AZUKENA,
Raccolta di racconti di Antonio Messina
prefazione di Marina Monego.
Gordiano Lupi
Il Foglio Letterario
0565.45098
Casa Editrice: www.edizioniilfoglio.com
Rivista: www.ilfoglioletterario.it
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“Forse anch’io come la materia vagavo da un posto all’altro, forse anch’io viaggiavo
nel tempo, forse anch’io ero una particella di quel mondo in rovina e mi spostavo,
morivo e rinascevo. Forse la mia anima voleva migrare per cercare conforto alla sua
sofferenza, forse voleva incontrare altre anime cui chiedere aiuto. Chissà, magari ero
caduto nell’abisso, laddove la luce non giungeva, non riuscendo più a controllare la
malattia, sapendo che tutto era provvisorio e che presto sarei stato cancellato,
energia in decomposizione tra una moltitudine di altre energie che perivano tra gli
angusti passaggi della memoria. Forse non ero riuscito a parlare con la parte più
profonda di me stesso per assaporare le ultime gocce della vita, pensando
stoltamente che la morte fosse l’unica soluzione al male che mi stava succhiando le
forze. E così andavo avanti e indietro, apparivo e svanivo assieme alla materia, in un
viaggio allucinante e mortale tra i segreti della mente, soggiogato dal potere dei
cristalli e sottomesso ai voleri di due orribili grumi di vento, Sahar e Joel, i perfidi
Sacerdoti dell’antica Cattedrale di Sur.
E lì agonizzante e senza memoria, raccogliendo strani cristalli, viaggiavo tra i segreti
del pianeta Sur, un’anima errabonda in un mondo ostile, un luogo forse creato dalla
mia mente malata e sotto il vorace controllo degli adoratoti della grande divinità
della Pietra, Eddacch”.
“Non siete riusciti a educare le coscienze ad aprirsi all’inconscio
perché solo dall’equilibrio tra le due forze si ha il progresso di una
civiltà”.
Un mondo in rovina, decadente, la Terra, un pianeta cupo laddove si
muove un’umanità malata, lacerata e afflitta dalle ingiustizie, dal
male, dalla povertà; anziani infermi abbandonati al loro triste
destino, bambini malnutriti, mendicanti, scrittori e artisti: gli
emarginati, i più deboli, i più fragili moriranno tra le più atroci
sofferenze in nome della supremazia della razza superiore. Orrendi
massacri saranno perpetrati in nome di una falsa conoscenza; e lì
tra nubi soffocanti e foschie, cattedrali infestate dai pipistrelli,
cataste di luce in decomposizione, voraci grumi di vento, tra sabbia
e cristalli si muoveranno i conquistatori, gl’ignobili adoratori di un
Dio sconosciuto, Eddach, la grande divinità della pietra. E non
basteranno le magnifiche Navi del Vento, la salvifica azione di una
mutante, né il “girasole metallico dai petali rossi” a salvare la Terra.
Nei repentini viaggi tra presente e futuro, tra la vita e la morte, tra
sogni ed illusioni, l’io narrante sarà alla mercé di oscure forze
aliene, creature capaci di manipolare la mente e in grado di
commettere i più terrificanti massacri: è sarà una punizione che
come sempre si abbatterà sui più deboli, i più fragili, quelli più
esposti alla sofferenza. Sulla Terra nulla sarà mai più come prima; il
pianeta è stato avvelenato, deturpato, non restano altro che
macerie, fatiscenti necropoli, ospedali da campo, cadaveri,
montagne di cadaveri ammucchiati sulla neve, lungo sentieri
nebbiosi, tra le acque purpuree di un oceano sporco di sangue. Ma
c’è ancora speranza, lì tra le alture, nella vecchia Abbazia dei Suoni
Spenti, in uno degli ultimi monasteri cristiani, un monaco temerario
di nome Juan e una bambina di nome Azukena, unendo le forze,
riusciranno a mettere fine all’ultimo orrendo massacro e salvare
un’umanità già provata dalle guerre e dalle ingiustizie, dalle falsità
e dalla menzogna.
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