L'accoglienza dei profughi e la realtà svenduta per trenta denari
Nei
salotti e in rete riecheggia il seguente grido di scandalo: “è
un'ingiustizia che lo Stato dia agli immigrati 30 euro al
giorno”. Trattasi di notizia vera solo
nell'importo nominale, precisamente 30 euro più IVA al dì, ma falsa
per tutto il resto. Tale diaria non è consegnata in
contanti al singolo migrante, ma corrisponde alla tariffa
giornaliera per ospite riscossa dai gestori dei centri di prima
accoglienza, per lo più enti del non profit,
in base ad un appalto del Ministero dell'Interno.
Va precisato
che tali centri ospitano solo i profughi per motivi
umanitari. Essa comprende l'assistenza essenziale, più un
buono giornaliero di 2,5 euro ed una tessera telefonica di 15 euro,
unica per l'intera durata del soggiorno, sei mesi al massimo. L'unico
sostegno monetario diretto è
dunque quello dei buoni e fanno 75 euro al mese. Riguardo la ricarica
telefonica, visto che una telefonata a casa non si nega neppure agli
assassini, visti i paesi di destinazione, trattasi della soluzione meno
onerosa. A conti fatti non pare che su questo importo qualcuno possa
lucrarci, né
tra i profughi, né tra gli enti di assistenza e lo dimostra il fatto
che nostri centri di accoglienza sono ai limiti della vivibilità. Paese
bizzarro il nostro, che oggi importa profughi scappati dalle catastrofi e
senza un becco di un quattrino, ma ne esporta di profumati e ben
vestiti in fuga non dalle ingiustizie, bensì dalla giustizia.