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Autori Underground

fantasy-girl-01 Dizzyness
di Giogi Consuelo

Ale è una teen-agerr moderna, bromuro soda da sniffare dentro il labret spike al mento, la scorta personale é una cosa importante, la scorta personale é una cosa fondamentale e necessaria che non va elemosinata a nessuno per nessun motivo,
non come quel racconto poco realistico di William Burroughs "Il natale del tossicomane", il tipo tossico che per Natale, dopo essersi fatto il vero culo per trovare i soldi di una misera, scarna dose, si fa commuovere e fa la sua dose ad un'altro tossico sconosciuto messo a crisi d'astinenza peggio di lui..
No, non esiste la cappa crepuscolare calata tristemente su di noi, la differenza tra notte e giorno é solo di pochi toni più o meno scuri, non si vede quasi la differenza a occhio nudo anzi in realtà Ale non l'aveva mai notata, ne gli e ne fregava qualcosa, tanto c'erano le televisioni, concatenate ad onda d'urto ovunque, dai ghetti sotterranei ai quartieri alti.
Ti informano più o meno se é notte o giorno, se c'è guerriglia o meno e altre notiziole depezzate abbondantemente con motoseghe a braciole ossidanti dalla censura status.
Ale,alzò gli occhi al cielo, le stelle in polvere pre-confezionste e coperte da uno strato di unto e pioggia si stanno pigramente consumando, luce al neon da bassifondi.
Nei quartieri alti avevano cieli blu in 3L con nuvole, sole e tutto il resto, ma tanto lei non ci sarebbe mai stata, aveva la su personale dose di bromuro soda e questo la confortava, giusto quella per tenersi sù ed andare a scuola.
Andò sino in bagno, lo specchio grondante pus, uno degli amanti pustolari della madre doveva essersi fatto una sega malata proprio li e senza pulire.
Meglio non farlo incrostare, pulì alla bella e meglio con uno straccetto già sporco e invecchiato.
Lo specchio parlava da se, un visetto magro e bianchiccio, stanco per la sua giovane età e tenuto su da una vita pulsante e sintetica, dalla luce dei profondi occhi verdi innocenti quando quelli di una bambie di nome Manson, alla bocca piccola e non eccessivamente carnosa ma già allenata nelle sue fibre, i capelli lunghi e arancioni annodati in dred dlocks tubolari semi metallici che la ricoprono sino alle spalle del minuto corpo pallido.
Lo spike si svita facilmente promuovendo un soave dolciastro odore ci carni marcite solitamente tenute pressate dall'acciaio chirurgico, la polverina rosa si srotola in una generosa striscia, assorbita acremente dalle narici malvage della ragazza.
La bocca perde la sua già poca sensibilità, le mucose e le papille sorridono drogate, i tessuti svuotati riprendono a tirare rinvigoriti e rassodati artificialmente, gli occhi brillano di luce impropria, ora quel visino è appetibile. Il corpo snello, il seno scarso, rendono la prostituzione minorile più attraente, chissà con chi dovrà sbattersi oggi baby-cunt per un po' di dosi giulive, ma ora il mondo è tinto di plastica infrauterina, il down sopraggiungerà tra 6/8 ore, qualche secolo velocissimo.
Salutiamo mammina prima di uscire, ma quella vecchia cialtrona è immobilizzata nel suo polmone d'acciaio rotante, ma non per questo inattivamente sessuale, quella scrofa obesa è contorniata da un guscio di freddo acciaio, oltre che ingozzarsi di barbiaracnoturici per l'igiene mentale fa marchette biomeccanoidi a pervertiti post coito nucleari.
Tipi malformi con organi riproduttivi di carne e metallo, paraflettici di feltro con mezzi busti in poliestere inorganico e gambe tentacolari in magri carrozzini. Infilavano a mamma gravemente i membri negli appositi buchi del polmone d'acciaio, buchi foderati e vibranti, ben inteso ma non molto puliti.
Ale non ci pensava proprio a pulire quella scrofa in metallo solo perchè l'aveva messa al mondo, quindi i clienti avevano si il loro bel amplesso apoplettico
garantito, ma le laide cavità procuravano ai cuni coli di carne inframetalli del glande abbondanti pustole, che si toglievano facilmente facendole esplodere con inecquivocabile fetore, con l'aiuto di un paio di semplici seghe.
Per fortuna che mamma si faceva pagare in anticipo.
Ora mammina dormiva, scorregge infrauterine rompevano l'aria pesante di sodalizi carnosi.
fantasy-girl-02 Un flash improvviso fece quasi scartavetrare le orbite di Ale, la radio televisione cinetica ad onda d'urto si era messa in funzione da sola come da programma.
La mega androcefala si starà per svegliare, un notiziario medico dai colori sobri irradia di castità mutante tutto l'appartamento, per un po’ Ale rimane quasi ipnotizzata dalla valanga surrogata di messaggi subliminari indefinibili e indefiniti.
