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📺 Filiano Eventi 2022. Lu Muzz'c, giornata tipica del mietitore

 

Filiano 17 agosto 2022 

Quanto resta, oggi, del patrimonio tradizionale della nostra società rurale? “Sono questi gli ultimi echi d’un vecchio mondo, cui noi già diciamo addio per sempre, son gli ultimi ricordi di tempi, ch’eran pure sì belli nella loro semplicità e nelle loro costumanze gioconde e pittoresche.

La vita, sfrondata delle antiche illusioni ed abitudini, si fa seria e monotona, e a noi, figli del secolo delle macchine e del materialismo, non resta che un vuoto, un «desiderio vano di bellezza antica».”, così significava lo storico maceratese Domenico Spadoni nel 1899. Lu-muzzc Al pensiero dello Spadoni fa eco l’antropologo Ernesto De Martino che agli inizi degli anni ’50 scriveva: “L’attuale risveglio di interessi per la vita culturale tradizionale delle classi popolari ha bisogno di essere ancora metodologicamente fondato, e di giustificarsi in modo serio e persuasivo di fronte alla cultura nazionale. Perché, oggi, dobbiamo raccogliere il nostro «folklore», o, come direi meglio, il nostro materiale etnologico nazionale? Perché dobbiamo studiarlo?”. La risposta. Dobbiamo raccogliere il nostro «folklore» perché il patrimonio culturale della società rurale agricola e contadina, con la scomparsa degli ultimi depositari di quanto resta del suo patrimonio originario, non sparisca nel nulla. Dobbiamo raccogliere quel patrimonio perché possa essere consegnato alla storia dell’uomo, studiarlo perché è l’unico modo per penetrarlo e intenderlo ed è l’unico modo corretto d’approccio per chi non ha vissuto la cultura popolare dal di dentro quand’essa era ancora pienamente vigente. Però, avvertiva De Martino, “il folklore non è solo tradizione, memoria presente del passato, ma contiene anche motivi progressivi, vivaci riflessi delle aspirazioni attuali del mondo popolare, e accenni e indicazioni verso il futuro”. Se la spinta verso il futuro viene meno, anche la tradizione perde valore e significato, resta la pura coreografia, che non è folklore, resta un rito che, persi gli agganci con il mito, non rende più ragione del suo senso o resta un mito che, senza più tradursi in rito, diventa insignificante.

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