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“FLOS SANCTORUM”, UN ITINERARIO PER LA SANTITA’

Un’opera poetica e spirituale di Cristina di Lagopesole dedicata a Giovanni Paolo II

Il 24 marzo scorso, al termine della solenne Concelebrazione Eucaristica della Messa Crismale, i vescovi della Regione Basilicata hanno consegnato nelle mani dei circa 500 presbiteri lucani un’opera unica nella storia della Chiesa cattolica d’Occidente. Si tratta del volume”Flos Sanctorum.Peregrinatio per annum”, l’ultimo lavoro, in ordine di tempo, di Cristina di Lagopesole, la ormai famosa “poetessa di Dio”.
 
Un itinerario spirituale proposto al lettore verso la santità. Un’opera ritmica composta da Cristina in stato di grazia. In verità si tratta di un’opera unica nella storia della Chiesa cattolica d’Occidente;infatti, non esistono sino ad oggi Martirologi ecumenici in versi e , per giunta, scritti da una donna.
“ Dal 1°gennaio al 31 dicembre del 2003 – scrive padre Gianfranco Grieco nel suo lungo articolo sull’Osservatore Romano- nessun giorno escluso, prima dell’alba, dalle 4 alle 7 del mattino, ora della Resurrezione, “ora delle spalle”, lo Spirito Santo faceva visita a Cristina inondandola della sua sapienza e del suo amore potente e sovrumano, facendole raggiungere il punto più alto del suo “viaggio spirituale divino trasformante” da lei percorso attraverso le tre opere che precedono il Flos”.Il riferimento è alle tre scale di perfezione in versi.”Movimenti dell’Anima. Libro d’Ore”; “Il Libro del Pellegrino.Cantica Graduum”; “Ad Crucem”.
Un vero monumento alla fede, alla poesia, alla storia e alla cultura dell’Europa cristiana e al “genio femminile”, tante volte esaltato da Giovanni Paolo II: un Martirologio metrico ( gli Inni sacri sono aritmicamente divisi in distici, terzine, quartine, sino a stanze di dieci versi per tutto l’anno liturgico.
Sono 15 mila i versi che compongono “Flos Sanctorum”, opera monumentale di Cristina di Lagopesole; 528 gli Inni; più di 1000 i santi considerati e il loro numero presentato in un giorno del calendario varia da uno a cinque. L’opera contiene 16 inni cristologici; 15 inni mariani; 2 inni paolini; 2 inni petrini; 2 inni giovannei; inni per tutti i santi lucani.
Il “Flos” è storia del Monachesimo; è storia dei Padri e delle madri della Chiesa; è storia degli episcopati; è storia dell’eremitismo, della mistica, del sacerdozio, della vita missionaria. “Tutti gli Inni – confida Cristina – sono stati scritti ai piedi di Gesù Crocifisso nel Santuario Divin Crocifisso di Castel Lagopesole, nelle medesime 3 ore, tutti i giorni dell’anno. Alcuni inni sono stati scritti interamente in latino. Il “ Flos” è un dono posto nelle mani della Chiesa universale ed è l’esaltazione della santità, secondo le indicazioni di Giovanni Paolo II. A lui, Pastore universale della Chiesa, è dedicata l’opera con queste parole: ” A Sua Santità Giovanni Paolo II, alle mie sorelle e ai miei fratelli, alle mie figlie e ai miei figli, mia gioia e mia corona. A tutta la Chiesa, famiglia di Dio, pace e benedizioni”. “Ho scritto su verità che sapevo e su cose che non sapevo – confessa Cristina con ascetico candore come il suo saio bianco. Altre verità restano a me sconosciute. Altre le ho apprese solo dopo averle scritte. Ho scritto in comunione con i Santi. Visioni, teofanie, rivelazioni hanno accompagnato la scrittura dell’opera. I miei occhi hanno visto e contemplato. Nel Giardino ( il Carmelo) e nel Santuario sono giunti alcuni santi in forma umana, altri in sembianze di pura luce”.
L’opera, pubblicata con il Patrocinio della Conferenza Episcopale di Basilicata (C.E.B.) e della Regione Basilicata, si avvale della “Presentazione” del Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi edell’“Imprimatur” di Mons. Agostino Superbo, Arcivescovo Metropolita di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo e Presidente dei vescovi lucani.
Il cardinale José Serviva Martins scrive, fra l’altro, nella sua presentazione: “ Non sono i santi il sostegno, la forza, il dinamismo, la profezia della Chiesa?Non sono i santi i nostri quotidiani compagni di viaggio che dal calendario scendono per le strade delle nostre città, entrano nelle nostre case per farci compagnia e dare speranze ai nostri giorni inquieti e violenti? Proporre oggi i santi ed il loro messaggio, vuol dire fare diventare nostri “Amici” coloro che hanno vissuto sino in fondo l’esperienza di Dio vivente che si è fatto storia umana per condividere con noi la sua dignità e trasformare la nostra umanità in dimora di Dio.Una vita quotidiana liturgica scandita dall’esempio e dal messaggi dei nostri santi, nella prosa della loro esistenza trasformata in versi dalla grazia divina. Cristina di Lagopesole – continua il Cardinale – c’invita, in questa sua opera monumentale, a percorrere con lei questa strada. Ci vuole trasmettere il fascino di questo cammino; fascino che si trasforma in mistero adorante, in stupore, in adorazione, attraverso composizioni con una tipologia di raffinate connotazioni letterarie”. Il bel libro è il frutto eloquente e maturo uno dei segni di questo nostro tempo, che pur così caratterizzato dalla secolarizzazione e ritenuto, da qualcuno, come irrimediabilmente estraneo a Dio, mostra tuttavia un nuovo interesse per la santità, cioè per un modo esigente e più autentico di pensare e vivere la vita cristiana”.
Dodici pregevoli icone, realizzate da Gustavo Costanzo, già monaco melchita della Laura Netofa, presso il lago di Tiberiade, ad ovest del Monte Tabor, in Terra Santa, compongono il ciclo iconografico dell’opera.
Impreziosiscono il libro ( ben mille pagine) i caratteri di stampa in rosso e in nero, la veste tipografica, le misure del volume, la carta pregiata avoriata, la copertina in marocchino rosso. Il tutto si rifà ai libri liturgici pubblicati dalle varie Conferenze Episcopali del mondo.
Ora che l’anima del Papa polacco è salita al cielo, l’opera di Cristina di Lagopesole, per la sua profonda spiritualità e il sacro lirismo, costituisce senza dubbio il più alto segno di devozione, di omaggio e un viatico per la santità del defunto Sommo Pontefice.