Un nuovo morbo in circolazione, una malattia neurolotica, senso psicotico di vuoto di memoria, buchi neri inesplicabili, dolori germinali a gli occhi, visioni distorte da schermo cinetecnico sporco; bè i notiziari esagerano sempre, le fabbriche per il vaccino saranno già consumisticamente in funzione massacrando cavie animali e umane ed essermi sensibilmente artificiali.
Il terror panico si propulserà tra i vivi che si prostituiranno per un rognoso vaccino. Il presentatore mezzobusto artificiale di prim'ordine scianciugava il bussinss farmaceutico nel suo perfetto dialetto radiale; il virus sì trasmette per contatto visivo di onde infraco­rneali distorte, ma anche per modulazione del suono della voce non sensibile a orecchio nudo ma solo ad un'attenta penetrazione della cervice vocale sensibile ai timpani feriti dalle droghe.
Le notizie si facevano mielose e interessanti nella testa cauterizzata di Ale e lo schermo flessibile continuò invitante, descrivendo i vari stadi del morbo, dai primi sintomi di smarrimento sino alla catastrofe nel risucchio senza ritorno di un gorgo lisergico,trafiggente senza pietà il terzo occhio.
I soggetti a rischio sono i giovani drogati dei bassifondi e dei quartieri di mezzo, é facile contagiare giovani menti adolescenziale in perdita costante e violenta di cellule cerebrali e difese immunitarie, si sono avuti casi anche in adulti più moderati, le cause qui sono più complesse e sconosciute.
Ulteriori notizie, con i primi salienti video dei malati già terminali (la malattia ha infatti il suo corso in poco più di una settimana) alle 13.OO su LES BIAN NATION CHANNEL, direttamente dal centro igienico psicofisico mentale terminale della zona centrale.
Ale sbatté la porta blindata e traslucida senza sentire l'ultima ripromessa di truculento odiens terminale della televisione, ne i mugolii post coito bizarro non omogeneo della madre, dibattersi inutilmente senza riuscire a masturbarsi internamente alla sua gabbia d'acciaio.
Per fortuna Ale non era molto ipocondriaca e nonostante fosse la tipica persona a rischio dal nuovo morbo (ancora senza nome), pensava saltellando tra i mucchietti di pattume radioattivo e le pozzanghere acide alle sue prossime dosi, la vita é una telenovela metafisica, una digestione lisergica sulle palpebre, era ovvio il motivo per qui si ammalavano anche gli adulti “seri”, ossia S/M di alto borgo, sono comunque dei drogati, solo la loro droga é più costosa e unita al lusso di potersi permettere una crisi d'identità per il rigurgito di una società obsoleta.
Sono i peggiori, gli scarafaggi in pelle fetìsh, ti sodomizzano al ritmo di un gancio trivellatore, solo con meno personalità, sarebbero capaci di darti una spiegazione pseudo artistica intellettualoide del cazzo sul perché te lo mettono in culo sotto effetto di eccessivi fibromi di droga, però ti pagano bene..
Quelli delle zone predominanti si sentono diversi, si ma in peggio, ti disprezzano ma hanno realmente bisogno dei tuoi orafizi, della tue carni soggette ad abusi economici, sodomismi e maltrattamenti a buon prezzo e poi non é così male, l'abusato sa di essere l'abusatore, non è così anche per Ale?
Ad un certo punto del tragitto isolante verso l'istituto scuola si accalca una rissa sogghignante in vena di scommesse e i mezzi urlano isterici i loro clackson cercando di evitare un'ombra sottile sull'asfalto.
fantasy-girl-03 C'e' una piccola drogata sbandante in mezzo alla strada, è una faccia giovane ma conosciuta, una mocciosa di circa 8 anni ma con l'esperienza di una prostituta sessantenne veterana dei plasma bordelli, ma quella si fà solo di BAD TRIPS e perette di vapori polici-turici per via infrauterina, non può stare così male, a meno che qualche suo pusher­cliente le abbia dato qualcosa tagliato con la merda di stricnina ossìdata, quella prodotta dalle larve fecali di pungitopo, allevate abusivamente dai koreaw, a ovest del terzo sotterraneo e usata solo per gli encefaloiti a stadio terminale o se si vuole eliminare qualcuno.
Nonostante il distacco felice e artificiale in cui si trovava, Ale era incuriosita più che dispiaciuta dallo stato della bambina, o c'é un killer pusher in giro oppure...
"Hai visto quella..?! .. Ha il Dizzzyness, orma é fatta".. “cos’è che ha?”
Ale si era avvicinata con tono non troppo eclatante ai due tipi dall'aspetto stanco con due teste pelate senza età, corpi dalla stazza pesante ma spolpati, due braccia gruvierate e in via di cancrena dagli innumerevoli e continui innesti energici a scarica, sicuramente del tipo C2 a base di acidi solfrini, se non hai le vene di amianto pian piano ti corrodono facendoti diventare un barile tumorale "Si il Dizzyness", continuò l'innestomane meno convincente “Ne parlano tutti i channels e le radio subluiminari da giorni, si attacca così fa­cilmente... e come fai a capire se uno è solo imparanoiato per una dose o se ha il virus?
