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LA STORIA DELLA SACRA SINDONE COME TRIHLLER

Una narrazione intrigante di Marcella Libutti nel libro “Il telo di lino”

Chi l’avrebbe mai immaginato che una donna, da sempre impegnata in importanti incarichi commerciali, avesse notevole predisposizione e buon talento per la scrittura? Marcella Libutti, sposata col noto imprenditore vitivinicolo Gerardo Giuratrabocchetti, titolare delle rinomate “Cantine del Notaio”, appartiene ad una famiglia che da oltre un secolo si è interessata di acque minerali. 


Infatti, Marcella Libutti è nipote di quel Pasquale Traficante proprietario degli stabilimenti d’imbottigliamento delle acque minerali “Fonti del Vulture”. Aurelia Traficante, madre di Marcella, coniugata con l’avv.Antontio Libutti, deceduto alcuni anni fa, ha retto con successo, come amministratrice, le sorgenti “Fonti del Vulture” fino a marzo 2008 quando l’azienda è stata ceduta alla multinazionale Coca Cola.
Marcella, ormai quarantenne, conseguita la laurea in Economia e Commercio alla Luiss di Roma, appassionata da sempre di storia antica e di archeologia, si è occupata della rete commerciale dell’azienda di famiglia e attualmente ricopre un incarico di grande responsabilità nella Coca Cola Italia, attuale proprietaria delle “Fonti del Vulture”.
Pur impegnata in un lavoro così importante, Marcella ha trovato il tempo di dedicarsi alla scrittura con grande passione e determinazione.
Appassionata lettrice di libri gialli, fra cui quelli di Ed MacBain, di origine lucana ( il nonno materno Giuseppantonio Coppola era di Ruvo del Monte), ha pubblicato recentemente il romanzo “Il telo di lino”, Roma, Albatros Editore, 384 pagine, che sta riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico.
Com’è nato l’interesse per la Sacra Sindone? abbiamo chiesto a Marcella.
“In verità – ci ha risposto – sono sempre stata affascinata dal lenzuolo su cui, secondo la tradizione, fu avvolto il corpo del Cristo morto. Ho approfondito negli anni la storia e le varie interpretazioni su di esso e ho pensato di scriverne a modo mio. Vale a dire come un romanzo giallo, che è la mia predilezione”.
Nel romanzo tutto gira intorno ad una pergamena malefica conservato in un prezioso scrigno e sul furto della Sindone.
Si parte dalla Torino del Ducato di Savoia del 1486 in cui un ricchissimo ma infelice signore, storpio dalla nascita e brutto, stila un testo velenoso su una pergamena con l’intento di togliere la felicità, seminare l’odio, il dolore e l’angoscia. Il testo, come si scopre dopo, è scritto in latino e questa la traduzione di una parte di esso: “ Io sono il Diacrono, colui che opera attraverso il tempo. Tu che leggi queste parole sei stato Prescelto. Il Destino è nelle tue mani. Se hai cara la tua vita dovrai fare tre cose per me. Primo: entro dodici mesi procurerai la morte a chi ha il bene più del giusto e lascerai il mio segno. Secondo: farai in modo che queste parole pervengano a un altro Prescelto perché possa continuare la missione. Terzo: veglierai sul nuovo. Se il Prescelto non eseguirà anche solo una delle tre cose che io chiedo, procurerai la morte anche per lui e ne sceglierai un altro, e se necessario un altro e un altro ancora finché la catena non si spezzi. Ricorda: mentre stai leggendo, qualcuno veglia su di te affinché tu esegua il tuo compito e non spezzi la catena. Se non esegui quello che ti chiedo, avrai la morte. Se solo oserai distruggere le mie parole, non solo tu ma anche la tua famiglia avrà la morte”.
Così questo fantomatico personaggio spinge i destinatari del suo scritto ( i Prescelti) ad azioni nefaste, pena una fine atroce se entro 12 mesi non si invia lo scrigno ad altro destinatario. Questo scrigno con la pergamena gira il mondo; dal viaggio di Colombo verso le americhe nel 1492, a Manhattan nel 1635, arriva a Parigi nel 1731, finisce poi nel 1888 in mano ad uno spietato killer a Londra per ritornare a Torino nel 2008 e nel 2009, sempre seminando morte e disgrazie. E, come una catena di Sant’Antonio, lo scrigno con la pergamena passa da un destinatario all’altro senza possibilità di soluzione.
Proprio a Torino, città esoterica, agitata da maghi e alchimisti, si svolge la maggior parte del romanzo, poiché lo scrigno con la malefica pergamena finisce, come ultimo destinatario (il Prescelto) nelle mani di un ricchissimo uomo d’affari, Warren Butler, dall’intelligenza sopraffina che, con la complicità di persone insospettabili, progetta ed attua il furto della Sindone, con il colpo di scena finale che a fargli recapitare la malefica pergamena è stata proprio la figlia Nicole. Infine la Sacra Sindone viene ritrovata e la malefica catena si spezza.
Insomma in questa maledetta pergamena è simboleggiato il male. Di contro s’inserisce il furto, o meglio, il rapimento con la sparizione della Sindone intorno al quale e alla sua ricerca si orchestra una serie avvincente di eventi, intrighi (anche internazionali), che mantengono il lettore in uno stato di persistente “suspense”, fino a quando non si risolve il tutto col trionfo del Bene sul Male; il Bene è rappresentato dalla sacra Sindone.
L’autrice, nell’intrigante trama del romanzo e nel tratto psicologico dei vari personaggi, mostra la sua notevole perspicacia e il senso della ricerca storica sulla Sindone di cui conosce bene le vicende legate alla sua autenticità. Infatti, Giulia, la protagonista del romanzo, è fortemente impegnata nel ricostruire le alterne vicende dei vari esperimenti scientifici tendenti a determinate la datazione della Sindone e soprattutto cerca di rispondere alla domanda: Gesù è il Cristo? cioè se il Gesù della storia è veramente il Cristo divinità secondo la fede. Recentemente lo studioso americano Timothy Jull, direttore del laboratorio di spettrometria di massa dell’Università dell’Arizona, ha ripetuto l’esame del radiocarbonio su un frammento del “Lenzuolo”, riconfermando la tesi dell’origine medioevale della Sindone.
Ovviamente non sono poche le contestazioni a tali risultati.
Dopo un franco colloquio con il prete lucano don Fedele, Giulia vince ogni dubbio e riscopre la fede. Infatti, come scrive Emanuela Marinelli nella prefazione al libro, “ La Sindone, reliquia della sconfitta agli occhi del mondo, è icona della morte sconfitta, anticipo del nostro destino, ultimo. Perché nel sepolcro la luce ha trionfato sulle tenebre, unica e definitiva risposta a tutte le inquietudini che pervadono l’umanità”. Vicende intriganti, si snodano nel romanzo con non pochi colpi di scena, alla Agatha Christie. Nel furto, anzi nella sparizione, della Sindone, architettato dall’ultimo dei “Prescelti”, Warren Butler, sono coinvolti degli insospettabili ( studiosi di chiara fama, e addirittura rappresentati della polizia) in una trama intrigante che avvince il lettore per tutte le oltre 380 pagine, anche per la scrittura agile e lo stile scorrevole. Infatti, come sostiene Vittorio Sgarbi nella postfazione, “la trama del giallo che ne nasce consente all’autrice di indagare il nesso tra fede e scienza, di distinguere tra il bene e il male, tra i buoni e i cattivi, aspirando ad un homo homini deus rispetto a un homo homini lupus”.

Michele Traficante

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