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“LE SCHEGGE DI VITA COMUNITARIA” DI DONATO DI LUCCHIO

In un volume “Nonno Rionero” racconta i duecemto anni di vita paesana

“Solo l’amore, profondo, viscerale, forse anche troppo, che nutro per la mia Città, per la sua gente, per le sue cose, per la natura che la circonda, indubbio specchio del Creatore, il solo spirito animatore, che mi ha guidato, che mi ha sorretto, che mi ha spinto, che mi ha fatto giungere all’ultima parola con cui chiudo questo mio modestissimo lavoro”. Così Donato Di Lucchio all’inzio del suo volume.


Quale incipit migliore per parlare e presentare il pregevolissimo volume “1811-2011 Rionero in Vulture-Bicentenario di autonomia comunale- Nel 150° anno dell’Unità d’Italia 1861-2011- Schegge di vita comunitaria” dell’amico e collega Di Lucchio
offre ai suoi concittadini di Rionero in Vulture?
Si tratta di un volume che, come ha affermato il sindaco Antonio Placido nell’introduzione, “offre una rassegna di protagonisti, istituzioni, eventi rilevanti ed episodi minori che hanno dato forma alla comunità rionerese nel corso dei duecento anni della sua Storia”.
Con questa interessante pubblicazione di Donato Di Lucchio, infatti, si concludono in bellezza le celebrazioni del bicentenario dell’elevazione di Rionero in Vulture a comune autonomo e del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Il volume (269 pagine, con tantissime foto a colori e b/n, alcune inedite,(Rionero in Vulture, La Grafica Di Lucchio), è il frutto di lunghe, non facili ed appassionate ricerche che solo un profondo cultore di storia patria, come il collega Di Lucchio, poteva intraprendere e portare avanti per anni. Infatti, egli, oltre ad essere, da oltre quarant’anni, un apprezzato corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno”, non è nuovo a queste imprese culturali. Ha già pubblicato “Rionero in Vulture 1943-1945: Storia di una Tragedia” ( 2003), “Piatt e piattjdd’… a niu mangh nu savzaridd’ ( 2005).
Con questo ultimo lavoro, in ordine di tempo, Donato Di Lucchio fa un exursus storico, seppur a volo d’uccello, ma a 360 gradi, non esaustivo ma certamente come pista per ulteriori approfondimenti, della comunità rionerese, dalle origini, quale “pagus” venosino, come emerge dagli scavi archeologici di Torre degli Embrici, a casale di Atella e al riconoscimento della sua autonomia amministrativa del 4 maggio 1811 anche con le brevi biografie di Giustino Fortunato Senior (1777-1862, patrocinatore di tale elevazione, di Gioacchino Murat ( 1767-1815), a cui si deve il decreto dell’evento storico e di Giustino Fortunato Junior ( 1848-1932), illustre parlamentare e suscitatore della Questione meridionale. A tal proposito Di Lucchio ha ben delineato la costituzione della Fondazione “Giustino Fortunato” e la sua elevata valenza storico- culturale.
Non poteva mancare il riferimento alla famiglia Fortunato, dal luogo di provenienza, Sieti di Giffoni Sei Casali (SA), ai componenti più rappresentativi, con l’albo genealogico, fino agli ultimi eredi, residenti a Roma, Marina Marinucci De Riguardati, pronipote di Luigi Fortunato ( 1856-1913), fratello di don Giustino e il figlio Antonio Macchia, docente universitario.
Assai interessante la presentazione dell’odierna comunità rionerese nelle sue varie espressioni istituzionali, religiose, scolastiche, sanitarie, umanitarie e assistenziali, sportive, culturali, produttive ecc.
Nel volume sono bene raccontati ed illustrati i momenti più significativi, passati e presenti, di Rionero ( i monumenti, compresi le strutture pubbliche rappresentative non più esistenti come il lavatoio pubblico e il cinema teatro Combattenti, i luoghi di culto, le istituzioni religiose ed assistenziali, le confraternite, gli episodi tragici del settembre 1943, dell’aprile 1945 e le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti Antonio Di Lucchio e Michele Liberatore, i terremoti del 1851, 1930 e 1980 che hanno sconquassato la zona del Vulture e non solo.
