Passa ai contenuti principali

Appuntamenti in Primo Piano: FESTIVAL 'PESCOROCK'



Uno degli EVENTI più importanti dell'anno in BASILICATA!
Dal Regno Unito, uno dei paladini mondiali dell'heavy metal dal 1978 ad oggi, con 6 album, PAUL DI' ANNO (primo storico vocalist degli IRON MAIDEN) Live a PESCOPAGANO (PZ) Stadio Montecalvo per il suo EUROPEAN TOUR 'The Best is back' (tre date italiane e unica nel sud) il prossimo DOMENICA 3 AGOSTO 2014 in occasione del FESTIVAL 'PESCOROCK'.






Si esibirà inoltre la cover band ufficiale degli Iron Maiden: CHILDREN OF THE DAMNED, mentre chiuderà la serata la cover band ‘I miti del rock’.
C’è ancora tempo per le band emergenti per iscriversi (entro il 25 luglio), con regolamento sulla pagina Facebook ‘Pescorocklive2’.
E’ la seconda edizione del Festival (lo scorso anno fu protagonista e ospite Pino Scotto) a cura della locale Associazione ‘Diapason’.



Paul Di'Anno, all'anagrafe Paul Andrews (Chingford, 17 maggio 1958), è un artista musicale  inglese, noto soprattutto per essere stato il cantante del gruppo musicale britannico Iron Maiden dal 1978 al 1981.