Ormai è la fine per lei, ora non da più contagio o crepa per auto inplosione cerebrale inpazzita o arrivano quelli del SANITARUM a prelevarla e a farci sopra più esperinenti possibili per studiare il morbo, altro che salvarla, quelli ti sfruttano.
E se il corpo rimane qua sarà sfruttato in un'altra maniera, è Billy Poe? HA, HA, HA!" Fece l'ultimo sorridendo in un baratro di gengive nere prive di denti con una gomitatina d'intesa all'altro che se ne stava li con gli occhi vitrei senza reagire, sicuramente gli stava prendendo il down.
Certo che ne sapevano di storie questi innestomani, Ale era sempre più sovraeccitata, era conscia del fatto che per settimane sarebbe potuta scoppiare un'altra guerra biologica che non se ne sarebbe accorta, persa in fluorescenti corridoi carnosi senza down all'orizzonte per centinaia di nicro ore.
Era una professionista quando ci si metteva..
E intanto la bambina dai corti capelli bianchi continuava tremando a sbattere ovunque , muri, bidoni, qualsiasi urto era preso con tale violenza da esserle fatale. Il vestitino verde striminzito fluttuava intorno al suo corpo in tre mito, vagina e culo erano già spianati a dovere.
Gli occhi strabuzzati, terribilmente sudaiti e fetida, le pupille avevano strappato la retina e si erano dilatate in due masse nere soffocando anche il bianco nell'occhio, la cecità o ultra vista dipendente era inevitabile.
I due innestomani avevano ragione, l'avrebbero sfruttata in ogni caso, quelli del Sanitariun l'avrebbero torchiata di esperinenti prima e dopo morta e poi riutilizzata come materiali di scarto per scambi organici a buon nercato.
Sulla strada i Pedofiliac fun l'avrebbero abusata sinchè ci sarebbe stato un buco più o meno disponibile e lacerati quelli ne avrebbero costruiti a squarci degli altri dove la natura aveva creato pelle tonda e rosa.
Trivellatori erotici, ti creano un'orefizio in qualsiasi parte del corpo, già rifoderato di gonnina a pieghe inumidite pronte alla penetrazione, i trivellatori si inibracciano facilnente, cone delle grasse pistole, si attaccano all’impotente parete di pelle, si preme il grilletto e con uno risucchio turbinante di umidità il buco é pronto.
Finita la carne, finito il gioco.
La piccola non riusciva più a respirare, trachea e guance si contraevano senza ritegno, il respiro strozzato veniva unito ad un rumore lontano e terribile rullio, frattura della calotta cranica, il suo cervello era letteralmente in ebollizione.
Un carro a molle propulsive le passò a velocità di fianco facendola finalmente cadere.
Nessuno alzò un dito, nessuno l'aiutò, nemmeno Ale, non ne aveva voglia, restò li a guardare, i Pedofiliac fun le si stavano già avvicinando mentre quella si contorceva sempre più debolmente a terra, solo la testa aveva vita propria, fremeva e ribolliva copiosa, pronta ad inondare tutto con la sua poca materia malata.
"Che i bambini vengano a me" Sibilò un Pedofiliac fun provocando fragorose risate tra i presenti, anche Ale sogghignò serena e sistematica interesse.
Dalle luci verdi torbide in lontananza e un fischio acuto annunciarono l'arrivo del Sanitarium.
La festa era finita, i Pedofiliac fun si dispersero tristemente.
Figuri bianchi e tirati, con le faccie distese nella loro sfrenata dipendenza da BIO-GARUENAL autorizzato, uscirono dalle lamiere lucide del ezzo e con guanti e maschere in fibrolattice presero il corpicino e l'occultarono nel retro mobile.
Le allucinazioni da penetrazione con le buie balaustre gelide, davano a Ale un leggero mal di testa attutito dall'anfeto-pausa.
Riprese la via per la scuola.
Si vedevano già all'orizzonte rosso scuro i tetti fossili come scaglie pressate di rospo della scuola istituto.
L'alto muro e i cancelli con guardie robotiche armate, gli altri student-zombie ci entravano senza speranza, chi più chi meno locuacemente sveglio a seconda della droga ingurgitata per tempo.
Volti conosciuti ma non per questo famigliari, quanta confidenza solo per una veloce prostituzione o uno scambio di sostanze, studenti o inservienti di alto rango, qual'era la differenza?
Sembrava che ci fosse meno gente del solito, forse il Dizzyness (così l'avevano chiamato gli innestomani, no?) aveva mietuto più vittime di quel che si pensava.
Era un circolo vizioso, era ovvio che nessuno avrebbe mai smesso di farsi, la vita era a malapena accettabile così.
