Dove
osano le istituzioni
“Questo
è un governo del bonga bonga... e la Kyenge ci vuole imporre le sue
tradizioni tribali, quelle del Congo”.
A causa di questa frase, detta ai microfoni della trasmissione
radiofonica La
Zanzara,
Mario Borghezio rischia di essere espulso dal gruppo del Parlamento
Europeo cui appartiene. I vertici del EFD, euroscettici che non sono
proprio dei damerini, ne avrebbero chiesto la testa (come ha
espressamente dichiarato il capogruppo Francesco Speroni), perché
anche per loro la misura è colma.
All'esponente leghista non è
rimasto che scusarsi in aula con la ministra e autosospendersi
[http://video.corriere.it/strasburgo-borghezio-si-scusa-il-ministro-kyenge/5093cdc2-c2ee-11e2-b767-d844a9f1da92],
forse stupido dalla reazione dei suoi colleghi europarlamentari, visto
che in Italia a lui e al suo partito è stato concesso ben altro.
Basterebbe prendersi
la briga di scandagliare anche solo gli interventi ufficiali della
Lega Nord alla Camera e al Senato,
verbalizzati e messi agli atti in quasi trenta anni di legislature
romane, per trovare volgarità assai più gravi. Sta qui, in
questo abisso tra la soglia del degno e del non degno, il vero gap che
separa
l'Italia dall'Europa. Altro che procedura di rientro per il deficit
di bilancio, il nostro paese necessiterebbe innanzitutto di una terapia
intensiva di civismo. Due aspetti, equilibrio dei conti
economici e cultura civica, che in democrazia vanno
di pari passo.