
Amarcord
a colori per ricordare sulle reti Rai la
tv degli anni Sessanta con ''
Carosello'' , che alle 21.00 concentrava la ''rèclame'' - come era indicata la
pubblicità- per mandare i bambini a letto, e con '' Non e' mai troppo tardi''
la trasmissione condotta nella fascia serale dal maestro educatore Alberto Manzi per insegnare
agli italiani a leggere e a scrivere.
Per Carosello '' reloaded'', un termine inglese che tradotto alla lettera sta
per ''riscaricato'' , ma sarebbe meglio ''rivisitato'', sono andate in onda su
Rai Uno
-dopo il tormentone dei pacchi a premi- le prime puntate sulle arie e i simboli della tradizione grafica e musicale.
-dopo il tormentone dei pacchi a premi- le prime puntate sulle arie e i simboli della tradizione grafica e musicale.
Tanta curiosità iniziale ma poi il confronto non regge. Carosello
e' stato, fino al 1977, un'altra cosa
per gli italiani che hanno mutato i
consumi sulle ali del ''boom'' fino all'incrinatura di modelli e di società a
causa delle contestazioni degli anni Settanta sfociate nel ''riflusso''. Da qui
la specializzazione della pubblicità, che si è affidata a pool di esperti, che
non sempre sono riusciti a produrre messaggi efficaci e creativi, spesso
sfociati nel ''trash'',nel costume e nel malcostume sessuale e a volte nella sottile e maldestra arte della
comunicazione subliminale. Risultati
dubbi,pertanto, e parte delle pubblicità
passate come meteore o alla regia di questo o quel guru alla ricerca di valori
vecchi e nuovi, nonostante il poter di acquisto si sia ridotto e il vocabolario
degli addetti ai lavori si sia arricchito di una marea di anglicisimi e di
''testimonials' . La parola,pertanto, passa ai consumatori e ai ricavi... Con
'' Carosello reloaded'' gli inserzionisti son cambiati, fatta eccezione per il
cane a sei zampe dell'Agip che ora si chiama Eni, la Ferrero, Unilever quella
del panettone Alemagna e non solo, la Procter& Gamble dei detersivi... e
nuovi come Wind e Regione Marche. E sono cambiati gli spot con altri ritmi e
protagonisti, che all'epoca di Carosello in bianco e nero venivano dal cinema o
dal teatro e recitavano con battute
misurate ed efficaci. La creatività e la spontaneità c'erano tutte e lo slogan,
la scelta o il motivetto restavano inculcati nella mente quasi per la vita. Gli
over 50 ricorderanno Gino Bramieri per la pubblicità della Montecatini e i
manufatti in plastica : '' E mo', e mo'
Moplen. Signora guardi ben, che sia fatto di Moplen''.E sono tanti gli esempi delle reclames, un termine
francese soppiantato oggi dall'inglese
spot, che sono entrati nella storia della pubblicità e tra le abitudini
commerciali degli italiani.Ce ne sono per tutti i generi e per tutti gli usi .
Dal western ( Il gringo di Carne Montana, il pistolero del Caffè Paulista con
la tenera Carmencita al brasileiro El merendero), al fantascentifico (il
pianeta Papalla della Philco), all'Italia da bere ( Biancosarti del Tenente
Sheridan, Aperol dell'investigatore Tino Buazzelli, la brillantina Linetti
dell'ispettore Rock, Kambusa l'amaricante per lupi di mare, il Rosso Antico, Il
Cavallino Rosso e il Punt & Mes delle occasioni speciali). E sulle ali dei
ricordi si inseriscono le immagini in bianco e nero del maestro Alberto Manzi,
per il quale la Rai ha realizzato una fiction in due puntate che vedremo nei
prossimi mesi. Manzi, pedagogo,interpretato
dall'attore Claudio Santamaria, insegnò a scrivere e a leggere agli adulti
analfabeti utilizzando un linguaggio e
segni tracciati con semplicità,a cominciare
dalle vocali scritte con l'inchiostro
sul quaderno. Era un appuntamento attesissimo,
durato quasi 500 puntate dal 1960 al 1968. Frequentavo le elementari e ricordo
che il volto accattivante e comprensivo
del maestro pedagogo era diventato famigliare dai cinescopi degli ingombranti
televisori a valvole, con tanto di stabilizzatore, che si accendevano e si
spegnevano lentamente nelle case degli italiani. La fiction toccherà altri
aspetti della vita di Manzi, poco conosciuti, ma che contribuiranno a stimolare
l'amore per l'apprendimento. Quanto non lo sappiamo. In giro c'è tanta ignoranza
nella alfabetizzazione multimediale nonostante la miriade di linguaggi
interattivi che popolano schermi e tastiere di ipod,ipad, smartphone e via
digitando. Arriva il tutor -beefs o il teacher-Bullocks (traduzione letterale
di maestro Manzi) per ridurre il tasso di analfabetismo nell'era di internet.
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Franco Martina