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Documenti: Rionero - Quartiere Villa Granata





 

Potenza, 28 Settembre 2010
Arch. Paola Raffaella David
Soprintendente per i Beni Ambientali
E Architettonici della Basilicata
Via dell’Elettronica 7
85100 POTENZA

Oggetto: salvaguardia monumentale della “Villa Granata” – Rionero in Vulture (PZ)

Le scriventi Ola, Organizzazione Lucana Ambientalista e Associazione Culturale “V. De Sica” di Rionero in Vulture, Le chiedono, nel caso che Codesta Soprintendenza non abbia già provveduto, l’attuazione dell’iter per la dichiarazione di interesse pubblico con l’emanazione del vincolo monumentale di cui la legge 1 giugno 1939, n. 1089 e s.m.i. per l’edificio e le aree circostanti l’edificio storico denominato “Villa Granata” (XVIII- XIX secolo) , situati in Rionero in Vulture (PZ), a sud del centro abitato, lungo la direttrice per Atella.
La nostra richiesta è motivata dalla necessità ed urgenza di salvaguardare, in vista anche di auspicabile restauro e recupero funzionale dell’edificio oggi inserito in un contesto urbano degradato, di un manufatto storico di indubbio valore storico ed ambientale che attualmente versa in un grave stato di abbandono ed esposto, assieme all’area circostante, oltre che all’incuria, anche a possibili abbattimenti per far posto all’espansione urbanistica ed un uso improprio dell’area.
Sarebbe davvero una grave perdita consentire che ciò avvenga, privando così la collettività di un elemento architettonico di pregio, testimonianza di un passato agricolo e rurale del territorio del Vulture, con particolare riferimento alla storica coltivazione della vite e del vitigno di pregio dell’Aglianico del Vulture. Villa Granata, già possedimento dell’omonima famiglia dedita alla coltivazione della vite sin dalla fine del 1700, divenne nel primo ventennio del 900, sede di un Istituto agricolo dedicato a “Giustino Fortunato” con la finalità di migliorare ed incrementare la coltivazione della vite e la produzione vinicola locale.
Alleghiamo in proposito una scheda sintetica che mostra, dal punto di vista fotografico e descrittivo, le particolarità dell’edificio fortificato contornato da quattro torri angolari, con annesso podere e resti di opere edilizie probabilmente a servizio dell’azienda agricola.
Certi che Ella attivi con urgenza l’iter del provvedimento, restiamo a disposizione per eventuali chiarimenti e per sopralluoghi, in attesa di un Suo cenno di riscontro, Le porgiamo cordiali Saluti
Armando Lostaglio                                                   Pietro Dommarco
Dir. Art. Cineclub “V. De Sica”                              Coordinatore – Ola
 
Immagine n. 1 (tratta da “La Basilicata com’era” di L. Luccioni – foto anno 1926)

