SHOAH: FUMETTI PER NON DIMENTICARE
Oggi che stanno venendo meno i testimoni della Shoah si
aprono per la memoria strade nuove. L’asse di trasmissione del passato si
sposta dal versante della memoria vissuta a quello della memoria culturale.
Pertanto la possibilità di accedere alla conoscenza del passato si lega sempre
più alla mediazione dei testi narrativi. La costruzione della memoria passa
così dal terreno in cui la storia narrata coincide con l’esperienza vissuta,
dove chi racconta è anche chi ha vissuto personalmente l’evento, al terreno in
cui chi racconta non ha vissuto personalmente i fatti ma si fa carico di
trasmetterli e conoscerli in qualità di autore e lettore di un testo. Attore
della memoria diventa chi sceglie di raccontare una storia che ha riguardato
altri uomini come se fosse la propria.
Può essere il fumetto uno strumento per trasmettere la
storia alle nuove generazioni ed educare alla conoscenza ed alla memoria della
Shoah?
Ebbene, oggi la Shoah, il cui ricordo di celebra il 27
gennaio, è raccontata in una mostra “I Fumetti della Memoria. La Shoah
raccontata a strisce” che raccoglie i capolavori di maestri delle artistiche
illustrazioni, organizzata dalla Pro Loco di Filiano, in collaborazione con la
locale Biblioteca e con il patrocinio del Comune di Filiano.
La piccola mostra, in essere dal 1 febbraio e che vedrà
la sua chiusura l’8 febbraio, vede esposte strisce e copertine di diverse opere
albi, seriali o vere e proprie graphic novel, affiancati da commenti e frasi
chiave che il curatore (Vito Sabia, già autore del volume “La Shoah raccontata
dai Fumetti”, pubblicato dalla Pro Loco Filiano e dal Comune di Filiano nel
2011) ha scelto con grande cura. Si leggono e si osservano in accompagnamento a
quelle immagini di terrore che oggi accompagnano un po’ tutti e che hanno
inferto ferite profondissime anche a chi non sa cosa voglia dire quel periodo.
Vi si trovano esposti diversi fumetti seriali
insospettabili parlare di questo tema, magari attraverso un solo numero, come
Dylan Dog di Tiziano Sclavi (il titolo del numero è “Doktor Terror”), Wolverine
e Martin Mystere. Addirittura, negli Stati Uniti, anche i supereroi non hanno
fatto finta di nulla: Magneto, nemico storico di X-Men, evidenzia l’infanzia
vissuta sotto l’ombra del nazismo. Tra le graphic novel da ricordare certamente
“Maus” di Art Spiegelmann, opera biografica del vissuto del padre dell’autore,
“Auschwitz” di Pascal Croci caratterizzato da grande pathos e una profonda
documentazione storica, “Yossel April 19, 1943” di Joe Kubert, con tavole a
matita di grandissimo impatto emotivo. La metafora degli animali per raccontare
l’Olocausto trova terreno fertile anche negli anni ’40 nel volume “La Betè est
morte”, in cui Francois Calvo fa diventare Hitler un lupo. Ma c’e’ anche spazio
per i bambini, ad esempio attraverso la “Stella di Esther” di Eric Heuvel:
insegnare anche ai bambini, senza ipocrisia e senza nascondere loro la verità,
è un altro dovere. Certo, con i mezzi e le parole giuste, ma senza far finta ai
loro occhi che nulla sia successo.
Alla mostra è associato un reading visuale, condotto da
Vito Sabia destinato ai ragazzi della Scuola Secondaria di I grado, che avrà
luogo sabato 1 febbraio 2014 alle ore 9.30 presso il Centro sociale “Prof. G.
Lorusso” in Filiano.
«Il fumetto sembra – dichiara Vito Sabia - un mezzo
particolarmente adatto ad indagare la Shoah. Si tratta di un medium narrativo e
le narrazioni, che ci stanno attorno e che noi stessi partecipiamo a costruire,
sono espressione di modi di pensare e di sentire tramite cui diamo un senso
alla nostra esperienza. Si ha pertanto l’idea che il fumetto possa risultare un
valido ausilio per una cultura del ricordo anche in quanto narrazione
multimediale che intercetta potenzialità conoscitive giovanili molteplici e in
mutamento, basate sulla forza delle immagini e sull’esperienza del virtuale,
sulla velocità dei contesti spazio-temporali in cui ci si muove e
sull’interazione quotidiana con le nuove tecnologie.»