Ma la primadonna si fa sempre aspettare
Matteo
Renzi - "Vi ringrazio di aver accettato l'invito alla
consultazione. Per quello che ci riguarda non vi chiediamo alcun
accordo vecchio stile, non siamo a chiedervi la fiducia"
Beppe
Grillo - "Mi stai spiazzando per questa gentilezza che non mi
chiedi nulla allora perché siamo venuti?".
Quando
si inizia con questo piglio, l'opera di demolizione è già bella che
fatta, il resto è cabaret. Bisognerebbe riflettere sui danni che la
trasparenza può arrecare, se imposta in luoghi eletti per natura
alla segretezza. E' amaro constatare quanto la messa in scena del sé,
in una politica che è spettacolo, prevalga sempre sul bene
collettivo. Citando da Arancia Meccanica: “è
buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto
quando uno li vede sullo schermo”. Ecco allora che la lettura della
società attuale - “Beppe esci
da questo blog,
questo è un luogo dove c'è il dolore vero delle persone, c'è
bisogno di affrontare le questioni reali” -, passa dalla
rappresentazione che rappresentanti ne danno, attraverso un mezzo
liturgico di rappresentazione, sia questo lo schermo di un televisore
o di un tablet. La concretezza delle cose è dunque sempre più
lontana, confondiamo la drammaturgia con la drammaticità, in una
situazione dove un nugolo di attori comprimari pensa solo ad ottenere
la migliore recensione. Alla fine, chissà, ci troveremo a rivalutare
lo smacchiatore di giaguari finito in centrifuga, che, forse più per
negligenza che per generosità, rimanendo attaccato alla realtà si
lasciò dileggiare in diretta streaming credendo di dialogare tra
pari con chi pari non voleva essere. Quelle preclusioni e condizioni
inaccettabili peseranno ancora a lungo.
Marco Lombardi
Marco Lombardi