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NICOLA DE ROSA E LE VICENDE DEL XIX SECOLO

Presentato a Barile un libro di Luciano De Rosa sulla sua vita.

E’ stato presentato nei giorni scorsi a Barile il libro di Luciano De Rosa “Nicola de Rosa” ( ovvero cenni di una vita vissuta fra le straordinarie vicende del XIX secolo)”.
Il libro presentato presso il Palazzo Frusci, ha visto tra i relatori Michele Strazza, autorevole studioso di Storia locale e Donato Pruonto, già docente presso l’Istituto Magistrale “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture.
Ha moderato la presentazione Donato Mazzeo, direttore della Rivista “Basilicata Arbereshe”. Presenti al tavolo dei relatori anche il dott. Giuseppe Mecca, sindaco di Barile e Daniele Bracuto, presidente della locale Pro Loco.
Nico de Rosa nasce a Barile il 18 aprile 1779 da Giuseppe e da Maria Grimolizzi. Il padre Giuseppe si occupava di commercio di legname attraverso i vari possedimenti boschivi della Zona del Vulture e di Banzi e Palazzo San Gervasio.
Il primo avvenimento che vede coinvolto Nicola de Rosa, e che lo pone sulla scena della storia, è la Rivoluzione Napoletana del 1799. La rivoluzione giacobina che vide fra i martiri anche Mario Pagano di Brienza e il monaco carmelitano Michele Granata di Rionero in Vulture.
Nicola de Rosa, giovane studente a Napoli e vicino agli ambienti giacobini, si trova coinvolto in questi eventi.
La Rivoluzione Napoletana, com’è noto, verrà repressa nel sangue e Nicola de Rosa è condannato ad andare in esilio in Francia per quattro anni. In Francia egli continua a studiare e a frequentare gli ambienti liberali. Prende parte ad alcune campagne napoleoniche.
Nel 1806 i francesi instaurano nel sud d’Italia il Regno con Giuseppe Bonaparte, Nicola de Rosa diventa ufficiale del nuovo esercito di Gioacchino Murat, Re di Napoli. In questo periodo avviene un cambiamento economico nei ceti sociali. Grazie alle riforme del nuovo governo la media borghesia ottiene vantaggi a scapito dei vecchi ceti feudali ed ecclesiastici.
La media borghesia agraria ( che durante gli anni aveva acquistato delle proprietà) e la borghesia delle professioni ( avvocati, farmacisti ecc.) appoggiano il governo francese ed entrano nei primi organi politici del Regno, diventando così il nuovo ceto dirigente. I francesi, sul modello della loro Repubblica, istaurano nel Sud nuove figure politiche ed istituzionali, come l’Intendente che comanda la Provincia, i Consigli Provinciali, i Decurionati, una sorta di Consigli comunali, con i sindaci e i consiglieri. Nicola de Rosa ebbe un ruolo chiave nel primo Consiglio Provinciale di Potenza.
Al ritorno dei Borboni nel Regno del Sud, nel 1815, la borghesia, che era diventata più forte, rimane saldamente al potere nei nuovi organi istituzionali. Gran parte degli




esponenti del vecchio regno francese, compreso Nicola de Rosa, continuano a detenere quei posti importanti nel Consiglio Provinciale, Comunali e nell’esercito.
Dopo i moti del 1820, molti esponenti liberali vengono arrestati, fra cui lo stesso Nicola de Rosa. Ma grazie all’influenza economica e politica che la borghesia esercitava nel regno borbonico, ben presto vengono scarcerati e ritornano nella vita politica. Lo stesso Nicola de Rosa, amico di Nicola Santangelo, Ministro degli Interni del Regno di Napoli, viene scarcerato e ritorna sulla scena politica come Comandante le Milizie del Distretto di Melfi.
La borghesia continuerà ad avere un ruolo centrale anche con il nuovo Stato del Regno d’Italia.
La relazione di Michele Strazza sul lavoro di Luciano De Rosa è proseguita con un’analisi sociale del periodo in cui ha vissuto Nicola de Rosa, morto il 9 gennaio 1852, ampiamente documentato nel libro. Infatti, il volume ha il pregio di essere ricco di documenti ( fotocopiati dagli originali e con trascrizione) che Luciano De Rosa ha ricercato tra gli archivi comunali, parrocchiali e privati, fra cui, in particolare, quello dell’arch. Biagio Andrea Barra.
Le conclusioni dell’autore hanno tratteggiato le vicende dell’epoca, confrontandole con gli aspetti umani del suo illustre antenato e della sua famiglia, anche con la presentazione di un dettagliato albo genealogico del casato De Rosa. Dalle brillanti relazioni di Michele Strazza e di Donato Pruonto è emerso, fra l’altro, che Nicola de Rosa è stato amico anche di Giustino Fortunato senior, legame che si è consolidato, quando Giustino senior battezzò un figlio di Nicola de Rosa. Inoltre dalle ricerche sono emerse e riportati nel libro, manoscritti, trascrizioni di atti, corrispondenze ecc. di Nicola de Rosa, soprattutto quando come Maggiore Comandante la Legione del Distretto di Melfi, con importanti personaggi, fra cui Pietro Colletta, Francesco Saverio Del Carretto, il generale Charles Atonie Manhès ecc, che raccontano vicende di vita, di cronaca, di tradizioni della comunità albanese e non solo. Ricerche e testimonianze che potrebbero essere di stimolo per una prossima pubblicazione al fine di recuperare la memoria storica del nostro passato.


Pino Di Lucchio

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