Non è stato trascurato uno “sguardo” al territorio extraurbano ( Monticchio, i due laghi, le acque minerali, la riserva delle Grotticelle ove vive la rarissima farfalla Brahmea, vero relitto fossile vivente, scoperta la sera del 18 aprile 1963 dall’entomologo austriaco Federico Haerting.
Particolare attenzione Di Lucchio, ha riservato alla visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 3 ottobre 2009 e alla cerimonia del 4 maggio scorso per la celebrazione del 200° anniversario dell’elevazione di Rionero a comune autonomo, con una cronaca accurata, dettagliata e numerose fotografie.
Di notevole interesse il ricordare, quasi a futura memoria per le nuove generazioni, come nasceva la famiglia di una volta ( il fidanzamento, il foglio o contratto di matrimonio, l’entrata, le serenate, lo sposalizio ecc.).
Altra chicca del lavoro di Donato Di Lucchio è l’elenco, in ordine alfabetico, dei soprannomi con cui venivano indicate buona parte delle famiglie rioneresi. Infatti, era più facile ( e forse lo è ancora oggi) individuare una persona col soprannome di famiglia che col cognome, es. Acci’rend per Di Lucchio, Alias per Zivoli, Ardpàglj per Calice , Carusc’ per Loriso, Capralòn per Capobianco, Calosc’ per Brienza ecc.
Il libro è stato presentato nei giorni scorsi nell’austera sala convegni di Palazzo Fortunato alla presenza di un folto e attento pubblico.
L’importante appuntamento culturale è stato coordinato brillantemente dal giornalista Gianni Rivelli, già redattore della Gazzetta del Mezzogiorno e adesso direttore responsabile dell’Agenzia Stampa della Regione Basilicata, il quale ha elogiato, fra l’altro, la funzione di attento cronista del collega Donato Di Lucchio.
Sono intervenuti il sindaco di Rionero, Antonio Placido il quale parlando degli aspetti politico- amministrativi della Città, ha, fra l’altro, messo in risalto il valore sicuramente utile del lavoro di Di Lucchio per comprendere il non facile cammino di sviluppo socio economico della comunità rionerese.
Il vescovo diocesano S.E. mons. Gianfranco Todisco, nelle sue riflessioni di ordine religioso della nostra gente, ha messo in risalto come Di Lucchio “ da accorto cronista esalta nel suo libro il ricco tesoro di cui la città di Rionero è ricca e porta alla luce storie meravigliose di santità e di religiosità popolare”.
La prof.ssa Giuseppina Cervellino, dirigente scolastica dell’Istituto di Studi Superiori “Giustino Fortunato” di Rionero, trattando gli aspetti socio- culturali della comunità rionerese, ritiene il volume di Donato Di Lucchio, scritto da un educatore, quale insegnante di scuola elementare emerito, è principalmente destinato ai giovani” perché essi – come sostiene l’autore – costruiscano il loro futuro senza ignorare chi sono, donde vengono, dove intendono andare”.
Sono inoltre intervenuti Maria Michela Pinto, Presidente del Consiglio Comunale di Rionero, Antonio Giansanti, Michele D’Anghela, Donato Mazzeo.
Simpatica la partecipazione del locale complesso bandistico “Giuseppe Verdi”, diretto dal M° Donato Santoro, che ha allietato la manifestazione con applauditi intermezzi musicali eseguendo musiche patriottiche.
Ha concluso Donato Di Lucchio che ha ringraziato i presenti e gli intervenuti per l’interesse e l’attenzione mostrati nei suoi confronti.
A noi piace chiudere queste note con quanto sostenuto dall’autore, a pag. 21 del perché questo libro: “ L’annoso vecchio 200enne è, senza ombra di dubbio, “ Nonno Rionero”, che vuol ricordare e raccontare, trasmettere ai nipoti pezzi del passato senza tralasciare il presente con l’auspicio che, il loro,”suo” futuro sia più fortunato, più sicuro, più incoraggiante, più ricco, più lodevole, più soddisfacente”.
Così sia!

 Michele Traficante

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