SCHEDA SINTETICA – VILLA GRANATA – RIONERO IN VULTURE
Descrizione
L’edificio (XVIII-XIX secolo) denominato Villa Granata appartenne, sin dalla fine del 1700, all’omonima famiglia di Rionero in Vulture dedita all’agricoltura ed alla coltivazione della vite. Si ha notizia che il podere con l’annesso edificio a pianta rettangolare con quattro torri angolari che si sviluppa su due livelli. Mostra tutte le strutture del tetto, mentre completamente assenti sono gli infissi e diversi elementi in pietra di porte e finestre. La Villa appartenne, così come i terreni situati in destra del fosso del “Rivo Nigro”, alla famiglia che diede i natali a Luigi Granata (Rionero, 11 novembre 1776- Napoli maggio 1841), studioso di scienze naturali, professore di Agronomia e Scienza silvana nella Reale Scuola , socio dell’Accademia Pontiana e della Real Società Agraria di Torino, nonché autore di numerosi studi tra i quali ”teorie elementari per gli agricoltori” cui seguirono, editi nel 1830, un trattato in due volumi “sull’Economia per il Regno di Napoli” ed un saggio “sui mezzi onde migliorare l’economia rustica del Regno di Napoli” ed altri numerosi studi.
Nel 1922 Villa Granata ospitò l’Istituto “Giustino Fortunato”, in cui vennero istituiti corsi professionali per l’istruzione dei viticultori e dei contadini diretti da eminenti professori e studiosi. Diede impulso all’istituzione della scuola il senatore del Regno Giustino Fortunato. Egli incoraggiò l’Opera Nazionale Combattenti, Ente sorto per aiutare i reduci della I guerra mondiale e le loro famiglie. Fortunato intese così salvare i vigneti del Vulture, attraverso un’azione di studio, di indagini sperimentali sulla diffusione della fillossera, all’indomani del primo conflitto mondiale. Intorno all’Istituto Giustino Fortunato si estendevano nove ettari di terreno, in cui furono impiantate, a più riprese, viti americane e piante da frutto, che costituirono magnifici barbatellai e vasti vivai di piante fruttifere. Si ha notizia che le “barbatelle si rilevarono miracolose e sollecitarono l’immediato interesse degli agricoltori, per cui l’Istituto fu costretto a produrre ogni anno oltre centomila barbatelle di viti ed una decina di migliaia di piantoni da frutta. L’Istituto G. Fortunato svolse, per alcuni decenni, una preziosa azione, utile e concreta per l’agricoltura viticola e fruttifera della zona; si distinse inoltre per le indagini pedologiche, per i suoi studi più disparati sulla cultura delle viti, per le ricerche effettuate in Italia e all’estero, per i continui sussidi informativi offerti ai viticultori e frutticultori della zona del Vulture”.
Due cartoline datate rispettivamente 31 agosto 1926 e 18 marzo 1927 (vedi riproduzioni 1 e 2) mostrano l’Istituto Giustino Fortunato all’epoca del suo massimo splendore. Evidenziano (immagine n.1) il viale e la casina dell’Istituto, contornate da vigneti con la dizione “Saluti da Rionero in Vulture – Istituto Giustino Fortunato – Opera Nazionale Combattenti” e l’estensione dei filari dei vigneti con la tipica formazione “a capannuccia” con il vitigno locale innestato su ceppo americano (immagine n.2) con la scritta a margine della cartolina “Rionero in Vulture (Basilicata) – Opera Nazionale Istituto G. Fortunato – per il progresso della viticultura del Vulture – vigneto su ceppo americano al 2° anno d’impianto”. Il commento a margine delle due cartoline riportate nel testo edito da Luigi Luccioni riporta il commento “opera istituita da Giustino Fortunato, finalizzata alla lotta contro la fillossera, un parassita della vite che compromette la validità dei vigneti, attaccando prevalentemente le foglie e molto meno l’apparato radicale delle viti americane, mentre l’inverso accade per le viti europee. Il Commento dell’autore L. Luccioni evidenzia l’inesistenza di Villa Granata agli inizi degli anni 80: un errore questo smentito dalle foto realizzate nel mese Settembre 2010 (vedi foto).
Dal repertorio fotografico e dalle sintetiche ma significative testimonianze emerge l’importanza culturale e storica del monumento. Richiama la necessità e l’urgenza di salvaguardare, in vista anche di auspicabile restauro e recupero funzionale dell’edificio, oggi inserito in un contesto urbano degradato, un manufatto storico di indubbio valore monumentale ed ambientale che attualmente versa in grave stato di abbandono ed esposto, assieme all’area circostante, oltre che all’incuria, anche a possibili abbattimenti con cambio di destinazione d’uso dell’area per far posto ad insediamenti abitativi ed espansione urbanistica.

T. Pedio, Storia della storiografia lucana, Edizioni Osanna, Venosa, 1984
Enzo Cervellino, Regio Vulturis, il Vulture, Rionero e Atella Edizioni Osanna, Lavello,marzo 2003
Luigi Luccioni, la Basilicata com’era, Edizioni Atena, Roma, s.d.


Immagine n. 2 (tratta da “La Basilicata com’era” di L. Luccioni - foto anno 1927)

Villa Granata (tratta dal testo Regio Vulturis di Enzo Cervellino – foto anno 1930)
Villa Granata (tratta dal testo Regio Vulturis di Enzo Cervellino – foto anno 1997 ?)

coordinate: 40°55'6.45" N - 15°40'13.68" E - Sistema di riferimento: WGS84 - Lat. e Lon

