In un libro di Michele Pinto rievocati eventi e personaggi dal 1940 al 1960
Un detto molto noto afferma: “gli imbecilli e gl’idioti vivono solo del presente”.
Un riscontro a tale assunto lo si ricava dall’ultimo, in ordine di tempo, lavoro del prof. Michele Pinto dal titolo significativo “Uomini, fatti, Istituzioni -Ritratto di un paese dal secondo conflitto mondiale al miracolo economico”.
Un detto molto noto afferma: “gli imbecilli e gl’idioti vivono solo del presente”.
Un riscontro a tale assunto lo si ricava dall’ultimo, in ordine di tempo, lavoro del prof. Michele Pinto dal titolo significativo “Uomini, fatti, Istituzioni -Ritratto di un paese dal secondo conflitto mondiale al miracolo economico”.
Un amarcord di un periodo storico dell’Italia dagli anni ’40 e ’60 del secolo scorso che s’intreccia con la storia della comunità rionerese. “ A quel tempo – scrive Pinto - , Rionero rispecchiava la più generale condizione sociale dell’intero paese e più in particolare del sud della penisola”. L’autore – come sostiene Raffaele Pinto, estensore della Prefazione - si esprime con la passione di chi ha molto osservato, come da bambino ed adolescente, ed in parte anche vissuto, come giovane intellettuale e politico, ma soprattutto documentato con lo scrupolo del maturo uomo di studi. “ Il presente lavoro – precisa ancora Michele Pinto nell’introduzione al volume – vuole essere prima di tutto una forma di riverente omaggio a quegli uomini e quelle donne che con i loro sacrifici, le loro sofferenze , la loro tenacia si sono adoperati per consegnare ai propri figli un Paese “ migliore” , affrancato dagli scempi della guerra , libero, democratico, aperto al nuovo che intanto avanzava. In secondo luogo offrire al lettore uno “spaccato” di vita sociale , civile, politica, economica, religiosa , antropologica di un Paese, l’Italia, e di una comunità , Rionero , che va dalla seconda guerra mondiale al miracolo economico”. Con stile agile, lineare godibile, l’autore rievoca con maestrìa gli eventi e i personaggi (anche con riferimenti ad episodi riguardanti la sua famiglia) che maggiormente hanno segnato e determinato il passaggio da una condizione di vita di miseria, di sofferenza, di stenti e privazioni ( a causa della guerra e dei disastri da essa provocati non solo nelle cose ma anche negli uomini e nelle famiglie) ad una esistenza più accettabile e soprattutto proiettata verso un avvenire migliore. Qualificante e significativo quanto dichiarato dalla signora Filomena Nardiello (madre dell’autore) in avanzato stato di gravidanza, al giovane carabiniere che, durante il referendum Repubblica o Monarchia del 2 giugno 1946, le aveva consentito di evitare la fila degli elettori in attesa di entrare nel seggio elettorale, dato il suo stato, le aveva chiesto per chi votava. “Voto per questa creatura che porto in grembo, nella speranza che possa vivere una vita diversa dalla nostra e soprattutto che la nuova generazione non possa conoscere gli orrori della guerra, gli stenti, la fame, la privazione delle libertà personali”. Ansia e speranza, dunque, nelle parole della signora Nardiello che rappresentavano, nella grande semplicità, tutto un programma. Una galleria di nomi e cognomi di persone, dai più umili ai più importanti ed influenti, che hanno vissuto e operato per dare un volto nuovo alla nazione e alla comunità rionerese. Non manca, infatti, la rievocazione delle laceranti ferite lasciate dalla guerra nelle famiglie dei soldati morti, i drammi dei reduci e dei soldati sbandati per rientrare nei propri paesi ecc. Tratteggiati pure eventi politici, come le varie elezioni politiche ed amministrative, la contrapposizionie fra Melfi e Rionero per la (mancata) istituzione della terza provincia in Basilicata, la celebrazione a Rionero in Vulture del Congresso Eucaristico Interdiocesano nel 1949, l’operato lodevole a favore dell’infanzia abbandonata da parte del sacerdote Achille Fosco e delle Sorelle Misericordiose, le imprese sportive del C.S. Vultur ed altro ancora. Interessante la descrizione dei vecchi mestieri e delle tradizioni di una volta che caratterizzavano la “vita di paese” della cittadina del Vulture. Un tuffo nel passato, con non poca nostalgia, specie per chi è avanti negli anni. “Un fermento nuovo però – afferma Pinto - s’impossessò nell’animo dei ogni italiano e soprattutto dei più giovani, presi dalla voglia di contestare e trasgredire. Ma questa - conclude Pinto- è altra storia che merita di essere raccontata a parte, anche per farla conoscere ai nostri figli”. L’auspicio è che Pinto, con la sua perspicacia ed onestà intellettuale, possa dare un seguito a questo pregevole lavoro e raccontare fatti ed eventi della comunità rionerese dei periodi storici successivi al “miracolo economico”.
Il volume, promosso nell’ambito delle manifestazioni culturali del Comitato dei festeggiamenti in onore di Maria SS del Carmelo, sarà presentato l’11 settembre prossimo presso la sala Vorrasi alle ore 18 con le testimonianze di mons, Pasquale Di Giacomo, di Donato Martello, di Emidio Nigro e gl’inteventi di Lucio Tufano, Teresa Caggiano, Antonio Placido. Relatore sarà Raffaele Pinto, autore della prefazione al volume mentre Lucia Guarini coordinerà i lavori. Michele Pinto, dirigente scolastico, è autore di alcune pregevoli pubblicazioni fra le quali. “Scuola Elementare e Cambiamento Educativo” (1984): ); “Il tirocinio nella formazione iniziale dei docenti di scuola elementare”(1999); “ La progettazione nella scuola dell’autonomia” (1999); “La gestione dei gruppi didattici (1996); “Nella Terra dei Briganti.Vicende storiche e questioni aperte” (2206); “La Festa patronale nella Storia di Rionero (2006). Nel 2006 ha ottenuto il Premio “ISIS N. Miraglia” di Lauria per sua pubblicazione “Nella Terra dei Briganti”, prefata dallo storico Giampaolo D’Andrea.
Michele Traficante