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Evasion, notizie del libero pensiero

segnalato da agernova@libero.it

LA SCHIAVITU' E' IN ARRIVO a cura di Loris Asoli 


Gli Italiani e altri popoli europei stanno andando verso una situazione di schiavitù in casa loro? Per il giurista Paolo Maddalena, già giudice della Corte costituzionale sembrerebbe che il rischio sia molto reale, se si legge quello che espone in uno dei capitoli del suo recente libro “Il territorio bene comune degli Italiani”. Vi riporto alcuni brani significativi in proposito. 

Non siamo affatto in presenza di una ordinaria e ricorrente “crisi economica”, ma di una “crisi di sistema” provocata da un atteggiamento della finanza internazionale fortemente speculativo, che impedisce di fatto una reale ripresa dell'economia. D'altro canto, la forza dei mercati finanziari, strenuamente sostenuta dal Fondo monetario internazionale, nonché dalla Commissione europea e dalla BCE, è tale da impedire, si ripete “impedire”, che i paesi in difficoltà si risollevino economicamente, poiché a ogni minimo cenno di debolezza, questi paesi sono assaliti, non solo dalle agenzie di rating, che immediatamente li declassano, ma anche e soprattutto dalle reazioni degli stessi mercati, i quali, ritenendo meno appetibili i titoli del debito pubblico, pretendono un aumento dei tassi di interesse da pagare, giustificandolo con la minore affidabilità di questi stessi paesi, con il conseguente maggior rischio degli investitori. De deriva che un paese che ha bisogno di essere aiutato, si vede invece costretto a maggiori sforzi economici e, quindi, a sicura maggiore recessione, fino al totale default. Si può dunque affermare che i tassi del debito pubblico hanno perso qualsiasi elemento di stabilità, e che la loro sorte è decisa arbitrariamente da un ristretto gruppo di speculatori (una quindicina), che diramano ai loro “dipendenti” (che superano le 600.000 persone) le linee da seguire. Una trappola mortale che ha come fine ben esplicito, non quello di aiutare detti paesi a risollevarsi, diminuendo il debito pubblico,ma, al contrario, quello di costringerli a ulteriori misure di austerity, e quindi a ulteriore recessione e all'impossibilità assoluta di ridurre il debito, considerato che il debito può ridursi con lo sviluppo e non con la recessione. Dunque, l'obiettivo pratico e ignobile che la speculazione finanziaria si prefigge di raggiungere non è affatto la riduzione del debito pubblico, ma il suo aumento, con l'inevitabile conseguenza che i paesi in difficoltà dovranno, come del resto sta già avvenendo, svendere al miglior offerente (sia esso arabo,cinese, russo, o della mafia di qualsiasi località) il proprio territorio. Si creeranno così Stati senza territori, e cioè Stati che non saranno più Stati, ma semplicemente popoli e individui senza patria ridotti allo stato di schiavitù, le cui sorti saranno sempre più nelle mani dei cosiddetti “speculatori-creditori”. Ed è doveroso rimettere in evidenza che la “trappola”, costruita dagli speculatori finanziari, trova il suo ferreo strumento di trasmissione nelle prescrizioni europee e del Fondo monetario internazionale, evidentemente ispirate anch'esse da speculatori finanziari senza scrupoli, che ci stanno portando a morte sicura. Nessuno può negare infatti, che in questa situazione, invocare l'austerity, aumentare il peso delle imposte e delle tassazioni in genere, producendo ulteriore, sicura, recessione significa rendere matematicamente impossibile la riduzione del debito pubblico, e ci costringe a pagare,i nostri (presunti) debiti svendendo il nostro territorio, perdendo l'indipendenza nazionale, e diventando schiavi del potere finanziario. Visto che non c'è altra via di uscita, non si scappa dal dilemma, o l'Europa cambia politica, e cambiare politica significa estromettere dalle posizioni di comando la Banca centrale europea, nonché il fortemente ideologizzato Fondo monetario internazionale, ponendo al loro posto rappresentanti effettivi degli interessi di tutti i cittadini europei, oppure, perso per perso, conviene uscire da questa trappola, che bene è stata definita “trappola dell'euro”. E se l'Europa non cambia, per noi non c'è alcuna alternativa: la via è obbligata poiché la scelta è fra il protezionismo e l'inflazione alle quali ci porterebbe il ritorno alla lira, oppure la “morte sicura”, alla quale ci sta già portando questa Europa....D'altro canto le condizioni che ci avevano spinto a entrare nell'euro sono oggi venute meno. Eravamo entrati nella moneta unica, cedendo parti considerevoli della nostra sovranità, per avere bassi tassi di interesse sul debito, tassi che gli speculatori finanziari, hanno portato più volte a livelli insostenibili. In realtà la tenaglia che ci stringe è duplice: da un lato c'è la politica, del tutto irrazionale e controproducente, dell'austerity imposta dall'Europa, e avvallata dalla BCE e dal FMI, dall'altro c'è l'impossibilità di “stampare” moneta per favorire le esportazioni, come hanno fatto Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti. Questa tenaglia, azionata da poteri forti e da istituzioni europee e internazionali accondiscendenti, potrebbe davvero impedirci qualsiasi possibilità di salvezza. Per ora le misure di austerity adottate (fiscal compact, ecc.), hanno portato a elevatissime e insostenibili tassazioni lacrime e sangue, a cui ha fatto seguito una recessione economica spaventosa, che ha prodotto una rilevantissima e crescente disoccupazione, mentre, come era da prevedere, il debito pubblico, anziché diminuire,è salito in modo impressionante, portando i paesi debitori a debiti sempre maggiori,con la conclusione della svendita del loro territorio e della totale miseria.

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