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Schermi Riflessi di Armando Lostaglio: L’estetica dell’erranza - Incontro con Bernardo Bruno

Palazzo San Gervasio. E’ architetto, ricercatore indipendente, artista e attivista, ha sviluppato il suo lavoro tra arte, architettura e processi partecipativi. Dal ’96 usa l’alter ego di BERNYNAVIGATOR, conduce una ricerca sulla “pratica estetica dell’erranza”, traducendo in immagini (disegni, foto, video) le sensazioni provate nell’”attraversare paesaggi” (nell’accezione più ampia del termine). 

Bernardo Bruno è questo e altro ancora: pochi anni fa abbiamo realizzato – con il CineClub “De Sica” - MigrArt , una rassegna di Cinema sulle migrazioni. D al 2014 vive ed opera in Puglia, “peraltro neppure molto distante dalla mia Palazzo San Gervasio” ci dice. Utilizza il disegno e la pittura su carta e tela, anche di piccola dimensione. Dopo la laurea in Architettura conseguita a Napoli, ha collaborato , in qualità di assistente architetto, con alcuni studi di progettazione a Winchester, Southampton e Romsey . E’ stato co- fondatore dell’Osservatorio Migranti Basilicata di cui è stato attivista dal 2009 al 2016, componente della commissione pianificazione dell’Ordine degli Architetti della provincia BAT tra 2014 -2016, ha collaborato con archiEtica laboratorio di progettazione etica architettura e paesaggio. Quindi, con il gruppo DeriveMetropolitane organizza attraversamenti nei paesaggi e territori, finalizzati alla fruizione e conoscenza profonda dei luoghi, con le modalità derivanti dalla psicogeografia. E' attivista di Oil Forest League, prima libera scuola di architettura e design in Italia e di Artist for Rojava. 
 
Un ricchissimo carnet di esperienze, dunque, un fitto calendario di impegni. Parlaci di quest’ ultima tua esperienza con l’associazione Artist for Rojava 
- Il progetto di solidarietà attiva “Artists for Rojava”, è un’esperienza di impegno concreto a sostegno delle popolazioni del Rojava che ha loscopo di raccogliere fondi a favore della Fondazione delle donne libere in Rojava, martoriate dalla guerra e dalla ferocia del regime turco. L’iniziativa ebbe inizio in maniera spontanea il 13 ottobre 2019 con la realizzazione sulla spiaggia di Barletta di un intervento di Land Art impermanente. Si trattava di una scritta di 25 metri: “Save Rojava” 
 
E’ stato l’input per altre iniziative? 
- Abbiamo partecipato a diverse manifestazioni che si andavano svolgendo in Italia ed anche all’estero. Il progetto si è sviluppato con una petizione, lanciata nel gennaio 2020 sulla piattaforma Change.org “Artisti di tutto il mondo unitevi!”. http://chng.it/jmwfffrCb5 a cui ha aderito anche Zerocalcare. . In pochi giorni la petizione ha raccolto centinaia di firme da ogni parte d’Italia. Il “collettivo” “Artists for Rojava ” ha realizzato incontri, convegni ed una mostra nel Centro Polifunzionale Studenti a Bari . Nonostante un rallentamento dovuto al Covid -19, speriamo di veder quanto prima realizzate le finalità dell’Associazione. Abbiamo deciso di permettere l’acquisto diretto da catalogo chiedendo così a chi voglia sostenere il progetto di contribuire alla riuscita della raccolta fondi per l’acquisto di una clinica mobile da destinare ai territori del Rojava. https://www.artistsforrojava.org/ 
 
Ma, tornando ad un approccio piu’ personale ci dici come nasce la tua arte? 
- Dall’ osservazione del mondo che ci circonda, le sue contraddizioni che si riversano su di noi e sul nostro quotidiano essere in questa dimensione umana. La memoria ed i dubbi sul nostro passato, la storia e le trasformazioni dei contesti che ci appartengono. 
 
Quali sono gli stimoli immediati e quali quelli che provengono dalla tua formazione?
​ - E’ un continuo andirivieni, vi sono temi che si ripresentano, dubbi irrisolti e nuovi stimoli che possono essere veicolati dal quotidiano, da istanze legate al sociale. Anche la formazione ha il suo ruolo ma non è determinante. Taluni aspetti dell’impermanenza sono entrati a far parte di una modalità espressiva che è propria dei walking artist uno su tutti è l’artista Hamish Fulton che seguo con interesse.
 
Rimani sempre in stretto contatto con la tua terra e con il tuo paese di origine? 
- Uno degli aspetti che mi hanno interessato è proprio la dimensione “del transito” e della “pratica estetica dell’errare”, in parte ho guardato alle pratiche dei “situazionisti” declinandole per attraversare e conoscere territori marginali in ambito di confine tra urbano e rurale. Consapevole di essere originario di un territorio di confine tra Basilicata e Puglia, abitato storicamente da popolazioni simili pensiamo ai Dauni ma anche ai Sanniti e alle colonizzazioni romane (Venosa-Canosa) 
 
C'è sicuramente un diverso approccio e fermento artistico fra le due regioni contigue, quali sono i tuoi riscontri? 
- In entrambe le regioni ci sono dei validi artisti che fanno ricerca e riescono a far conoscere il proprio lavoro fuori dai confini nazionali ed internazionali e questo a prescindere da una carenza di spazi pubblici e privati ove poter fare ricerca. Nel meridione, in generale, ci sono varie criticità storiche per la diffusione e valorizzazione dell’arte contemporanea. In Puglia, in taluni territori, a differenza della Basilicata, c’è il vantaggio di avere delle Accademie d’Arte, degli spazi pubblici e qualche fondazione a cui poter far riferimento. In Basilicata la situazione non è rosea sia per quanto concerne il pubblico che il privato.

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