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MASTRO SILVIO, IL POSTINO STORIOGRAFO DI ATELLA

Un ricordo dell’umile portalettere rimasto nel cuore degli atellani

L’anno prossimo ricorrerà il trentesimo anniversario della morte di mastro Silvio Di Pasquale, il simpatico postino e figura di spicco nel panorama culturale atellano.
Tutti lo ricordano ancora con grande affetto ad Atella, simpatico, arzillo, occhio vivace ed intelligente, dal passo svelto e dal sorriso aperto e cordiale.
Figura mitica nel piccolo centro della Valle di Vitalba, di carattere apparentemente non facile, era amico di tutti, disponibile sempre ad aiutare i bisognosi.
 Mastro Silvio Di Pasquale, nato ad Atella il 12 settembre 1906, ebbe un’infanzia difficile. Di famiglia modesta ma numerosa ( il padre era sarto e barbiere nello stesso tempo e suonava il clarinetto nella banda paesana anche per contribuire al bilancio familiare), frequentò solo le classi elementari. Orfano di padre all’età di 11 anni, divenne ragazzo tutto fare presso l’impresa che effettuava i lavori dell’Acquedotto Pugliese. Poi riuscì ad aprire una bottega di falegname e nel 1929 sposò la sartina Maria Carmela Di Senso, da cui ebbe quattro figli, due maschi e due femmine. Nel 1951 venne assunto come portalettere, impiego che mantenne fino alla pensione.
Silvio, fin da ragazzo sentì forte l’amore per il suo paese e il desiderio di conoscerne la storia, passione che lo accompagnò per tutta la vita. Fece ricerche, visitò archivi e biblioteche, riuscì a mettere insieme  una gran mole di notizie su Atella e sui suoi personaggi più illustri. Portò a conoscenza dei suoi concittadini l’esistenza del magnifico sarcofago romano del II secolo d.C. rinvenuto nel 1740 in località Serra del territorio di Atella ed oggi custodito presso il Museo Nazionale di Napoli. Si procurò fotografie  dei più importanti  monumenti locali, fra cui l’arco di San Marco ( oggi non più esistente) dell’antica Vitalba.
Molti studenti e studiosi si rivolgevano a lui per avere notizie su Atella.
Per impossibilità economiche non potette pubblicare alcuno dei sui scritti. Ma nel 1973 con l’aiuto di amici, fra cui l’insegnate di scuola elementare Benedetto Carlucci che ne rivide  il testo, uscì un suo interessante lavoro dal titolo, “Atella visto da mastro Silvio”, vera miniera di dati e di notizie sul piccolo paese, compreso un prezioso elenco di tutti i sindaci succedutisi dal 1773 al 1970.
L’opuscolo di un centinaio di pagine, ciclostilato e stampato in 300 copie, è stata  la prima pubblicazione della Pro Vitalba ( Associazione Turistica Atellana) e l’opera, all’epoca, più completa dedicata ad Atella. Il lavoro è stato presentato al pubblico il 20 giugno,  ricorrenza del 2° centenario della fondazione di Atella ( 20 giugno 1773-20 giugno 1973). Per la pubblicazione dell’opuscolo hanno collaborato con l’autore, fra gli altri, Benedetto Carlucci per la redazione, Dino Mazzucca per le illustrazioni, Federico Capobianco per la ciclostilazione, Salvatore Tucci per l’impaginazione, Arturo Vaccaro, Roberto Zuccaro, Rodolfo Manfreda e don Natale Mantovani per le ricerche d’archivio.
“Mastro Silvio – scrive, fra l’altro,  Benedetto Carlucci nella introduzione all’opuscolo – è un atellano purosangue. Diciamo subito: non ha un carattere facile. Discute, partecipa, contribuisce ad ogni fatto culturale che serva ad Atella e agli atellani. (…) Per quanto gli riguarda bada soltanto ad essere utile nel suo poco a quanti gli chiedono lumi sulla storia, sulle tradizioni, su episodi di costume che hanno il magico potere di gettare una luce nuova sul nostro passato” Egli diventa uno dei più attivi sostenitori del Circolo Culturale “La Torre “, fondato dal dinamico insegnante elementare Lorenzo Lupo, ex sindaco di Atella, che lancia un nuovo discorso culturale coinvolgendo fior fiore di intellettuali del posto e non solo.
 Mastro Silvio morì ad Atella il giorno di Natale del 1981 fra il compianto generale. Di lui, nel luglio del 1965, scrisse Vito Riviello: “ Di Mastro Silvio chiedete / Il postino di Atella./ Non sopportò durezze / come poliziotto, e un giorno / si mise a consegnare / lettere di tutti, buon giorno / da Amburgo e dall’America, / d’un poeta e semianalfabeta”. / Divinità rurale diventa astrale / nel dono della posta, / gli occhiali sono miopia / e anche astrologia. / Batte alle porte come ospite / in veste di cortesia.
Un personaggio culturalmente importante che, pur nei suoi limiti, ha dato una lezione ai tanti “intellettuali” e che resta un esempio per le nuove generazioni che vogliono conoscere la storia del proprio paese. Perciò Silvio Di Pasquale  merita non solo di essere ricordato ma, soprattutto, onorato degnamente dal suo paese natale, magari intestandogli una strada.

Michele Traficante

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