Missione il Libia, meno tweet e più serietà
Ennesima sparata di Renzi, stavolta sull'ISIS: manderemo un contingente militare in Libia per combattere l'avanzata del califfato. Poi si è corretto, forse qualcuno lo ha ragguagliato sulla delicatezza del tema, perché i fondamentalisti religiosi sono un tantino più suscettibili di quelli sindacali.
Ennesima sparata di Renzi, stavolta sull'ISIS: manderemo un contingente militare in Libia per combattere l'avanzata del califfato. Poi si è corretto, forse qualcuno lo ha ragguagliato sulla delicatezza del tema, perché i fondamentalisti religiosi sono un tantino più suscettibili di quelli sindacali.
Saremmo
aperti all'invio di truppe, ma
solo su mandato dell'ONU e nell'ambito di una missione internazionale.
Intanto però si è scatenato il putiferio e
Gentiloni ci ha dovuto mettere la faccia, anche di fronte a un
parlamento che, giustamente, chiederebbe di essere coinvolto
sull'opzione
militare. Insomma, bisogna che il premier si dia una regolata, non si
può entrare e uscire dallo stato di guerra a colpi di
tweet, come si suol dire non stiamo a fare i giochini. Aridatece un
Andreotti, o perlomeno un Presidente della Repubblica degno di tale
nome, che tra aventini e invio di truppe, non è proprio il momento di
fare rimpatriate al paesello, seppur con volo di linea.