Forse era una macchinazione statale per fare un po’ di pulizia etnica di classi, puoi fare a meno del sesso, del cibo, la sussiatenza, ma delle tue droghe sintetiche no, questo era troppo...
Ma non sta in piedi come complotto, sarebbe l'autodistruzione planetaria, neanche i cosiddetti Straaght Edge sono puliti, sono solo rigidi e regolarmente fedeli alle loro siringhe~pistola direttamente sulla spina dorsale, più precisamente nell'atlante, sono liquidi endofrinali amniotici, praticamente idee di auto convincimento di sicurezza e sanità, benessere infibulato via germinale per i sensi.
Naturalmente loro negano,le chiamano iniezioni di vitamine rinforzate, sono i più dipendenti di tutti.
Queste iniezioni fatte sull'atlante lo rendono poroso e slittante, ragion per cui già a 25 anni hanno già tutti dei bei collari al nobium.
I suoi pensieri furono interrotti da una voce che la chiamava, purtroppo a lei famigliare, era Lux.
A Lux piacevano gli sport acquatici e le tonsille, Lux era un fottuto pervertito in stadio terminale, la faccia rosea cucita male e finita (usava comprare strati carnosi ai culi dei bambini per riapplicarseli malamente al viso butterato con un effetto ridicolo da facci da culo pre-natal) "Ciao Ale" biascicò la faccia da culo.
Ale non rispose, si limitò a fissarlo aspettandosi una qualche sua paranoica offerta. Lux le procurava roba sempre più o meno buona, era conosciuto quanto mentalmente laido, se la fotteva a buon prezzo per 2, 3 settimane, poi scompariva in qualche clinica per espermenti di igiene neurotica e ne usciva più sbroccato di prima.
"Vieni a farti un giro con me, andiamo in un monoblocco a ore”.
Era la cornice patetica di un rimasuglio di un corpo vibrante senza età e la cosa peggiore era che il cazzo gli funzionava ancora!
Naturalmente aiutato da una risacca di pompe idrauliche testicolari e semi ingranaggi abrasivi alla radice del membro, molto fastidiosi nel conno durante e dopo il rapporto da mattatoio.
“Io veramente dovrei andare a scuola, se salto la conta anche oggi mi aspettano i castighi corporali". I bulbi rossi, roteanti e caldi dalle tossine la guardavano increduli.
Che noia essere sodomizzate da quell'elettrodo da secondino incazzato, scariche elettriche al colon, ma questa volta gli e ne aspettavano 20 invece che 8, era la sua terza assenza.
D'altronde non cercava qualcuno che le procurasse qualcosa?
Oltre i cancelli non c'era un gran fermento, molti pusher dovevano essere assenti, magari con la notizia del nuovo morbo c'erano anche più controlli.
“Ma tu non sai cosa ti offro…” continuò Lux con un sorrisetto scabroso “Niente supposte oppiacee plus da poveracci, ne infrapeli TOXI DOMAX”.
Meno male, anche se le sue supposte erano ottime e non tagliate, le facevano venire una diarrea folgorante e gli infrapeli epidermici oltre che a essere schifosamente anti estetici (grossi aghi sotopelle da cui fuoriescono questi tubicini neri, come peli giganti e lucidi a punta morbida, saturi di TOXI-DOMAX che ci mette più di 4 ore per essere assorbito dai pori e intanto vai in giro con a penzoloni dalle braccia queste mucillaggini nere.
Lux estrasse dalla borsa in plexiglass un contagoccie rotondo dal liquido gelatinoso blu.
Roba di classe, quello era SPEED GHOST per via corneale, Ale adorava le sostanze via oculare, era roba da primo livello, ne aveva usufruito raramente..
Quella non aveva bisogno di parole o di ripensamenti, la ragazza giudiziosa si incamminò con Lux, la scuola era lontana.
Il monoblocco in affitto a ore era veramente osceno, escrementi per terra, vomito, grappoli di cimici rosse rigonfie sopra e sotto la cuccetta a due piazza, era un posto per collezionisti di malattie veneree.
Un GHOST SPEED se buono le sarebbe stato su anche più di una settimana.
Pregustava già il lambire delicato e scivoloso della pappetta sull'occhio terrorizzato dai blocca palpebre, il bruciore ai suoi languidi contorni oculari, la vertigine e l'annebiamento con un retrogusto amarognolo nella gola e nel naso.
Il CLICK, CLACK dei gancetti blocca palpebre risuonavano lontani, giocando nelle brute mani guantate di Lux, aveva già l'acquolina in bocca.
Si fecero il SPEED GHOST, allucinazioni benevole ad alto potenziale.
Non aveva finito di togliersi il blocca palpebre che già Lux le sparava a manetta le sue paranoie giornaliere per auto eccitarsi: “Voglio che apri la bocca e mi fai vedere i denti,non quelli davanti, quelli dietro.
Smerlati e ruvidi, dimmi l'alfabeto così ti sbircio i denti, lo sai l'alfabeto, vero?
O te lo devo insegnare?”
