Nella Roma dell'Età Repubblicana il vir bonus, l'uomo realizzato, era colui che riusciva ad espletare appieno la triplice funzione di cittadino, soldato, contadino. Vi riesce Albio Veturio Gemino che, già reduce dalla guerra all'invasore Annibale, nell'anno 206 a.C. si arruola nel nuovo esercito in Sicilia per sfidare Cartagine in Africa. Albio, come in un diario di guerra, descrive tutto il proprio vissuto nel corso della campagna d'Africa del 204-201 a.C. Le manovre, le tattiche e gli stratagemmi degli eserciti che si combattono; venture capitate a lui e ai suoi commilitoni in cui traspare lo stato d'animo di quegli uomini in cerca di riscatto che, dopo aver lasciato per anni i propri affetti, sperano di ritornare sul suolo italico ed avere una vita dignitosa. Lunghe marce in terre esotiche, affondando i calcei nelle roventi sabbie alla scoperta di mondi nuovi e di un'umanità insolita. Il tutto attraverso il sistema peculiare a quelle remote epoche: la guerra, quel regno della morte e delle incertezze, della paura e del coraggio, che tempra le schiere di giovani armati al seguito dei propri comandanti, di Scipione l'Africano, liberatore d'Italia, archetipo dell'eroe nazionale.
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