Passa ai contenuti principali

GIUSTINO FORTUNATO SENIOR, UN VOLUME DI LEO VITALE

Pubblicato a conclusione del bicentenario di Rionero Comune autonomo.

 Agli inizi del 1700 Rionero, quale casale della Terra di Atella, contava meno un migliaio di abitanti e non era riportato neanche nelle carte geografiche del Regno di Napoli. Tuttavia per la presenza di alcuni ricchi possidenti e per la laboriosità dei suoi abitanti aveva ottenuto la facoltà di avere amministratori propri. Il primo sindaco di Rionero fu un tale Giovanni Tartarisco risalente 1653.



Però, come sostiene Giustino Fortunato (1848-1932) nel suo “Rionero medievale”, Vecchi, tipografo editore, Trani, 1899, “al sorgere del nuovo secolo, un fatto economico di molta importanza si determinò nella zona di territorio, che dal Vulture si tende al Tiera o all’Ofanto: il disboscamento e la coltivazione sia del feudo, per conto del feudatario di Atella e del vescovo di Melfi, sia di Pian Comune e di Serralto, per conto del cardinale commendatario di Monticchio”. Questo fatto determinò un vero e proprio accorrere di immigrati provenienti dalle regioni viciniori. Sempre Fortunato scrive, “... parve si fossero dati d’ogni parte la pòsta braccianti, vetturali, artieri, fondacai, negozianti, fittavoli”. Sicché gli abitanti del casale di Rionero dagli oltre 500 all’inizio del secolo passarono ai 3 mila del 1735 per arrivare a circa 9 mila nel 1752. E la popolazione aumentò ancora nella seconda metà del XVIII secolo fino ad arrivare ai 12.534 del 1853. Ma fatto più rilevante fu l’arrivo a Rionero di alcune ricche famiglie, come i Rotondo, i Pessolano, i Catena, i Fortunato, i Corona, i Granata, i Valenzano i cui capostipiti misero qui casa e famiglia. Fra queste famiglie quella dei Fortunato assunse un ruolo di grande rilevanza economica e sociale sia per l’intraprendenza e il prestigio di suoi autorevoli esponenti e sia per le favorevoli condizioni ambientali, quali la fertilità dei terreni vulcanici, l’aria salubre, l’abbondanza delle acque sorgive e la grande disponibilità di pascoli montani.
Il notevole numero di abitanti di Rionero rispetto alla cittadina di Vitalba determinava situazioni curiose, tanto che i rioneresi riuscivano ad eleggere sindaco di Atella addirittura un loro compaesano, fra cui un tale Francesco D’Andrea, soprannominato Cicc’ d’Alessio ( fu capo del Comune dal 15.10.1873 al 14.10-1874), oltre a Nicola Rosario Corona ( dal 16.10.1874 al 18.12.1879) e Giuseppe D’Angelo ( 17.3.1880 al 18.12.1882).
In tale contesto storico, sociale ed ambientale provvidenziale fu il provvedimento di Gioacchino Napoleone Murat, Re Delle Due Sicilie, il quale il 4 maggio 1811 da Parigi, con decreto n. 922 con oggetto “ Decreto per la nuova circoscrizione delle quattordici provincie del regno di Napoli”, pubblicato sul BULLETTINO ( testuale) DELLE LEGGI - Anno 1811 N° 104, fra l’altro, nel definire i distretti della Provincia di Basilicata ( Capitale Potenza), in quello di Melfi stabilì il Circondario di Rionero comprendente distintamente i comuni di Rionero ed Atella. Quindi Rionero comune autonomo rispetto ad Atella. In tale provvedimento Giustino Fortunato senior ( 1777-1862) ha avuto una parte determinante quale patrocinatore, come si evince dalla lapide fatta apporre nella centrale Piazza della città, oggi Giustino Fortunato.
Nel 1911, per la ricorrenza del centenario dell’elevazione di Rionero a Comune autonomo, lo storico Raffaele Ciasca, su sollecitazione di Giustino Fortunato Junior, scrisse l’interessante volume “Nel Primo centenario della elevazione di Rionero a comune autonomo, Stabilimento Tipografico Aldino- Firenze.
Nel 2011, ricorrenza del bicentenario dello storico evento, Leo Vitale ci offre l’importante volume “Giustino Fortunato Senior ( 1777-1862). L’uomo e il politico”, Arti Grafiche Ottaviano- Atella.
A futura memoria, il 1° gennaio 1912, una lapide è stata apposta sulla parete del Palazzo Fortunato, dettata dal sen. Guido Mazzoni, presidente dell’Accademia della Crusca, professore di letteratura italiana all’Università di Padova e poi di Firenze, critico letterario e storico, traduttore di testi greci e latini ed anche di opere poetiche.
 Sempre a futura memoria, una lapide è stata apposta, sulla stessa parete, il 4 maggio 2011.
 Nella prima lapide s’inneggia a Giustino Fortunato Senior quale “patrocinatore”, regnando in Napoli Gioacchino Murat”, per il conseguimento dell’autonomia comunale.
Nella seconda  “la Città di Rionero in Vulture grata a quanti hanno operato per il suo bene, ispirata dai valori di libertà e democrazia rinnova il legame con la sua gente per un futuro di prosperità, pace e solidarietà”.
Sembra, in quest’ultima lapide, quasi una dimenticanza o, addirittura, un atto di ingratitudine nei confronti del maggiore dei Fortunato, Procuratore Generale nella Corte dei Conti e Referendario al Consiglio di Stato.
Di qui l’opportunità di Leo Vitale di trattare nel suo lavoro specificatamente della figura di Giustino Fortunato Senior e del suo ruolo nella complessa vicenda del Regno di Napoli nel periodo che va dal dominio francese a quello borbonico.
