La triste vicenda di Sergio Marchionne è paradigmatica di una società dei profitti dove non c’è spazio per il dolore, purché non monetizzabile, perché ciò che conta è l'apertura dei mercati.
Che sia poi il dramma di un operaio cassaintegrato o di un amministratore delegato, poco cambia, se non nel patrimonio lasciato ai familiari (e non è poco). Ancora moribondo, di Marchionne l’azienda già ha scritto un freddo epitaffio e trovati i sostituti, nessun margine di incertezza o sbandamento. Dare un giudizio sulla sua gestione è complicato, tuttavia in quella che fu la fabbrica italiana di automobili torinesi, da stamani non c’è un manager generale nato e cresciuto professionalmente in Italia e questo forse risponde già a tutte le domande.
Che sia poi il dramma di un operaio cassaintegrato o di un amministratore delegato, poco cambia, se non nel patrimonio lasciato ai familiari (e non è poco). Ancora moribondo, di Marchionne l’azienda già ha scritto un freddo epitaffio e trovati i sostituti, nessun margine di incertezza o sbandamento. Dare un giudizio sulla sua gestione è complicato, tuttavia in quella che fu la fabbrica italiana di automobili torinesi, da stamani non c’è un manager generale nato e cresciuto professionalmente in Italia e questo forse risponde già a tutte le domande.