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IN VIAGGIO CON MICHELE PINTO NELLA STORIA DI RIONERO

In un pregevole volume il compendio dell’evoluzione della città del Vulture

Da umile casale di Atella ad una delle città più importanti della Basilicata. Da Rivonigro, a Aranigro, a Rionigro, a Rionero in Vulture. Un percorso storico che dal lontano medioevo (s’incontra per la prima volta il nome di Rivonigro in documento di Papa Eugenio II del 1152) fino a giorni nostri, con la visita a Rionero del presidente della Repubblica Giorgio Napoletano del 3 ottobre 2009.


Questo il viaggio affascinante che, con Michele Pinto, attento studioso delle vicende storiche, culturali ed antropologiche della comunità rionerese e non solo, col suo ultimo, in ordine di tempo, pregevole volume dal titolo significativo “ Viaggio nella storia di Rionero in Vulture, alla vigilia dei 200 anni di autonomia comunale e dei 150 anni dall’Unità d’Italia” ( Valentina Porfidio Editore, Moliterno, pagg. 303, Euro 15,00), il lettore è portato a fare, quasi condotto per mano. Un viaggio a più tappe, tante quanti sono i capitoli del libro: “ Il Casale di Santa Maria di Rivo Nigro in epoca normanna-sveva e durante la dominazione angioina”; “L’incontro franco-spagnolo nel tempio di S.Antonio Abate e la rinascita del casale di Arenigro”; “ Incremento e progresso del casale di Aranigro nel seicento”; “La rivoluzione partenopea, la municipalità repubblicana e la restaurazione borbonica”: “Il decennio francese, l’elevazione di Rionero a comune autonomo e la lotta per la terra”; “Rionero nei commenti di alcuni illustri viaggiatori e studiosi dell’800, il sisma del 1851 e l’accordo con Atella per la divisione del territorio”; “ Liberali e reazionari in Basilicata e a Rionero durante l’unificazione nazionale”; “ La rinascenza rionererse nella seconda metà dell’800”; “L’economia e la vita cittadina agli albori del ‘900, la visita di Zanardelli e la celebrazione del 1° centenario di Rionero a comune autonomo”; “Giustino Fortunato antinterventista, l’abbandono della casa avita, la difesa del prozio omonimo e del casato”; “Rionero dal primo dopoguerra al secondo conflitto mondiale”; “Il secondo dopoguerra, il Congresso Eucaristico e Mariano, l’aspirazione a diventare capoluogo di provincia”; “Dalla seconda metà degli anni sessanta al sisma del 1980”; “ La ricostruzione della città, l’onorificenza della medaglia d’argento al merito civile, la visita del Presidente della Repubblica”.
Michele Pinto, stimato dirigente scolastico ( attualmente è a capo dell’Istituto Professionale Alberghiero di Potenza), in verità non è nuovo a lavori di ricerca storica, basti citare, fra altri, i volumi “ Nella terra dei briganti. Vicende storiche e questioni aperte” ( 2006), “ La festa patronale nella vita e nella storia di Rionero” (2006), “Uomini fatti istituzioni. Ritratto di un Paese dal secondo conflitto mondiale al miracolo economico” (2007). Egli con questo lavoro dimostra di aver raggiunto piena padronanza e chiara competenza nella ricostruzione di fatti, eventi e personaggi che hanno caratterizzato la nascita e la crescita di una comunità che ben s’inserisce nel filone storico della regione e della Nazione. Infatti, ( come ha sostenuto pure lo storico Giampaolo D’Andrea nel corso della presentazione del volume), uno dei tanti pregi del lavoro di Pinto è quello di inserire le vicende di Rionero in Vulture in uno scenario non localistico ma ben oltre la stessa zona del Vulture e della Regione.
L’autore, pur non essendo uno storico di professione, ha acquisito una notevole capacità nella ricerca e nell’analisi, anzi nello studio, di documenti d’archivio, di numerosi e poderosi testi storici di autorevoli studiosi, non facilmente reperibili ( la ricca bibliografia riportata ne fa testo) e di assemblare dati, eventi e notizie in un filo conduttore che dà organicità e snellezza alla sua narrazione.
