Con Salvatore,” l’uomo curvo” ho guidato una seicento
tutta ammaccata per le strade del paese, con Rosa la
lavandaia sono diventato “ occhi belli”. E intanto Giulia ha
dato un nome alla sorellina, ha deciso di chiamarla
Rossella. Il suo arrivo l’ha fatta diventare “trasparente”,
ma Rossella ama la sorella ed è il suo nome la prima parola
che si sforza di pronunciare.
E poi.....facciamo la conoscenza di Clementina l’amica del nonno che veste in maniera improbabile con stoffe coloratissime e ha deciso di partire per il Kenia.
E poi.....facciamo la conoscenza di Clementina l’amica del nonno che veste in maniera improbabile con stoffe coloratissime e ha deciso di partire per il Kenia.
Impariamo ad amare di Giulia il suo
“paese di mare, dove l’odore di salsedine arriva fin dentro
le case e profuma le cose”.
Dal nonno di Giulia impariamo che “ le storie, tutte le
storie, sono un poco vere, che pensarle,ascoltarle o
raccontarle fa crescere i bambini e rende più felici i
grandi.”
In “Strane storie di mare” di Daniela Valente c’è il mistero
della nascita e della morte e scarpe che : “ Ora sull’albero,
ci sono tre paia di scarpe: le mie, quelle che il nonno usava
per lavorare nell’orto e le prime scarpette di
Rossella....Siamo tutti e tre insieme, in alto, con i piedi tra
le nuvole e la testa in mezzo al mare...”.
Delicato e avvincente, il libro insegna che c’è un tempo per
tutto e la nuova sorellina non diminuirà l’amore dei
genitori per Giulia, ma lo moltiplicherà e il nonno non se
ne andrà mai via per davvero, perché le sue storie
continueranno a vivere, proprio come il suo ricordo.
Di questo libro Pino Boero ha scritto: “Il libro di Daniela
Valente ci trasporta in un territorio che io ho sempre
apprezzato, quello delle “storie incatenate”: mi trovo,
quindi, a mio agio nel leggere della casa in riva al mare
dove “alla mattina si raccontano i sogni”, della piccola
Giulia di nove anni che teme l’arrivo di un fratellino o di
una sorellina e del nonno che le racconta storie fantastiche
creando, insieme a lei, una sorta di universo, ad un tempo,
avventuroso e rassicurante. Il tratto narrativo di Valente è
efficace e sicuro come l’implicita “morale” che emerge: il
suono stesso della parola raccontata è vita, serenità,
libertà.”
“ Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna
leggere”, disse il filosofo Michel Foucault e allora cosa c’è
di più bello che regalare e magari leggere insieme ai
propri figli un buon libro come “ Strane storie di mare” di
Daniela Valente.
Fatelo i vostri figli, i vostri nipoti, i vostri alunni ve ne
saranno grati.