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LE “ RISONANZE” DI DONATO MARTIELLO

In un volume gli articoli e le riflessioni dello studioso e del politico

Si dice che ad una certa età l’uomo viva di ricordi. E’ portato a ripiegarsi su se stessi, a rovistare nel proprio passato e richiamare alla memoria eventi, fatti e persone che hanno inciso profondamente nel corso della vita.
Donato Martiello, nato a Rionero in Vulture il 25 novembre 1933, professore e preside emerito di scuola superiore, ha acquisito un “curriculum” di vita vissuta notevole, sia nel campo scolastico sia in quello culturale e soprattutto politico.
 
Esponente di punta della Democrazia cristiana, aderente alla corrente della Sinistra di Base facente capo a Giovanni Marcora e Ciriaco De Mita, a livello nazionale e ad Angelo Sanza, a Decio Scardaccione e a Romualdo Coviello a livello regionale, è stato sindaco di Rionero in Vulture, consigliere ed assessore alle attività produttive della Regione Basilicata. E’ stato autorevole esponente, anche se poco ascoltato, del Partito Popolare prima, della Margherita poi. Oggi è un semplice iscritto del Partito democratico regionale. Ma soprattutto Donato Martiello è un intellettuale raffinato, un uomo di cultura, un profondo studioso della questione meridionale, un conoscitore di grandi meridionalisti come Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti, Raffaele Ciasca, Nino Calice, oltre che acuto osservatore della vita politica ed amministrativa della nostra Regione. Puntuali ed incisivi i suoi editoriali su un noto quotidiano regionale nei quali, con giudizi taglienti e, spesso, provocatori, senza peli sulla lingua, dice la sua su eventi, personaggi e provvedimenti della politica nostrana. Nel corso della sua lunga e notevole attività di studioso ha avuto la possibilità d’intrattenere cordiali e proficui rapporti di amicizia con autorevoli esponenti del mondo politico, culturale e religioso, fra cui Decio Scardaccione, Vincenzo Verrastro ed Enzo Cervellino, suoi maestri non solamente di politica ma di vita, dai quali ha molto imparato e ai quali è molto riconoscente. Il suo impegno politico e sociale si è caratterizzato per la coerenza ideale, secondo l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa e il magistero carismatico di papa Giovanni Paolo II, per il rigore morale, per il costante interessamento in favore della nostra regione, in particolare per l’area del Vulture e per suo amato paese che gli devono molto.
Un enorme patrimonio di conoscenze, di appassionate ricerche storiche, di acute riflessioni su personaggi illustri, in primis su Giustino Fortunato, di esperienze sociali che, finora, ha tenuto riservato, chiuso nel cassetto, a parte le sue apprezzate collaborazioni giornalistiche e la presentazione di volumi di qualche amico.
Proprio nella presentazione di un mio volume di qualche anno fa Martiello dichiarò che ”la pubblicazione di un’opera è sempre un’esigenza interiore di libertà, ma anche un atto di coraggio”. Questo coraggio, ha candidamente confessato, a lui è sempre mancato. Forse per il timore del giudizio dei lettori. Però di fronte al proliferarsi delle presentazioni di volumi di tanti autori locali e forestieri, noti e meno noti, alle quali ha di solito presenziato, Donato Martiello forse si sarà detto: “ E che io so scem’ “. Così si è deciso; ha rotto ogni indugio, ha preso il coraggio a due mani e, anche su sollecitazione di amici cari e sinceri, ha finalmente pubblicato questo primo ( ma non certamente ultimo, poiché sono in preparazione altre interessanti opere) pregevole volume dal titolo significativo Risonanze (Potenza, Editrice Ermes, pagg. 211, 16 euro ).
Il volume, lungamente meditato e preparato nel corso degli anni, è diviso in tre parti: Risonanze storiche e di cultura politica, con l’interessante e dotta prefazione del prof. Giampaolo D’Andrea; Risonanze di fede e di pensiero religioso, con prefazione di mons. Agostino Superbo; Risonanze lontane, con prefazione di Valeria Verrastro. Tre sezioni ma legate da un unico filo rosso.
Il libro è stato presentato nei giorni scorsi nell’Auditorium del Centro Sociale “Pasquale Sacco” presente un pubblico delle grandi occasioni. Tanti gli amici e gli estimatori, provenienti anche dall’intera regione, per rendere omaggio al prof. Donato Martiello e apprezzare un’opera letteraria che certamente fa onore allo studioso e politico rionerese.
Nel corso dell’importante incontro culturale, promosso ed organizzato dalla Città di Rionero in Vulture, Assessorato alla Cultura e coordinato dal prof. Michele Pinto, sono intervenuti, dopo il saluto del sindaco Antonio Placido, il prof. Giampaolo D’Andrea, il vescovo di Melfi, Rapolla e Venosa S. E. mons. Gianfranco Todisco, la dott.ssa Valeria Verrastro. Tutti i relatori hanno esaltato l’opera del prof. Donato Martiello evidenziandone l’alto valore storico, religioso e politico. Si tratta, in definitiva, di un appassionato amarcord sull’onda delle emozioni e dei sentimenti sani e fecondi, coltivati su un’educazione basata sui valori della solidarietà, dell’onestà e dell’impegno civile, corroborata da una robusta fede religiosa inculcatagli dall’esempio di quella santa donna che è stata la nonna paterna Maria Luigia Tancredi, fondatrice della Casa di Riposo “Virgo Carmeli” e definita la Madre Teresa di Calcutta del Vulture.
Commovente, a chiusila del volume, il riferimento alla defunta sua amata consorte( pag. 207) verso la quale, con vero lirismo, così si esprime “ …vedo rifiorire una stella di speranze raggianti, sono il viso e le braccia della bella moglie mia. Alzo forte una domanda, mi risponde una voce lontana, sento che mi chiama per nome e capisco che è Lei. Poi mano nella mano, mi accompagna verso casa”. Che bello, che sentimenti sublimi! Alcune significative pagine del libro sono state declamate magistralmente dalla giovane e brava Lidia Giansanti
Nelle conclusioni l’autore, visibilmente commosso, nell’affermare che il volume racchiude “schegge di memoria, giudizi e pareri lungamente sofferti e maturati, ricordi ed emozioni, frammenti di pensiero” ha ringraziato quanti benevolmente
hanno voluto esprimere lusinghieri giudizi ed apprezzamenti al suo lavoro ritenendo suo dovere contribuire modestamente all’elevazione morale e civile delle nuove generazioni e lanciare ai lucani un messaggio di speranza.

Michele Traficante

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