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Segue articolo: Alcol e sesso: due “vizietti” già popolari nel Paleolitico
 “Rave party” nelle caverne

Gli uomini e le donne della preistoria assomigliavano a quelli di oggi più di quanto avessimo immaginato finora. Erano goderecci: appena ne avevano la possibilità organizzavano dei «rave party» con centinaia di persone per mangiare e bere sostanze alcoliche. E poi avevano il chiodo fisso del sesso: pare che ai maschi non dispiacesse buttare l’occhio, ogni tanto, su qualche immagine femminile erotica e, anzi, graffiavano figure di vulve sulle pareti dei rifugi di caccia, quelli usati nella vita di tutti i giorni, al di fuori del contesto rituale delle caverne segrete che facevano da luogo di culto. Alcune ricerche e scoperte recenti aggiornano il quadro in modo sorprendente.

Sui «rave party» di quasi 6 mila anni fa in Inghilterra hanno raccolto informazioni sistematiche due archeologi, i professori Alasdair Whittle dell’università di Cardiff e Alex Bayliss di English Heritage. Un luogo che citano è Hambledon Hill, nel Dorset, un rilievo che per generazioni, attorno al 3700 avanti Cristo, ha ospitato le feste degli antichi britanni. «Qui si tenevano dei grandi raduni - dice Bayliss -. Intere mandrie di bestiame venivano macellate per sfamare i convenuti. Le feste erano organizzate ogni anno fra agosto e settembre». E si beveva alcol ottenuto da vari procedimenti di fermentazione. Ma come si fa a conoscere addirittura i mesi delle baldorie? «Lo si capisce dalle condizioni delle dentature del bestiame macellato», che sono quelle tipiche della fine dell’estate.

Le tracce non si limitano a un ritrovamento isolato: Whittle e Bayliss hanno condotto uno studio sistematico con datazione di reperti al radiocarbonio in tutta l’Inghilterra, studio che ha permesso di ricostruire una carta geografica dell’espansione dell’agricoltura a partire dal Kent verso il 4050 a. C.: vi si legge la diffusione dei villaggi rurali, e anche quella dei «rave party» preistorici.
Un’altra scoperta riguarda un sito in Francia, quello di Abri Castanet. Come luogo di scavi è noto da tempo, ma è nuovo il risultato dell’esame su alcuni pezzi di roccia che vi sono stati trovati. Si è scoperto che formavano il soffitto di un riparo ed erano ricoperti di graffiti di vulve. Randall White della New York University segnala che il sito è aperto, niente più che una fenditura nella roccia, e di sicuro non era usato né come «casa» né come tempio; pieno di denti e ossa di animali e frammenti di armi, era un punto d’appoggio, di uso quotidiano, per le battute di caccia di 37 mila anni fa.
Perché i cacciatori paleolitici graffiavano vulve in quel luogo? Lo scopo cerimoniale non si può escludere, però sembra poco plausibile. Certo, è un azzardo attribuire intenzioni a persone di 37 mila anni fa, le loro motivazioni resteranno per sempre un mistero. Ma non è da scartare l’ipotesi che disegnassero simboli femminili solo per il piacere di avere quelle raffigurazioni a portata d’occhio. (La Stampa 6 Giugno 2012)

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