In merito al conflitto in Ucraina da alcuni giorni si sente parlare del riesumato concetto di guerra di civiltà , che è poi quanto presagiva Biden all'indomani della sua elezione, annunciando il ritiro dal fronte mediorentale per concentrarsi sul conflitto sinosovietico, che è poi quanto di analogo hanno fatto molti suoi predecessori.
Non so se parlare di questa ipotesi significhi fare propaganda a favore di Putin, non credo. Penso invece che, dopo oltre trent'anni in cui l'asse del male si connotava dell'idioma arabo e dell'ideologia islamista, si stia strutturando una nuova dimensione da contrapporre all'occidente. La domanda è se questa ennesima evoluzione dell'allineamento amico-nemico sia l'esito di fatti e minacce concrete o se, invece, queste ultime non siano il frutto della nota profezia che si autoadempie. La risposta, se c'è, la può dare solo una analisi storica approfondita, intellettualmente onesta e soprattutto libera, che va fatta subito, prima che sia troppo tardi, anche perché i popoli, tutti e a tutte le latitudini, sono stanchi, impoveriti e disillusi e stavolta potrebbero reagire in modo inaspettato.
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