L'Opinione di Marco Lombardi. Assistenti civici: una bella opportunità
Un fragile lascito di questa quarantena stretta è lo sguardo più attento alle attività del prossimo. Non l'abituale pettegolezzo guardone, ma un legame di corresponsabilità nel destino comune. Non è stato tutto rose e fiori, ma comunque un'esperienza da utilizzare in chiave futura.
C'è stato il risvolto negativo delle ronde da balcone, di chi si è fatto giustiziere contro il passante di turno, intasando i centralini delle forze dell'ordine con segnalazioni il più delle volte esagerate o inappropriate. Negativo perché smosso unicamente dal rancore di chi, confinato in casa, doveva sfogarsi sull'untore di turno. Sciolti gli arresti domiciliari, questi inflessibili guardiani sono stati i primi a riversarsi nelle piazze, ad incontrare amici vicini e lontani in barba al distanziamento e al divieto di assembramento.
Ma c'è stato anche il risvolto bellissimo dei volontari della protezione civile e delle associazioni, che hanno messo in gioco la propria salute per aiutare i più deboli. Ci hanno portato le mascherine a casa, fatto la spesa, consegnato farmaci, accompagnato i malati a curarsi, gestito gli accessi alle aree pubbliche a seguito delle prime aperture. A loro dobbiamo tanto e quanto ci mancano ora, visto che molti sono tornati al lavoro e i bisogni sono medesimi.
Per questo l'idea dell'assistente civico non deve essere buttata a causa dell'ennesimo errore comunicativo. Non certo ronde né squadre ed è singolare che le accuse in tal senso provengano proprio da ambienti politici che a tale distorto concetto di civismo sono più vicini. Si tratta di coinvolgere per poche ore a settimana, insufficienti a giustificare un rapporto di servizio civile, men che meno di lavoro occasionale, coloro che hanno tempo e voglia di dedicarsi al prossimo. Soprattutto giovani. Quei ragazzi e ragazze che oggi associamo solo all'irresponsabilità della movida, ma che, al contrario, in queste settimane quando coinvolti in progetti solidali motivanti hanno dato prova di grande solidarietà, spesso sostituendo i volontari più anziani che per sicurezza sono rimasti a casa.
Ben venga dunque l'iniziativa degli assistenti civici, se figlia di queste premesse e soprattutto affidata alla rete delle amministrazioni locali, della protezione civile, del terzo settore. Diamo ai nostri giovani una ragione per rimettersi in gioco, o almeno proviamoci. Abbiamo tutto da guadagnare.
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