Editoriale Luciano JOLLY
SOLITUDINE E VERGOGNA
Oggi è difficile parlare di sentimenti.
Bisogna essere cauti, perché i corpi di Romeo, di Annamaria e di suo fratello Giuseppe sono ancora tiepidi di morte. I primi due, marito e moglie, si sono impiccati nel garage di Civitanova perché non avevano più risorse per vivere; il terzo, fratello della donna, si è annegato nell’Adriatico per l’orrore della scoperta.
SOLITUDINE E VERGOGNA
Oggi è difficile parlare di sentimenti.
Bisogna essere cauti, perché i corpi di Romeo, di Annamaria e di suo fratello Giuseppe sono ancora tiepidi di morte. I primi due, marito e moglie, si sono impiccati nel garage di Civitanova perché non avevano più risorse per vivere; il terzo, fratello della donna, si è annegato nell’Adriatico per l’orrore della scoperta.
Una volta i suicidi non era ammessi in chiesa. Dante, nell’Inferno, li trasforma in cespugli stecchiti. Hanno rifiutato la vita - questo era il pensiero medievale - e non sono più degni di assumere una forma umana.
Ma qui a Civitanova oggi è diverso. Le tre bare sono allineate nella chiesa di San Pietro e Paolo, e la messa funebre è officiata addirittura dal presidente della Conferenza episcopale delle Marche.
Gianfranco MONACA
I BUONI E I CATTIVI
Facevo quarta elementare ad Asti nel 1943-44. La scuola, nuovissima, era dedicata ad Arnaldo Mussolini. La mia maestra si chiamava Cleopatra Belleudi, era di Roma. In un’altra sezione la maestra era la signora Bertusi. Avevamo fatto la terza tra l’ottobre 1942 e il maggio 1943 con la divisa da “balilla”, ora iniziavamo la quarta nell’ottobre
1943, dopo le vicende del 25 aprile e l’armistizio dell’8 settembre. La notizia della caduta
del Duce fece tirare un sospiro di sollievo alla gente ormai stremata dalla guerra. Il 25 luglio ero uscito in strada senza dirlo in casa, mescolandomi per curiosità alla folla che festeggiava non capivo ancora che cosa, ma lo imparai strada facendo; si era arrivati davanti alla Casa Littoria tra un gran vociare: la gente voleva entrare, un gerarca in sahariana si era fatto ingenuamente sulla porta …
Servizio biblico
Ernesto VAVASSORI – Kata Matthaion Euangelion (13) Vangelo secondo Matteo
Matteo 5, 5-7
Beati i miti, perché erediteranno la terra
Cosa c’entrano i miti con la terra?
L’evangelista cita il salmo che si rifà ad un episodio
tragico della storia di Israele.
Gli empi sfoderano la spada e tendono l’arco
per abbattere il misero e l’indigente,
per uccidere chi cammina sulla retta via.
La loro spada raggiungerà il loro cuore
e i loro archi si spezzeranno (Salmo 37, 14-15).
I miti invece possederanno la terra
e godranno di una grande pace.
Chi è benedetto da Dio possederà la terra,
ma chi è maledetto sarà sterminato.
I giusti possederanno la terra e la abiteranno
per sempre (Salmo 37(36), 11,22,29).
Arrivati nella terra promessa, dove scorre latte e miele, questa terra era stata divisa in appezzamenti assegnati ad ogni tribù. Poi ogni tribù aveva diviso la terra secondo i clan e i clan secondo le famiglie, in modo che ogni uomo avesse un pezzo di terra.
Il possesso della terra, in oriente, sta a significare la dignità dell’individuo, che permette a lui e alla sua famiglia di condurre una vita dignitosa.
Un uomo senza terra è un uomo disonorato.
Ma qui a Civitanova oggi è diverso. Le tre bare sono allineate nella chiesa di San Pietro e Paolo, e la messa funebre è officiata addirittura dal presidente della Conferenza episcopale delle Marche.
Gianfranco MONACA
I BUONI E I CATTIVI
Facevo quarta elementare ad Asti nel 1943-44. La scuola, nuovissima, era dedicata ad Arnaldo Mussolini. La mia maestra si chiamava Cleopatra Belleudi, era di Roma. In un’altra sezione la maestra era la signora Bertusi. Avevamo fatto la terza tra l’ottobre 1942 e il maggio 1943 con la divisa da “balilla”, ora iniziavamo la quarta nell’ottobre
1943, dopo le vicende del 25 aprile e l’armistizio dell’8 settembre. La notizia della caduta
del Duce fece tirare un sospiro di sollievo alla gente ormai stremata dalla guerra. Il 25 luglio ero uscito in strada senza dirlo in casa, mescolandomi per curiosità alla folla che festeggiava non capivo ancora che cosa, ma lo imparai strada facendo; si era arrivati davanti alla Casa Littoria tra un gran vociare: la gente voleva entrare, un gerarca in sahariana si era fatto ingenuamente sulla porta …
Servizio biblico
Ernesto VAVASSORI – Kata Matthaion Euangelion (13) Vangelo secondo Matteo
Matteo 5, 5-7
Beati i miti, perché erediteranno la terra
Cosa c’entrano i miti con la terra?
L’evangelista cita il salmo che si rifà ad un episodio
tragico della storia di Israele.
Gli empi sfoderano la spada e tendono l’arco
per abbattere il misero e l’indigente,
per uccidere chi cammina sulla retta via.
La loro spada raggiungerà il loro cuore
e i loro archi si spezzeranno (Salmo 37, 14-15).
I miti invece possederanno la terra
e godranno di una grande pace.
Chi è benedetto da Dio possederà la terra,
ma chi è maledetto sarà sterminato.
I giusti possederanno la terra e la abiteranno
per sempre (Salmo 37(36), 11,22,29).
Arrivati nella terra promessa, dove scorre latte e miele, questa terra era stata divisa in appezzamenti assegnati ad ogni tribù. Poi ogni tribù aveva diviso la terra secondo i clan e i clan secondo le famiglie, in modo che ogni uomo avesse un pezzo di terra.
Il possesso della terra, in oriente, sta a significare la dignità dell’individuo, che permette a lui e alla sua famiglia di condurre una vita dignitosa.
Un uomo senza terra è un uomo disonorato.
Tempi di Fraternita’
donne e uomini in ricerca e confronto comunitario
donne e uomini in ricerca e confronto comunitario
Direttore responsabile Brunetto Salvarani
sito web: www.tempidifraternita.it
posta: tempidifraternita@tempidifraternita.it