Urge la salvaguardia monumentale di Villa Granata a Rionero
Rionero in Vulture. Con una nota inviata all’arch. Paola Raffaella David, Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici della Basilicata, l’Organizzazione Lucana Ambientalista (OLA) e il CineClub Vittorio De Sica – Cinit hanno chiesto (qualora non l’avesse già fatto) l’attuazione dell’iter per la dichiarazione di interesse pubblico con l’emanazione del vincolo monumentale di cui la legge 1 giugno 1939, n. 1089 per l’edificio e le aree circostanti l’edificio storico denominato “Villa Granata” (XVIII- XIX secolo) , situati a sud del centro abitato, lungo la direttrice per Atella.
La richiesta è motivata dalla necessità e dalla urgenza di salvaguardare un manufatto di indubbio valore storico ed ambientale che attualmente versa in un grave stato di abbandono ed esposto, assieme all’area circostante, oltre che all’incuria, anche a possibili abbattimenti per far posto all’espansione urbanistica ed un uso improprio dell’area. Di tale emergenza, è stato realizzato un video a cura di OLA e dello stesso CineClub De Sica, che circola da qualche giorno sul sito di OLA e che dovrebbe circolare in circuiti festivalieri sul tema.
Sarebbe davvero una grave perdita consentire che ciò avvenga, privando così la collettività di un elemento architettonico di pregio, testimonianza di un passato agricolo e rurale del territorio del Vulture, con particolare riferimento alla storica coltivazione della vite e del vitigno di pregio dell’Aglianico del Vulture. Villa Granata, già possedimento dell’omonima famiglia dedita alla coltivazione della vite sin dalla fine del 1700, divenne nel primo ventennio del 900, sede di un Istituto agricolo dedicato a “Giustino Fortunato” con la finalità di migliorare ed incrementare la coltivazione della vite e la produzione vinicola locale.
L’edificio, denominato Villa Granata, appartenne sin dalla fine del 1700 all’omonima famiglia di Rionero in Vulture dedita all’agricoltura ed alla coltivazione della vite. Il podere si distende su una vasta area, con l’annesso edificio a pianta rettangolare con quattro torri angolari che si sviluppa su due livelli. Attualmente mostra tutte le strutture del tetto, mentre completamente assenti sono gli infissi e diversi elementi in pietra di porte e finestre. La Villa appartenne, così come i terreni situati alla destra del fosso del “Rivo Nigro”, alla famiglia che diede i natali a Luigi Granata (Rionero, 11 novembre 1776 - Napoli maggio 1841), studioso di scienze naturali, professore di Agronomia e Scienza silvana nella Reale Scuola , socio dell’Accademia Pontiana e della Real Società Agraria di Torino, nonché autore di numerosi studi tra i quali ”teorie elementari per gli agricoltori” cui seguirono, editi nel 1830, un trattato in due volumi “sull’Economia per il Regno di Napoli” ed un saggio “sui mezzi onde migliorare l’economia rustica del Regno di Napoli” ed altri numerosi studi.
Nel 1922 Villa Granata ospitò l’Istituto “Giustino Fortunato”, in cui vennero istituiti corsi professionali per l’istruzione dei viticultori e dei contadini diretti da eminenti professori e studiosi. Diede impulso all’istituzione della scuola il senatore del Regno Giustino Fortunato. Egli incoraggiò l’Opera Nazionale Combattenti, Ente sorto per aiutare i reduci della I guerra mondiale e le loro famiglie. Fortunato intese così salvare i vigneti del Vulture, attraverso un’azione di studio, di indagini sperimentali sulla diffusione della fillossera, all’indomani del primo conflitto mondiale. Intorno all’Istituto Giustino Fortunato si estendevano nove ettari di terreno, in cui furono impiantate, a più riprese, viti americane e piante da frutto, che costituirono magnifici barbatellai e vasti vivai di piante fruttifere. Si ha notizia che le “barbatelle si rilevarono miracolose e sollecitarono l’immediato interesse degli agricoltori, per cui l’Istituto fu costretto a produrre ogni anno oltre centomila barbatelle di viti ed una decina di migliaia di piantoni da frutta. L’Istituto G. Fortunato svolse, per alcuni decenni, una preziosa azione, utile e concreta per l’agricoltura viticola e fruttifera della zona; si distinse inoltre per le indagini pedologiche, per i suoi studi più disparati sulla cultura delle viti, per le ricerche effettuate in Italia e all’estero, per i continui sussidi informativi offerti ai viticultori e frutticultori della zona del Vulture”.
Due cartoline datate rispettivamente 31 agosto 1926 e 18 marzo 1927 (vedi riproduzioni 1 e 2) mostrano l’Istituto Giustino Fortunato all’epoca del suo massimo splendore. Evidenziano (immagine n.1) il viale e la casina dell’Istituto, contornate da vigneti con la dizione “Saluti da Rionero in Vulture – Istituto Giustino Fortunato – Opera Nazionale Combattenti” e l’estensione dei filari dei vigneti con la tipica formazione “a capannuccia” con il vitigno locale innestato su ceppo americano (immagine n.2) con la scritta a margine della cartolina “Rionero in Vulture (Basilicata) – Opera Nazionale Istituto G. Fortunato – per il progresso della viticultura del Vulture – vigneto su ceppo americano al 2° anno d’impianto”. Il commento a margine delle due cartoline riportate nel testo edito da Luigi Luccioni riporta il commento “opera istituita da Giustino Fortunato, finalizzata alla lotta contro la fillossera, un parassita della vite che compromette la validità dei vigneti, attaccando prevalentemente le foglie e molto meno l’apparato radicale delle viti americane, mentre l’inverso accade per le viti europee. Il Commento dell’autore L. Luccioni evidenzia l’inesistenza di Villa Granata agli inizi degli anni 80: un errore questo smentito dalle foto realizzate nel mese Settembre 2010 (vedi foto).
Dal repertorio fotografico e dalle sintetiche ma significative testimonianze emerge l’importanza culturale e storica del monumento. Richiama la necessità e l’urgenza di salvaguardare, in vista anche di auspicabile restauro e recupero funzionale dell’edificio, oggi inserito in un contesto urbano degradato, un manufatto storico di indubbio valore monumentale ed ambientale che attualmente versa in grave stato di abbandono ed esposto, assieme all’area circostante, oltre che all’incuria, anche a possibili abbattimenti con cambio di destinazione d’uso dell’area per far posto ad insediamenti abitativi ed espansione urbanistica.
Armando Lostaglio
CineClub De Sica - Cinit








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