Lux iniziava ad eccitarsi, si sentiva dal ronzio sordo di quel cazzo macchina che aveva in mezzo alle gambe. Inizia a smanecchiarli la bocca, carezzarle i denti, tastarle zigomi e mascelle come per rendersi conto della merce muscolare che avrebbe dovuto usufruire del suo strumento meccano/carnoide del piacere.
Bè almeno era pulito, gli ingranaggi e le fibre metalliche che brillavano sgrassate al profumo di disinfettante industriale, le carni erano sterili.
“Su apri di più la bocca, fammi vedere le tonsille, fammi sentire l'alito il respiro delle tonsille, ce l'hai le tonsille vero?
Falle penzolare come vecchi seni glabri sgusciati fuori dalla loro stanca pelle, falli annodare contro di me”.
Nonostante l'abbondante dose di SPEED GHOST, Ale non si sentiva affatto bene, nausea, malessere, anche se quella roba non era buona doveva avere sempre su il suo bromuro soda dalla mattina.
Si sentiva soffocata tutto d’un tratto, pressata e claustrofobia, il sudore freddo e il tremore iniziava ad abbrancarle testa e colon..
Si inginocchiò in fretta e iniziò a succhiare quel wurstel mutante prima che gli e lo chiedesse, doveva darsi di fare velocemente, cercare di non rifletterci, ma pensieri di terror panico sintetico a lei sconosciuti le ribalzavano intorno con cattiveria.
Lacrime e bava involontaria, l'avorio dei denti cigolava scalfito e il palato ferito dai graffi gocciolava sangue ferroso sul metallo surriscaldato.
Ma quanto cazzo ci metteva?
Le mascelle le dolevano, il metallo iniziava a diventare troppo caldo le bruciava la lìngua strizzata tra una lamina e l'altra, la stava realmente soffocando, veleva incentrare le sue tonsille.
Non riusciva più a respirare e un conato profondo la fece liberare dalla stretta alla testa dì Lux... Finalmente le mandibole erano libere, vomitò un po’ dì bile violastra, quant'era che non mangiava?
Lux era ridicolo ed esterrefatto con il suo cazzo ronzante ancora in movimento, fumini di riscaldamento ne fuoriuscivano incazzati.
Non capiva che stava male, pensava ad una truffa del sesso; così mentre Ale era sopraffatta da desideri mai contemplati come disintossicazione e tranquillità interiore, Lux sbraitando la rivoltò strappandole il vestito di sottile nylo verde e pelush neri.
Pretendeva il suo pagamento, Ale si trascinò a carponi sino al piccolo bagno appiccicandosi addosso al suo passaggio blatte carnivore e pidocchi felici.
Il bagno era fetido in abisso di piscio, escrementi e fluidi sessuali inondavano ovunque le pareti buie di metalli lisci, senza appigli e la tazza del cesso fiera e implacabile come unico mobilio.
Non le era mai preso così, il cuore le pompava a mille, era il panico che nutriva il panico stesso, non poteva calmarsi gli occhi sbarrati e sempre più neri, respiro corto e così faticoso, tremava e le tiravano i tendini braccia e gambe in una collisione invisibile, doveva smettere,voleva stare bene... allucinazioni a tutti e 5 i sensi, aveva perso il controllo.
Non le importava di essere sodomizzata a morte da uno psicotico con il cazzo mutoide in un monoblocco laido e isolato, voleva solo stare bene, ranicchiarsi in un angolo tremante, chiudere gli occhi e morire.
Una mano decisa le scaraventò la testa nel cesso mentre una scarica di bruciore bollente le inondava il di dietro, era come essere scopata da un fuso di magma bollente e compatto, la carne del retto si ritirava al suo passaggio, non si sarebbe più seduta per molto tempo.
I tessuti le si raggrinzivano per il calore, le stava squagliando il colon si sarebbe ritrovata una bruciatura di 7° grado proprio nel spintere con cui lavorava.
Ma anche queste sensazioni erano riplasmate dalle allucinazioni anali, un fiore di fuoco o un missile in corsa, i freddi colpi ripetitivi e omologati sul cesso le facevano indurire i capezzoli posati candidamente sull'acciaio sporco e la testa annegata in una stanchezza dal sapore di cloaca.
Ale per un momento fu quasi grata di quell'atto violento che la legava ad una frazione di effusione alla realtà.
Bagliori endocrinali le frastagliavano il corpo, non capiva più i punti della sua carcassa, confondeva gli orefizi e gli spazzi aperti mentre qualcuno le urlava cose sporche sulle sue tonsille.
