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LA STORIA INFINITA DELLA FERROVIA LUCANA

In un libro di Franco Cacciatore ricostruito il tormentato iter della realizzazione

Sembra tornato di attualità il problema dei collegamenti ferroviari che interessano la Basilicata. Le inadempienze dell’Ente ferroviario(Trenitalia), denunciate dall’assessore regionale alla Viabilità e alle Infrastrutture Rosa Gentile, fanno il paio con le lamentele degli utenti della tratta ferroviaria Potenza - Foggia che subiscono disservizi non più accettabili.


A rinfrescare la memoria sulla questione ferroviaria della nostra regione ci ha pensato il collega Franco Cacciatore con la pubblicazione di un interessante libro dal titolo significativo “ La storia infinita della ferrovia lucana ( 1865-1897)”. Una ricostruzione storica puntigliosa e dettagliata del tormentato iter legislativo e burocratico che ha portato finalmente alla realizzazione della tratta ferroviaria Candela-Santa Venere – Melfi – Rionero - Potenza. Quasi trent’anni di lotte, di impegno e di non poche cocenti delusioni affrontate da uomini di altro stampo come l’on Floriano del Zio, rappresentate del Collegio di Melfi e successivamente dall’on.Giustino Fortunato.
“Lo studio di Franco Cacciatore - scrive Raffaele Nigro nella introduzione al volume – porta a compimento un lavoro pubblicato nel 1966 da Michele Traficante su “Le ferrovie ofantine tra il 1892 e il 18997”. Il quel testo - aggiunge Nigro - Traficante difendeva l’impegno profuso da Giustino Fortunato e da Giuseppe Catenacci per portare la ferrovia da Rionero a Potenza e sfatava l’accusa secondo cui Fortunato si sarebbe battuto in Parlamento per proprio tornaconto, per il solo scopo cioè di favorire il territorio del proprio elettorato e dunque per ragioni clientelari”.
Al contrario, quei nostri illustri parlamentari si sono battuti solamente per una questione di giustizia, chiedendo allo Stato unitario di interessarsi alle condizioni di isolamento in cui si trovava la nostra regione. E non fu cosa facile poiché come sostiene sempre Raffaele Nigro “ che importanza poteva rivestire per l’economia nazionale una ferrovia di servizio interna a una regione povera, sconosciuta, lontana da Roma, da Firenze e da Torino, i luoghi dove la capitale del Regno sarebbe stata portata di volta in volta?” Si comprendono così le resistenze frapposte dagli organismi governativi e la caparbietà dei nostri parlamentari Del Zio e Fortunato nel portare a buon fine la realizzazione della ferrovia. In questa azione, che possiamo definire titanica e nel momento cruciale del suo percorso, si è aggiunta la passione e la lungimiranza tecnica di un altro illustre figlio di questa terra, l’ing. Michele Mancini di Melfi.
“Una pagina politica interessante dunque – sostiene Raffaele Nigro – questa che ci offre Cacciatore , uomo attento e sempre schierato in prima linea nella difesa della propria terra, una indagine che io spero non resti isolata”.
Il libro di Franco Cacciatore è stato presentato nei giorni scorsi a Melfi, presso il locale dell’Università Popolare ubicato nel prestigioso edificio del Centro Culturale Nitti.
L’interessante incontro culturale è stato introdotto dai saluti di Rosa Zinni Berardi e da Giuseppina Carbone, rispettivamente presidente e vicepresidente della locale Università Popolare, le quali hanno evidenziato l’attualità della pubblicazione a testimonianza che, ieri come oggi, si incontra una serie interminabile di ostacoli che si frappongono alla crescita della regione. E’ seguito l’intervento del consigliere regionale e già sindaco di Melfi Ernesto Navazio che ha plaudito all’iniziativa e al libro di Franco Cacciatore che porta a conoscenza un capitolo della storia della regione non completamente noto a tutti. Anche l’assessore provinciale Francesco Pietrantuono, nel suo breve intervento, ha posto l’accento sull’impegno dell’autore volto a scoprire una storia a volte dimenticata dalla comunità lucana. Ha anche annunciato la presentazione nel prossimo anno di un’altra ricerca di Cacciatore sui toponimi Lucania e Basilicata che sarà pubblicata a cura della Provincia.
