I produttori del made in Italy alimentare chiedono spesso al Governo di opporsi alle politiche europee più liberiste, valorizzando la qualità dei loro prodotti a partire dalla materie prime. Una volta tanto che ciò accade, con il Decreto che impone l'indicazione in etichetta dell'origine del grano usato per produrre la pasta di semola, ai grandi marchi italiani del settore non va bene.
Poiché nella pasta venduta anche dai nostri produttori una parte di grano d'importazione, in particolare il pericoloso grano canadese, è sempre, o quasi, presente, le industrie temono che tale misura si ritorca loro contro. Da qui la loro decisione di ricorrere, ed è il colmo, proprio agli organismi della Comunità Europea, affinché tutelino il loro diritto alla segretezza. Come dire, trasparenza sì, ma solo quando fa comodo.
Poiché nella pasta venduta anche dai nostri produttori una parte di grano d'importazione, in particolare il pericoloso grano canadese, è sempre, o quasi, presente, le industrie temono che tale misura si ritorca loro contro. Da qui la loro decisione di ricorrere, ed è il colmo, proprio agli organismi della Comunità Europea, affinché tutelino il loro diritto alla segretezza. Come dire, trasparenza sì, ma solo quando fa comodo.