Micheel Traficante


Cristina di Lagopesole, laureata in Pedagogia con indirizzo filosofico, poeta sacro, innografo, omileta, scrittore di Filotee, esegeta ed ermeneuta delle Sacre Scritture, saggista, direttore della redazione lucana della casa editrice Pietro Lacàita di Manduria-Bari-Roma, direttore del “Centro Studi Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture (PZ) dal 1991 al 1999; membro del “Centro Annali per uno studio sociale della Basilicata” di Rionero in Vulture (PZ) dal 1981 al 1986; socio onorario della “Fondazione Federico II Hohenstàufen” di Jesi nel corso della sua esistenza ha pubblicato 23 libri e molti articoli su riviste e quotidiani nazionali ed esteri. Collabora con le università di Monaco e di Helsinki.
Sulle sue opere, musicate e tradotte in latino (liturgico e classico), greco (liturgico e moderno), tedesco, inglese, francese, grecanico, hanno scritto critici illustri su quotidiani italiani ed esteri e su riviste qualificate.
Conferisce in convegni e università, pronuncia omelie ed inni sacri nelle chiese, promuove incontri ecumenici, esercita il ministero della predicazione.
Ha conseguito oltre cento Premi ed è presente in numerose antologie.
Vive in un eremo ai piedi del Sacro Monte del Carmelo e del castello federiciano di Lagopesole (PZ), luogo elettivo da cui ha tratto il nome distintivo, presso il quale ha elevato per grazia un santuario, consacrato e dedicato al Divin Crocifisso il 14 settembre 2001, meta di pellegrini, giardino di ascesi e di incontro, di silenzio elianico.

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