Ad illustrare il contenuto del libro è stato Gaetano Fierro, già sindaco di Potenza, consigliere e assessore regionale. Egli, da attento studioso, in un lungo exursus sui protagonisti della “grande” avventura della ferrovia in Lucania che in un percorso ultratrentennale si sono battuti per rivendicare il giusto diritto della linea ferrata nella regione. Grazie all’opera di Franco di Franco Cacciatore si è rivissuto il grande slancio di Floriano del Zio che si è speso sin dalla sua lezione a deputato nel 1865 per la sua “ferrovia dell’Aufido; le sue ansie, le sue delusioni per le tante promesse non mantenute e finalmente la realizzazione del tratto ferroviario lucano, “cenerentola della rete nazionale. A cui si aggiungerà l’altrettanto ampio impegno di Giustino Fortunato, eletto parlamentare nel 1880. Ed infine il grane apporto di Michele Mancino, ingegnere di Melfi, che con un suo progetto sconfisse i tecnici governativi che avevano previsto una linea che escludeva il Melfese e aveva come capolinea Vaglio e Baragiano, anziché Potenza. Non ha mancato Fierro di fare dei parallelismi con i molti”tradimenti” di oggi a danno della Basilicata.
Antonio Scola, titolare delle Edizioni TARSIA e presidente del Centro UNLA di Melfi, ha dichiarato di aver subito creduto nell’utilità del saggio sulle ferrovie di Cacciatore perché ripercorre con ricchezza di documenti una delle storie”infinite” della regione. Ha posto altresì l’accento sulle difficoltà dalle nostre parti di fare cultura per mancanza di finanziamenti e scarso interesse.
A conclusione dell’incontro Franco Cacciatore ha tracciato un po’ l’iter che l’ha portato a scoprire i personaggi del Zio e Mancini e la loro opera da molti ignorata. E’ partito da una lontana commemorazione di “Don Floriano” nel 1964, nel cinquantenario della sua morte, da parte di Tommaso Pedio. Da allora è iniziata una continua ricerca e il ritrovamento di atti parlamentari dimenticati, di documenti polverosi e fogli della stampa dell’epoca.
La documentazione relativa a Mancini la si deve alla cortesia dei pronipoti Ciasca che svelano aspetti del personaggio sia come patriota e sia come sindaco di Melfi.
Il libro riporta scritti del Fortunato, insieme ai due melfitani, infaticabile protagonista nella vicenda ferrovia. Infatti, è lui a riconoscere e a scrivere:
“Quello che non fecero provincia e governo, fu compiuto da un uomo solo, l’ingegnere Michelangelo Mancini, il cui nome nell’animo delle popolazioni del Melfese, non è possibile vada scompagnato da quello dell’On.Floriano Del Zio”. E Giustino Fortunato commemorando al Senato Floriano Del Zio il 26 febbraio 1914 chiuse con queste commoventi parole:” Possa l’immacolato suo spirito alitare ognora benefico intorno a me e a tutti di mia e di sua terra natale, non mai immemori, io spero, che nessun rimprovero ci colpirebbe tanto acerbo quanto quello di non essere stati abbastanza degni di lui”. E pensare che Giustino Fortunato, superandolo nelle elezioni politiche del maggio 1880 ( 560 voti contro 404) era succeduto proprio a Floriano Del Zio al Parlamento nel Collegio elettorale di Melfi. Altri tempi, altri uomini politici!
“Oggi, ha concluso l’autore, tutto quell’impegno e le tante certezze di riscatto nella realizzazione della ferrovia, appaiono vanificate a causa del continuo abbandono in cui giace l’intera linea ferrata lucana.
L’importante incontro culturale è stato piacevolmente intervallato dal concerto del duo Angelo Ruggieri (flauto) - Giuseppe Del Plato (chitarra) che ha offerto al folto ed attento pubblico una superlativa esecuzione di raffinate composizioni di Paganini ( Serenata, Capriccio 24 e Tarantella, brano quest’ultimo molto apprezzato da Cacciatore nel visitare la terra del Vesuvio.
Per tale occasione i due bravi musicista hanno presentato in prima mondiale un CD con musiche di Niccolò Paganini.

Michele Traficante

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