Le monellerie di una classe politica infantile
Provando
ad applicare alla nostra classe politica la massima "dimmi cosa consumi
e ti dirò chi sei", il quadro che ne emerge è sconcertante. Basti
scorrere la lista acquisti dei consiglieri regionali, a carico dei
cittadini, sotto la lente di ingrandimento della magistratura e dei
mezzi di comunicazione. Viaggi esotici, videogames, notti folli ai
night, cene pantagrueliche. Mai che con i soldi rubati all'erario si
fosse comprata una rara pubblicazione, un quadro, la prima fila in un
concerto o all'opera. Utopistico poi rintracciare un qualche contributo
ad associazioni culturali, di ricerca o di assistenza. Messe le mani nei
conti pubblici, la classe politica si è comportata come il più discolo
monello che disponga del portafogli di mamma e papà, sperperando cioè
nei più futili desideri. Verrebbe quasi da riabilitare le ruberie della
prima repubblica, ma è proprio questa implicita assoluzione retroattiva
il male maggiore di un sistema partitico incapace di rinnovarsi, in
meglio.