Lux era indispettito e irrigidito, preso da uno sbalzo di umore atomico in mezzo ad un poema catastrofico sulle tonsille e l'alito di Ale “Amore..." Le diceva mentre se la inculava annegandole dolcemente la testa nel cesso, mentre le stringeva i sottili fianchi da giumenta in calore...” i sapori di liquami di cloaca le facevano vomitare anche le viscere, gli occhi annegati nel buio dell'acqua torbida le bruciavano, mugolare e respirare facevano solo peggiorare la situazione, sentiva il liquido blu intriso di piscio e disinfettante nuotarle gaio nei polmoni e dietro quel fottuto le stava spaccando il colon sussurrando le frasi romantiche, i sussulti del corpo impazzito provocavo spasmi tremendi ai tessuti e il suo orefizio si stringeva di continuo violentemente facendogliela amare davvero mentre la stava uccidendo.
Una blatta carnivora la stava baciando sott'acqua come in un'odissea anni 50; basta dopo la pubblicità se ne sarebbe liberata, cioé ora.
Si girò su se stessa più facilmente di quel che aveva pensato, mentre litri di sperma inorganico le irradiavano le vesciche calde del culo.
Sfilò il membro (e nessuno di voi potrà mai capire che gran sensazione di fresco sollievo ne derivò) urla, sangue a grumi,l e pelli grondano soddisfatte.
Ale riesce finalmente a farsi un giro all'aria aperta e inquinata del suo cervello e Lux perse malamente il suo grande amore radiale.
Non c'è altro da dire, un cadavere in più un cadavere in meno in un monoblocco a ore non fanno la differenza, ma Ale terbina nel buio e si rilassa ma senza lasciarsi andare.
Odore forte di incubatrici fetali, inconfondibile umanità sanitaria da luci al neon.
Ale si risveglia sposata e sudata in qualche posto statale Centroigi enicopsicomentaleterminale?
Clinica per malattie psicotiche?
SANITARIU?
Le piastrelle assettiche e irrealmente bianche, le guardie mediche imbronciate, seminascoste nelle loro subdole spirali obese di pazzia.
Ale non fa domande e non si muove:
1) Perchè non ne ha la forza
2) Perchè non glie ne frega niente, prende la vita così come viene.
Si sente invecchiata di qualche secolo e in un down profondo e paranoico, devono averle tolto tutte le sostane che aveva accumulato addosso, tolte quelle non rimane molto.
Mentre cerca di riaddormentarsi strafatta di ottimi pluri sedattivi, una voce scabrosa la fa sussultare, é proprio il letto accanto al suo, una laida vecchia che si lamenta e sbava, ha un voluminosa mascherina gommosa per ossigeno rinforzato, il corpo semi coperto e avvolto da tubi a scambio di liquidi..
Stucchevole carcassa malandate, cosa aspetta a crepare; Ale si prova a muovere per gridarle qualcosa e una stilettata di carni aperte nel colon la fanno brutalmente immobilizzare ma il suo flebile movimento è bastato ad alimentare sensori che avvertono il personale che si è svegliata.
Tecno medici deambulanti informano Ale che è al SANITARIUM, che e sospettata del massacro di un noto psicotico Lux Tonsilla in un monoblocco del centro per un regolamento di conti di marchette pro-psvcho.
Il propulsore meccanico pre-registrato attaccato come un'appendice propria all'informa stomaco del Tecno medico informa Ale con voce visceralmente distaccata e sintetica anche del fatto che ha il virus Dizzyness e quindi deve restare obbligatoriamente a disposizione (cioè a farsi sezionare) in clinica e che e sotto forti calmanti che limitano le capacità motorie quindi é impossibile scappare, sì consiglia quindi di cooperare docilmente.
Ale ascolta tutto catatonicariente, dice di non ricordarsi niente delle ultime ore, tutto diventa grigio e singolo da quando stava per entrare a scuola (naturalmente non fa parola dell'incontro con Lux, anche se effettivamente non si ricorda com'è andata a fìnire), sa solo di avere un gran male al culo e alla testa, si sente i dredlocks pesanti e le carni molle da pieno down, stanca e disintossicata, una vera tragedia e poi ne vuol sapere di più sul Dizzyness perchè lei non sì sente affatto imparanoiata.
I tecno-medici l'ascoltano senza espressione, le spiegano vibrando su periori mentre mandano scorregge acide che il Dizzyness si manifesta ogni volta più forte e improvviso ogni qual volte si assorba una qualsiasi droga anche in piccola quantità, all'inizio come nel suo caso può essere tenuta sotto controllo con la disintossicazione assoluta e uso massiccio di tranquillanti telepatici a onde corte.
Paranoia sino alla fusione suicida della corteccia cerebrale è lo stadio finale, la mente si suicida autosurriscaldandosi per il panico provocato nell’IO, pensieri, idee, ricordi ogni cosa viene alterata, confusa, addobbata da crisi/incubi.
Non c'é una cura ancora, non si può dire di sapere per certa la causa anche se lo scatenamento è dato dalle droghe e il nutrimento sono le nostre ossessioni distorte, forse e una manovra dei guerriglieri anti-chimici o di qualche stronzo biomeccenoide pluri miliardario impazzito.
Ulteriori informazioni sono TOP-SECRET. “Sarà sottoposta al primo esperimento alle 1O notturne.
