A Pomezia una scuola con meno calorie, ma per tutti
Nella
scuola elementare di una volta il grembiulino era d'obbligo, uguale per
tutti. Nessuna griffe, anche se all'epoca non ne esistevano di
accessibili, almeno per la classe media. Oggi i bambini viaggiano con
tatuato in fronte lo scaglione reddituale, rigorosamente extra tasse,
della propria famiglia, stimabile nei costosissimi accessori messi a
loro disposizione dai genitori.
Insomma, non è certo l'accesso in mensa
ad un menù "povero" o "ricco" a creare una discriminazione che c'è e che
rimane ben visibile. Tuttavia la scuola pubblica dovrebbe perlomeno
tendere ad un concetto di pari opportunità, che inizia proprio sul
livellamento delle condizioni di partenza. Questo non vuole dire imporre
l'omologazione dei bambini verso la sobrietà dei consumi esibiti - a
rischio pure di infrazione da parte dell'authority alla concorrenza -,
ma perlomeno evitare che ulteriori differenziazioni nel servizio
pubblico erogato accentuino, anzichè limitare, le disuguaglianze di ceto
nell'interazione tra bambini. Per questo motivo, piuttosto che premiare
solo i più benestanti con il dolcetto quotidiano, sarebbe meglio
garantire a tutti un solo dessert settimanale. Meno calorie, ma per
tutti: ne godrebbe non solo l'etica, ma anche l'estetica di sagome
infantili spesso deformate da una diffusa precoce obesità.