📰 L'Opinione di Marco Lombardi: Non c'è pace (fiscale) per gli onesti

Quando il cittadino onesto sente parlare di "pace fiscale", gli viene subito un travaso di bile. Trattasi infatti di condono, totale o quasi, delle piccole pendenze verso il fisco, debiti di qualche centinaia o al massimo poche migliaia di Euro.

Nel programma elettorale del centro-destra se ne prevede uno per cartelle esattoriali fino a tremila euro ma, sia ben chiaro, questo tipo di intervento non ha una matrice politica definita, poiché in passato ha riguardato governi di ogni colore. La filosofia di fondo è che lo Stato spenderebbe di più a gestire la pratica di riscossione che a cassarla del tutto. Ma ecco chi sono i debitori, o più propriamente gli evasori, che in larga parte beneficiano di tale grazia calata dall'alto: si tratta di coloro che non hanno pagato l'IMU, l'IRPEF, l'IRES, l'IVA, il canone RAI, le multe stradali, il bollo auto o altre imposte comunali e regionali. Insomma non il povero imprenditore vessato dal fisco vampiro che viola la legge per saldare i fornitori e mantenere attività e lavoratori dipendenti, ma il cittadino comune che fregandosone delle regole si permette tutti quei piccoli o grandi vizi della quotidianità, auto di grossa cilindrata, abiti e cene costose, la villeggiatura, mentre accanto a lui c'è chi, pagando magari anzitempo tutte le proprie pendenze, rinuncia a buona parte di ciò che si possa definire superfluo e si domanda, attonito, come molti italiani possano concedersi stili di vita ben superiori alla sua. Se lo domanda, ma in fondo una risposta non la vuole, perché gli farebbe troppo male; infatti, passi che il prepotente abbia la meglio secondo la legge della giungla, ma in base a quella dello Stato, no. Lo stesso sta accadendo con le bollette, che non pochi utenti non pagano mossi da egual logica furbesca, convinti che tanto poi qualcuno a Roma ci metterà una pezza. Non si faccia certo di tutta l'erba un fascio, la casistica degli evasori è senza dubbio variegata, ma a volte farebbe piacere che coloro i quali viaggiano sempre in prima classe, derubando la collettività e sbeffeggiando ciò che essi considerano la dabbenaggine degli onesti, scontassero il prezzo della loro strafottenza.