In verità Leo Vitale, quale acuto e intelligente ricercatore, ridimensiona il merito del Fortunato nella determinazione di dare “anche” a Rionero l’autonomia amministrativa, rientrando questo riconoscimento in una più vasta operazione di riordinamento amministrativo del Regno di Napoli operata dai francesi dal 1806 con Giuseppe Bonaparte prima e Gioacchino Murat poi.
Tuttavia non si deve dimenticare che Giustino Fortunato senior è stato l’unico rionerese, almeno fino ad oggi, a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio, anche se durante il Regno borbonico.
Oltre ad uno spaccato molto interessante della realtà politica, sociale ed economica che ha investito l’Italia meridionale in quel periodo storico, Leo Vitale cala quegli eventi anche nella nostra regione e, in particolare, a Rionero in Vulture. E’ la cosiddetta “microstoria”, chiamiamola pure “ provinciale” e “paesana “ che, però, ci aiuta a capire chi eravamo e come eravamo. Conoscenze, queste, ancor più dettagliate le offre l’ottima prefazione dell’amico Franco Pietrafesa che resta il più attento e profondo conoscitore della storia rionerese.
Il volume è stato presentato nei giorni scorsi presso la sala convegni del Palazzo Fortunato ( e non poteva essere diversamente, trattandosi di uno dei più illustri esponenti della famiglia Fortunato) alla presenza di un folto ed attento pubblico, fra cui la nobildonna Marina Marinucci De Reguardati, pronipote di Giustino Fortunato junior.
I lavori sono stati coordinati con garbo, grande competenza ed intelligenza, dal prof. Donato Pruonto ( ha sostituito il prof. Antonio Libutti impedito per motivi di salute) il quale, autore anche di una nota di commento del volume, ha ben inquadrato il periodo storico in cui visse ed operò Giustino Fortunato senior. Ha fatto seguito il saluto del sindaco di Rionero, Antonio Placido che ha riconosciuto l’importanza di queste ricerche, utili  per valutare  meglio l’importanza della famiglia Fortunato nella storia del nostro Paese.
Il rionerese prof. Marco Paolino, docente di Storia contemporanea dell’Università degli Studi della Tuscia ( Viterbo) e membro della “Fondazione Giustino Fortunato”,
con la sua ampia, brillante e dotta relazione, ha messo in risalto il valore del lavoro di Leo Vitale. Marco Paolino ha illustrato, in un interessante ed approfondito exursus storico, il ruolo politico e sociale  di Giustino  Fortunato senior, quale insuperabile tecnocrate delle finanze  del suo tempo al servizio dei vari sovrani francesi e borbonico, anche con riferimenti ai tempi nostri, specialmente per quanto riguarda il problema del Mezzogiorno, l’emigrazione dei nostri giovani talenti, la responsabilità della classe politica. Interessanti e stimolanti alcune domande poste da Paolino sulla storia politica e sociale del Mezzogiorno prima e dopo l’Unità d’Italia, con particolare riferimento al ruolo delle classi dirigenti del tempo. Il tutto meritevole di sereni approfondimenti e confronti per capire il perché del divario fra “le due Italie”.
Il docente universitario prof. Antonio Macchia, discendente della famiglia Fortunato
(la madre Marina Marinucci De Reguardati è figlia di Vittoria Alliata, figlia, quest’ultima, di Antonia Fortunato nipote di don Giustino, quale figlia del fratello Luigi ( 1857-1913), e sposata col siciliano Antonio Alliata, principe di Saponara), ha illustrato in maniera ampia ed efficace il ruolo e l’importanza dei Fortunato sia nel campo politico e culturale, sia economico e sociale.
Anche noi, che abbiamo accompagnato l’amico Leo Vitale nel suo pregevole lavoro e abbiamo curato l’ampia presentazione del volume, con il nostro modesto contributo abbiamo messo in risalto l’impegno dell’autore nelle non facili e semplici ricerche storiche e documentali, auspicando che le nuove generazioni ne facciano tesoro e ne integrino le conoscenze con approfondimenti ed ulteriori ricerche.
Come il Manzoni, volle linquisticamente sciacquare i suoi panni in Arno, così con Leo Vitale e l’arch. Donato Rondinella, abbiamo voluto rinfrescare ed approfondire le nostre conoscenze sui Fortunato recandoci, quasi in pellegrinaggio, in quel di Sieti di Giffoni Sei Casali, luogo da cui, agli inizi del Settecento, i primi di quella famiglia approdarono alle pendici del Vulture.
Un’occasione di notevole spessore culturale, dunque, di attenta riflessione sul passato storico del Mezzogiorno e sulle prospettive future del nostro Paese.
  
Michele Traficante

Commenti

Post popolari in questo blog

📰 Schermi Riflessi di Armando Lostaglio: NART Arte fra natura e periferie

Roma ha celebrato l’evento NART ossia Natura Arte Roma, ideato e curato dalla storica critica e curatrice d’arte Nicoletta Rossotti. E’ un primo risultato scaturito dall’impegno prodigato con importanti collaboratori, non escluso l’appoggio di cittadini ed istituzioni sensibili a problematiche di integrazione mediante l’arte.

📺 Campomaggiore Eventi 2023: Pro-Loco Campomaggiore, Festival dell'Organetto.

  Campomaggiore, 14 Luglio 2023. Seconda Edizione Festival dell'Organetto.

📰 Appuntamenti: Turismo - Con Pollino Experience a San Valentino Rotonda diventa una love destination

 Per San Valentino Rotonda e il Pollino si propongono come una perfetta destinazione per gli innamorati che vorranno vivere un'esperienza unica e indimenticabile.