Fine trasmissione.” Così dicendo la macchina si spense pronta per un'altro paziente. A Ale vennero tolti i legacci di fibre titaniche da inquisizione millenaria e dopo un siringa a propulsione ricca di tranquillanti nell'ugola i tecno medici l'abbandonarono alle sue meditazioni.
Le ultime ore (secoli?) di Ale erano un buio torbido e impenetrabile e questo era più o meno sconcertante, ogni tanto aveva dei buchi neri nei suoi viaggi artificiali, ma erano di attimi, qualche decina di secondi al massimo, quella era una vera perdita di memoria.
Era stanca ma non aveva voglia di restare li, programmi strettamente controllati e privi di emozioni per non danneggiare l'umore apatico dei pazienti nei tre mega schemi a muro erano le uniche cose da fare.
Il limbo del sonno costrittivo la stava quasi per vincere, non le erano mai piaciute le droghe pacifiche da abbiocco, voleva sempre essere attiva e spasmodicamente presente e se proprio doveva riposare un' inalata di NEUROSIS AEROSOL con EXTRA TAVOR e PERCODAN-PROZAO+, sonno tombale e senza sogni sicero, riposo garantito scandito dalle note dell'illegalità.
Un grido lungo, sofocato quanto fastidioso e deprimente, quella vecchia bastarda morente nell'altro letto continuava a lamentarsi e aveva osato svegliarla!
Dalle parole semibiascicate Ale riuscì a capire che si lamentava perchè aveva riempito la sua bella padella inox di merda e voleva essere pulita ma gli inservienti meccanici non c'erano, nessuno l'ascoltava solo la povera Ale sorbiva le sue lamentele da vecchia anti-coprofaga, voleva ignorarla e dormire ma non ce la faceva, in mezzo a quella tortura si ricordò del bronuro soda nello spike magari ne era rimasta una striscietta.
Se lo svitò velocemente, per fortuna non l'avevano perquisita e ce n'era giusto un’assaggio per tirarsi su della stanchezza.
In giro non c'era nessuno solo la vecchia occupata in un tete-à-tete con il suo culo sporco; lo sniffò con autorità e si rimise il piercing.
Aspettò la lucidità con un sottofondo di televisioni e nenie canute.
Non si sentiva molto bene, forse era vera la storia del Dizzyness che prende a crisi ad ogni dose anche se scarsa.
Si sentiva sempre peggio, nausea esistenziale, claustrofobia bianca in pertinente e la vecchia che continuava imperterrita nel suo rosario nauseabondo.
Le stava prendendo proprio male paranoia, paura, pensieri slavati e inpuri. Avrebbe voluto squartarsi dal di dentro, morire mestamente, che cazzata aveva combinato, autodistruzione di speranze e la vecchia amplificava la sua speranza. Serve del sollievo anche poco ma immediato.
Ale si alzò di scatto, le gambe pesanti e traballanti incerte del proprio contatto con il pavimento gelido.
Si avvicinò al lettino della matrona.
Così vicino si sentiva anche l’odore acre della sua merda e il sentore di carni stanche in disfacimento.
La vecchia la guardava stupefatta, Ale le tolse la padella da sotto, treboccava irripurità verdi e purulenti di larve e gli e la infilò gradatamente nei tubi respiratori e nutrizionali, la vecchia protestava debolmente saturata, ingorfata sino in gola e nelle vene della sua stessa merda.
Uno show coprofago da film SNUFF di prim’ordine liquidi defecali e larve le gironzolavano tra le pieghe flaccide della pelle del viso.
Uno STRUNK improvviso, il cuore semi vegetativo si stroncò dall'emozione di un'orgasmo copro lagna.
Il sollievo come medicamento mediocre, non c'era più il sottofondo petulante ma Ale era nel pieno delle sue allucinazioni sensitive, suoni e colori malformi le danzavano intorno, riusciva a sentire i rimbombi amplificati dei suoi stessi organi impauriti.
Il cuore le martellava così forte che pensava di rigurgitarlo da un momento all'altro.
Le luci e i bui incerti e sinistri, voleva uscire da quel tunnel di cacofonie annacquate dalla pazzia.
Il cadavere era già dimenticato, il sollievo schiacciato dalle fitte al cervello.
Tanta era la suggestione malata da non riuscire a stare in piedi vedendo il pavimento prendere improbabili curvature inequilibrate.
Si sentiva la testa calda, insopportabilmente cauterizzata dal male.
Sudori freddi, pelli allungate, semicerchi di uteri infuocati le sfrecciavano come pinzate di calamite elettriche intorno a gli occhi.
Mani e pinze in lattice la fermarono mentre sbandava da una parete all’altra dello stanzone, sedativi, vene in fiamme, luce, buio e poi di nuovo luce.
Capriole di arcobaleno mimetico e poi l'aria fresca, solo un'altro abbocco di sollievo, Ale non capiva neanche i movimenti dei suoi arti, si contorcevano per abitudine, come aveva fatto a uscire dalla clinica?