Di'Anno diede un grande contributo alla popolarità degli Iron Maiden, grazie alla sua voce possente di stampo blues.
Faccia da duro, il ciuffo irriverente, i boccoli scurissimi, il chiodo d’ordinanza, spesso e volentieri calato sul petto nudo, un’irruenza ed una rabbia immediatamente percepibili e, tutt’attorno, un manipolo di ragazzini scatenati, una testa di zombie che grondava sangue sullo sfondo, diverse schegge metalliche pronte a saturare l’atmosfera, l’ennesima serata da trionfatori: è così che Paul Di’Anno guidava da frontman i primi passi degli Iron Maiden, è così che ha impresso negli archivi della memoria un’immagine ribelle, giovanile, istantanea di un adolescente perfettamente a suo agio nei panni del macho. Di tutti i suoi colleghi è, probabilmente, quello più discusso, quello più criticato, ma anche quello che più ha subito lo scorrere del tempo, tanto che oggi è fisicamente quasi irriconoscibile, appesantito e rasato. Eppure grosse medaglie al valore stanno appuntate a pieno titolo anche sul suo petto, sia per aver dato voce ai tumultuosi albori di una leggenda, che per averne rappresentato la primissima componente visiva: ed è sempre stata un’istantanea di forza e vigore, virile con orgoglio, bardato di pelle e cuoio nonostante fosse circondato dagli spandex. Nato a Londra nel 1958, all’anagrafe Paul Andrews, il controverso vocalist britannico rivela origini per metà italiane e per metà brasiliane e scelse il nome d’arte col quale è divenuto celebre proprio in omaggio al Belpaese; la sua travagliata adolescenza lo ha visto crescere nella complicata periferia londinese. Il ragazzino ammira Bon Scott ma, per sua stessa ammissione, impugna il microfono soltanto quando si accorge quanto questo sia utile per far colpo sulle ragazze, e nel frattempo prova a lavorare come cuoco e come macellaio. Collabora con diverse band, come i Paedophiles, e viene presentato -dal drummer Doug Samson- a Steve Harris nel 1978: stando alle parole dello stesso Di’Anno, la musica degli Iron Maiden, ascoltata al pub o in sala prove dopo i primi incontri, non gli piaceva granché, ed anzi tendeva a sfotterla in compagnia dei suoi amici. Si era anche presentato all’audizione senza grande interesse, cantando Dealer dei Deep Purple e All Right Now dei Free prima di andare ad ubriacarsi, cosa che amerà fare spesso nel corso della sua esistenza movimentata: alla band piacque, ed il debutto avvenne sul palco del Ruskin Arms, sfoggiando immediatamente la sua attitudine rabbiosa. Il suo approccio punk, il look in leather ed il suo concentrato di vita burrascosa conferiscono un tocco di asprezza e durezza stradaiola al sound del combo inglese, che timbra con la sua voce ultra-rock i due primissimi album di una discografia leggendaria, Iron Maiden e Killers, che lasciavano intravedere tutta la classe e la melodia insita nelle corde di un ensemble rivoluzionario, fresco e vivace. Il debut è un colpo da knockout che spedisce nel dimenticatoio i rigurgiti del punk e promette di pensionare i dinosauri dell’hard’nheavy, rinvigorendo con forza, fluidità e struttura superiore un genere che aveva profondo bisogno di rinnovamento. L’energia sprigionata dal singer era indubbiamente incontenibile: con la sua grinta era capace di dare una marcia in più alle abrasive scorrerie dei propri compagni, mentre il suo sguardo latino ed i suoi boccoli neri lo dotavano di quel sex appeal decisivo per attirare anche nugoli di ragazzine arrapate, completamente assopite di fronte al suo torso nudo sudaticcio. 
Dal suo stile verranno influenzati artisti strepitosi: Udo delle leggende teutoniche Accept, James Hetfield dei thrasher californiani Metallica, il loro acerrimo rivale Dave Mustaine, il valido Bush degli Armored Saints, il ringhioso Phil Anselmo, persino Tom Araya e Max Cavalera, cantori di un metal sempre più estremo che ha però radici comuni. Eppure la carriera di Paul Di’Anno fu da subito minata dai suoi abusi, specchio di una personalità inaffidabile che ne sprecava le doti e rallentava l’attività della band: nel Killers World Tour si arrivò al punto di non ritorno, e lo strappo fu inevitabile.
Il 10 settembre 1981 tenne il suo ultimo concerto con la Vergine di Ferro, a Copenaghen, e si tuffò in una vita solista ancor più ingestibile e biograficamente lacunosa, infarcita di leggende metropolitane e dichiarazioni contraddittorie. Dopo lo split, Di’Anno se ne andò in vacanza in Norvegia; tornerà all’attivo e sfornerà una miriade di dischi con altrettante band, rimanendo però legato al periodo negli Iron Maiden ed alle canzoni dei primi due full length, rigorosamente riproposte fino ai giorni nostri assieme a eserciti di cover band e fedeli imitatori. Dal 2000 inizia una serie di attività concertistica con cover band locali, che variavano a seconda della Nazione: in Italia, per esempio, il vocalist si esibisce spesso e volentieri con i Children of the Damned; la cosa desta non poche critiche da chi lo accusa di campare con immobilismo su un repertorio ventennale, oltre che di non saper dare vita ad un progetto solista dalle basi veramente solide. È proprio lui a parlare di sé stesso: “C’è un momento della vita in cui, che tu lo voglia o meno, devi renderti conto che la gente vuole da te certe cose e non altre. Sono rassegnato al fatto di dover cantare i brani dei Maiden, quelli di Iron Maiden e Killers, che io lo voglia o no questo è quello che vogliono i miei fans. In Sudamerica facciamo anche concerti con dieci o quindicimila persone. Non vengono a vedermi solo perché sono stato il cantante degli Iron Maiden, ma se non facessi sentire loro almeno un paio di brani certamente non andrebbero a casa contenti. Ci sono un mucchio di persone che sembrano dimenticare che la mia voce era ed è una grossa parte del passato dei Maiden ed io sono felice e fiero del fatto che siano arrivati in alto con il mio contributo, ma come mai qualche coglione si lamenta del fatto che io continui ancora a cantare Running Free e gli altri classici della mia epoca, mentre Bruce è la fuori a cantare i primi due album, provando a clonare la mia voce, e lo ritiene accettabile”?  Il vecchio Paul possiede oggi un internet café ed un hotel-ristorante in Inghilterra, anche se la sua residenza principale è in Brasile; si è sposato per ben sei volte e vanta un numero insensato di figli e figliastri. Ha scritto un’autobiografia infarcita di storie ed avventure romanzate, cosa tipica della sua personalità e del suo ricamare sui fatti reali. C’è chi parla di una conversione all’Islam seguita, negli anni novanta, alla lettura del Corano: il diretto interessato ha però dichiarato di non aver mai seguito l’Islam, ma di aver tentato di migliorare la propria esistenza attraverso alcuni principi di quel credo, per esempio smettendo di bere; tuttavia è stato dichiarato alternativamente musulmano, cattolico, ebreo e pure aborigeno, tanto per non farsi mancare proprio nulla. Spesso ama tornare più volte nella sua vecchia Italia, dove l’affetto e le discussioni sul suo conto non vengono mai meno: ad ogni modo, è un pezzo di storia. La sua voce rimarrà per sempre su due album fondamentali della cronologia metallica mondiale, la sua vita di eccessi non smetterà mai di destare curiosità, risvegliare aneddoti, fruttare biografie e dare adito a polemiche, discussioni, controversie. Perché, alla fine, stiamo parlando di Paul Di’Anno, e allora la logica è meglio metterla da parte.

 

Post popolari in questo blog

📰 Schermi Riflessi di Armando Lostaglio: NART Arte fra natura e periferie

Roma ha celebrato l’evento NART ossia Natura Arte Roma, ideato e curato dalla storica critica e curatrice d’arte Nicoletta Rossotti. E’ un primo risultato scaturito dall’impegno prodigato con importanti collaboratori, non escluso l’appoggio di cittadini ed istituzioni sensibili a problematiche di integrazione mediante l’arte.

📺 Campomaggiore Eventi 2023: Pro-Loco Campomaggiore, Festival dell'Organetto.

  Campomaggiore, 14 Luglio 2023. Seconda Edizione Festival dell'Organetto.

📰 Appuntamenti: Turismo - Con Pollino Experience a San Valentino Rotonda diventa una love destination

 Per San Valentino Rotonda e il Pollino si propongono come una perfetta destinazione per gli innamorati che vorranno vivere un'esperienza unica e indimenticabile.