Puntiglioso e dettagliato nel riportare eventi e persone, come il nome dei protagonisti rioneresi della Repubblica partenopea e del brigantaggio post-unitario, Pinto fa conoscere tanti protagonisti ai più del tutto sconosciuti ma che hanno pur svolto un ruolo non marginale in quelle vicende storiche. Interessante la trattazione riguardante la costruzione delle Ferrovie Ofantine con l’impegno costante di Giustino Fortunato ( 1848-1932). Così pure la visita del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Zanardelli ( 1826-1903) in Basilicata e a Rionero in casa Fortunato nel 1902. Da uomo di scuola a Michele Pinto non poteva sfuggire il problema dell’istruzione nella nostra regione e gli sforzi fatti per combattere l’alto tasso di analfabetismo, anche per opera di esemplari maestri, fra i quali Giovanni Plastino (1846-1893) e Vincenzo Solimene (1851-1903) che diressero, dal 1881 al 1883, “L’educatore lucano”, rivista quindicinale d’istruzione, fra le poche nel Mezzogiorno, che si stampava a Rionero presso la tipografia di Torquato Ercolani. Altro argomento trattato con dovizia di dati è il raggiungimento dell’agognata autonomia amministrativa ( 1811) grazie all’interessamento di Giustino Fortunato senior ( 1777-1862), con ampi stralci del discorso commemorativo di Raffaele Ciasca ( 1888-1975) “ Nel primo centenario della elevazione di Rionero a Comune autonomo”, pubblicato nel 1912 per ricordare tale evento storico. E ancora la divisione del territorio comunale con Atella nel 1882. A dire il vero altro tentativo di allargare il territorio comunale è stato fatto nel 1932 col “Voto al Governo” con delibera del podestà di Rionero Raffaele Catenacci. Importante il discorso del prof. Antonio Pallottino ( 1844-1925) all’inaugurazione del Circolo Democratico dell’11 ottobre 1885 con riflessioni e considerazioni sullo stato sociale di allora, di attualità ancora oggi.
E così la trattazione puntigliosa di altri argomenti relativi allo sviluppo economico e sociale di Rionero per merito di intraprendenti imprenditori che hanno fatto storia, fra cui Rocco Buccico ( 1855-1924), che Emanuele Granturco soleva chiamare “l’imperatore di Monticchio”, Ubaldo Lanari ( 1864-1953) a Monticchio Bagni ed altri, come magnificamente illustrato da Giovanni Plastino nella relazione “La Basilicata alla Esposizione nazionale di Torino del 1884”. Non meno interessanti le vicende rioneresi della prima guerra mondiale, del fascismo, del disastroso terremoto del 1930 e i fatti del secondo dopoguerra con l’eccidio nazifascita del 24 settembre 1943, le vicende relative al Congresso Eucaristico Interdiocesano del 1949, la controversa questione della provincia di Melfi sulla quale, a nostro avviso, sarebbe opportuno un maggior approfondimento, fino agli ultimi eventi di cui Michele Pinto è stato un protagonista non trascurabile.
“Quest’ultimo libro del prof. Michele Pinto - scrive il sindaco di Rionero Antonio Placido nella presentazione - è un agile e scorrevole compendio della storia di Rionero dall’origine ai giorni nostri che, in quanto tale, colma una lacuna nel pur ricco panorama dei testi di storia locale ad oggi disponibili”.
Infatti, come sostiene anche Antonio Pinto, dirigente scolastico e fratello dell’autore, nella prefazione: “Ispirata da un intento divulgativo soprattutto nei confronti dei giovani che sono maggiormente esposti al fenomeno della perdita delle radici e del senso di appartenenza, quest’ampia ricostruzione della nostra storia possiede, oltre il pregio raro per siffatto genere letterario, di una scrittura agile e discorsiva, l’innegabile valore documentario storico, particolarissimo, che introduce il lettore negli aspetti, per molti versi inediti e disparati, alla vita del nostro Comune”.
Insomma si tratta di un testo, una “summa” della storia rionerese, scritto con linguaggio garbato, semplice, accessibile a tutti, soprattutto alle nuove generazioni e non solo cui è destinato.
Il volume, in elegante veste tipografica e corredato di rare fotografie ed illustrazioni, è stato presentato nei giorni scorsi nell’affollatissima sala del cinema teatro Vorrasi di Rionero con gli applauditi interventi del dirigente scolastico Antonio Pinto, del già sindaco di Melfi e senatore Giuseppe Brescia, del giornalista e scrittore Lucio Tufano, dello storico e docente dell’Università della Basilicata Giampaolo D’Andrea.
A conclusione della serata l’autore ha ringraziato tutti non sottacendo le difficoltà nel portare a termine un lavoro così impegnativo e sollecitando l’approfondimento di alcuni aspetti della complessa storia di Rionero in Vulture , un “paese di frontiera” come lo ha definito lo storico Nino Calice (1937-1997). Lo era e, forse, lo è ancora.
I lavori sono stati coordinati dal giornalista Armando Lostaglio che ha letto i messaggi di saluto e congratulazione da parte del presidente del Consiglio comunale di Rionero Antonio Giansanti e dell’arcivescovo di Brindisi mons. Rocco Talucci.

Michele Traficante

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