Non lo sapeva, non sapeva neanche dov'era, c'era solo una consapevolezza dell'esterno, l'aria era liquida, gli oggetti malleabili.
Sopravvivenza, non voleva stare in piedi, seduta, a carponi o sdraita si sentiva estraniata e fuori posto ovunque.
Si accartocciò alla bella e meglio in un angolo più scuro degli altri e probabilmente più sudicio, dimenticare, stare bene, vedeva il reale spazio temporale, ma la realtà non arrivava mai.
La realtà tornò con fatica e concentrazione molto tempo dopo e come al solito gli avvenimenti successi si riabissarono nell’incomprensibile taciturno, però Ale ora aveva la conferma di essere stata male e di avere il Dizzyness, un bel casino. Doveva cercare di tornare a casa il più presto possibile.
Non riconobbe la zona dove si trovava, ma chiedendo a qualche barbone titubante scoprì di essere a fine centro, a confine con la zona EST, avrebbe dovuto farsi un bel po’ di strada.
Il cielo paralizzato come lo schermo di un canale morto non dava molta voglia di vivere, è come se quelle crisi e la privazione di droghe le avessero dato una consapevolezza affine di tutta la solitudine industriale che la circondava, si immerse piano piano nella tristezza, non aveva mai pensato alla morte prima.
Un traslocante guidato le diete un passaggio sino al suo quartiere.
Le sue chiacchiere erano quasi più vuote della breve strada verso la sua abitazione, un’ammasso di saracinesche poco invitanti e pedane mobili arrugginite.
Prese la pedana elevatrice del suo abitacolo, entrò facilmente con l’analizzatore vocale; mammina dormiva tranquilla, non si curava molto di lei e lo stesso faceva Ale, si curava solo delle sue voglie ninfomani da gestire con una vagina artificiale. Il televisore sempre acceso, continuava a parlare del Dizzyness, in soli due giorni la sezione medica era diventato l’argomento principale, la gente continuava a morire numerosa, le ricerche erano continue e febbricitanti ma senza risvolti positivi.
Uno sciame di mosconi si alzarono di botto dalla testa di mammina, Ale non aveva guardato bene, la mamma era morta, morta di Dizzyness, gli occhi sgranati innaturalmente di clorati dall’iride nera ingigantitasi mostruosamente, la testa leggermente inclinata, ma tenuta su dalla struttura del corpo metalloide, rivoli grumosi di sangue corposo e materia grigia le scendevano da orecchie e naso, la bocca semiaperta era diventata un proficuo esilio per i vermi e altri insetti.
Ale non provò proprio niente, solo pensò a come disfarsi o rivendere l’enorme cadavere. Andò in bagno a lavarsi la faccia, nello specchio i suoi occhi erano più grandi del solito e tra l'iride verde e il bianco corneale c'erano delle chiazzette rosse.
Probabilmente le pupille nella crisi avevano già tentato di strappare l'iride e inglobare l'occhio,ma l'avevano solo ferito, provocando piccoli ematomi oculari, per ora.
Si sdraiò sul suo letto in gomma e pensò se in realtà gli e ne fregava qualcosa di vivere.
Erano secoli che non usava il suo cervello per dei ragionamenti così profondi, se mai l'aveva usato. Il notiziario della NO-OMOGENIC channel continuava falsamente allarmato facendo vedere reportage e illustri tecno-medici e patologi.
Molta gente si stava sistematicamente uccidendo allo scoprirsi la malattia e le sfere alte erano sempre più battute; se si fosse continuato con questo ritmo, senza vaccini o cure la popolazione terrestre sarebbe stata sterminata nel giro di poche settimane.­ Impossibile scoprire il malato all'inizio, se basta davvero uno sguardo o una parola… siamo già tutti isolati nella folla esanime, così finiremo per isolarci del tutto.
L'industria ci ha già tolto la tolleranza e la comunicazione di masse, sentimenti, scambi, ora si punta a distruggere la più piccola unità dell'individuo, i 5 sensi non saranno più usati che da noi stessi, senza scopo e sempre di meno, saranno atrofizzati e poi amputati.
Il conto alla rovescia per lo sterminio individuale. “Bé,tanto vale morire sballati”, pensò Ale, uscì svelta a comprarsi la sua ultima massiccia dose di BROMURO SODA che si sparò su per il setto in un colpo solo.
Quello che vide e che sentì fu indescrivibile, forse morì felice, più probabilmente no. Il cervello le implose silenziosamente come un budino di carne troppo cotta.. Non c'era niente da rimpiangere, perché non c'era stato niente...
Molti altri giovani seguirono il suo esempio, dando l'addio con una dose abbondante, i pusher avevano un gran lavoro in quei giorni, ma erano anche i primi a crepare per il contagio. Il Dizzyness fu lentamente rallentato ma non fermato.
La popolazione mondiale era più che dimezzata, ciò nonostante continuava a farsi, tolto quello non c'era molto altro da fare, tolto quello non c'era nient'altro.

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