SONO SOLO RAGAZZINI
Dai libri di storia si apprende che, in passato, quando la cruenza della guerra restava letteralmente appiccicata alla pelle e alle vesti dei contendenti, donne e bambini ne erano esclusi. Soffrivano casomai le pene inferte dai conquistatori, dopo. La modernità a me pare abbia portato anche questo bel risultato: che l'infanzia, da età esclusa dai conflitti, ne sia diventata, sotto vari aspetti, la protagonista, ovviamente suo malgrado.
Dai libri di storia si apprende che, in passato, quando la cruenza della guerra restava letteralmente appiccicata alla pelle e alle vesti dei contendenti, donne e bambini ne erano esclusi. Soffrivano casomai le pene inferte dai conquistatori, dopo. La modernità a me pare abbia portato anche questo bel risultato: che l'infanzia, da età esclusa dai conflitti, ne sia diventata, sotto vari aspetti, la protagonista, ovviamente suo malgrado.
Fu con "Pappagalli Verdi" di Gino Strada, che per la prima volta mi
confrontai con le violenze inferte ai ragazzini, futuri adulti segnati
nel corpo e nella mente dall'odio del nemico. Stentavo a crederci.
Mutilare un bambino affinché diventasse, nel crescere, un peso per la
propria comunità, un'ombra nera incapace di contribuire allo sviluppo
sociale - c'è da considerare che in molti luoghi di conflitto il
concetto di
diversabilità è ancora lontano da immaginarsi. Figurarsi la mia
incredulità e rabbia, nell'apprendere poi che molti strumenti di morte
fabbricati specificatamente a tale scopo provenivano dalle industrie
belliche delle grandi democrazie, compresa la nostra. Da qualche anno a
questa parte, direi dalla seconda intifada - ricordo il
video del dodicenne palestinese colpito a morte da un cecchino e riverso
senza vita tra le braccia del padre -, la contabilità della guerra si
sofferma quasi esclusivamente sulle vittime minorenni e viene anche il
sospetto, più che fondato, che per qualcuno, qualche pazzo leader
militare o paramilitare, sacrificare i figli della propria gente possa
essere il male necessario per vincere, se non la battaglia sul campo,
almeno quella sui massmedia. Oggi i bambini curdi vittime delle violenze
degli islamisti iracheni, si contendono la ribalta con quelli
palestinesi uccisi dall'artiglieria israeliana, in una sorta di testa a
testa necrologico che è uno schiaffo al concetto di coscienza civile.
Intanto, poi, quante altre infanzie sono recise nel silenzio,
pensiamo al continente africano o ad alcune parti dell'Asia. E pensare
che, dopotutto, sono solo ragazzini.
Marco Lombardi
Marco Lombardi