era un sciamano yaqui che con le sue
arti magiche aveva prolungato la sua vita a 200 anni ed ora proprio non aveva
più voglia di durar fatica a prolungarla ulteriormente, così aveva fatto una
colletta tra suoi fedeli e s’era fiondato su Titano. Ed all’ospedale, essendo
tutti in crisi allucinatoria, non si accorgono delle sparizioni, ma anzi sono
convinti di dimettere i pazienti a trattamento avvenuto.
L’immissione delle scille nel fiume e la conseguente
eliminazione, quasi immediata dei pazienti, avrà sicuramente dei riflessi: 1)
sul comportamento del Buco Nero; 2) sull’ondata allucinatoria; 3) sui mercati
finanziari; 4) nella lotta interna alla yakuza; 5) su Franco Poli, cittadino
medio che vuol suicidarsi per noia.
Ed inoltre i bambini di allah verranno scoperti? Se
scoperti saranno definitivamente annientati?
Infine, considerando anche passati attentati dei
bambini con particelle d’antimateria (Cronodrome e Enea Perelli) avranno forse
coinvolto nella loro guerra santa anche il Buco Nero?
Con questi tremendi dubbi si chiude il dodicesimo
capitolo del presente libro manualmente scritto da Vittorio Baccelli, ed i
lettori dovranno solo continuare a leggere con pazienza, per avere (forse) le
risposte a questi inquietanti interrogativi.