Segue articolo: Petrolio in Basilicata: quello che i geologi non dicono
I geologi della Basilicata al servizio dei petrolieri: tutto quel che non si deve sapere sul vero rapporto esistente tra petrolio, ambiente, risorse idriche e rischio sismico
La OLA (organizzazione lucana ambientalista) ha pubblicato la nota
dal titolo “Paolo Scandone e il convegno dei geologi: la buccia di
banana di Vito de Filippo” riferendosi ad un convegno organizzato
dall’Ordine dei Geologi della Basilicata «Ricerca, sviluppo e utilizzo
delle fonti fossili» che si terrà dal 30 novembre all’1 e 2 dicembre
prossimi.
Ecco la nota dell’OLA: “Che cosa non si fa per un posto da
sottosegretario al Ministero per lo sviluppo economico, deputato alla
gestione delle risorse minerarie in Italia e dunque posto politico
auspicato da quegli amministratori che per il petrolio si spendono e si
spandono. La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, No Scorie Trisaia
e Ambiente e Legalità, infatti, denunciano che la Regione Basilicata
sarà presente ad un convegno su «Ricerca, sviluppo e utilizzo delle
fonti fossili» con le sue massime cariche istituzionali politiche, quali
il governatore Vito de Filippo, il presidente del Consiglio regionale,
Vincenzo Folino, il vicepresidente Commissione ambiente alla Camera,
Salvatore Margiotta, e tecniche, come Donato Viggiano, direttore
generale Dipartimento ambiente, e Raffaele Vita, direttore generale
Arpab.
Le stesse personalità istituzionali che, invitate di recente dal
Comune di Grumento Nova a presenziare a un convegno scientifico sullo
stesso tema, con due professori ordinari indipendenti e un ricercatore
che da 20 anni segue l’andamento sismografico della Val d’Agri, in
maniera poco istituzionale hanno preferito non essere presenti, data
probabilmente, secondo le tre associazioni, l’inconvenienza delle
notizie che avrebbero appreso, non favorevoli alla disinformazione che
mettono in campo le società minerarie e della quale si abbevera la
politica regionale, anche grazie a convegni come questo dell’Ordine dei
geologi organizzato senza contraddittorio, nonostante la materia sia di
primaria importanza per i lucani, il loro ambiente e la loro salute.
Un convegno che si terrà dal 30 novembre all’1 e 2 dicembre prossimi,
che è tecnico e non scientifico e che, soprattutto, è di parte, perché
molti dei relatori geologi, come Etta Patacca, potrebbero essere in
evidente “conflitto di interesse” perché hanno o hanno avuto incarichi
con aziende minerarie come l’Eni, la Enterprice oil Expl, Bitish gas,
Enel, Texaco, Lasmo, Fina, Total, etc,
e perché sono presenti come relatori e, presumibilmente come sponsor, o
società di consulenza di società minerarie o le stesse società
minerarie che hanno interessi forti in Basilicata, come Paolo
dell’Aversana, Eni, Sergio Morandi, Medoil gas, A. Valentino, Consorzio
Innova – Asi, Cristiano Re, Fondazione Mattei, Pietro Cavanna,
presidente settore idrocarburi e geotermia di Assomineraria, e Davide
Tabarelli, Nomisma energia. Tabarelli è lo stesso moderatore della Copam
2011 tenutasi a Matera e Viggiano l’anno scorso, quello che a una
domanda di un cittadino sul perché a quella tre giorni di conferenza sul
petrolio non erano stati invitati ricercatori del calibro di Jeremy
Rifkin (economista) e Carlo Rubbia (fisico, premio Nobel), apostrofò i
due scienziati di fama mondiale come «persone con le quali io non ho
nulla da condividere», di fatto non rispondendo alla richiesta del
perché anche la Copam del 2001 non ebbe contraddittorio scientifico.
Ma la chicca più bella, una vera buccia di banana per il governatore
Vito de Filippo, è la presenza tra i relatori di quel Paolo Scandone,
che oltre ad essere un gettonato ricercatore per conto di studi di
società petrolifere ed energetiche, è lo stesso Paolo Scandone che in
barba al fatto che l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia
atomica non riconoscesse al sito per il deposito unico di scorie
nucleari di Terzo Cavone nessuno dei 5 requisiti necessari per la sua
realizzazione lungo la costa jonica, fu l’autore di una relazione
tecnico-scientifica che definiva Terzo Cavone «sito ottimale dal punto di vista della sicurezza», tanto da meritarsi il titolo di “scienziato del generale”.
Contro Scandone e il suo generale Carlo Jean, sono scesi centomila
lucani in piazza in un memorabile corteo e se de Filippo non se lo
ricorda, chiedesse a Filippo Bubbico.
La Ola, No Scorie e Ambiente e Legalità, pertanto, non hanno più
altre parole da dire se non far notare che questo convegno, senza
contraddittorio e con personalità troppo di parte, è la prova provata
ulteriore che la moratoria di Vito de Filippo, prevista con l’articolo
38 della L.R. 16/2012 approvato in Consiglio regionale in palese
violazione dell’art. 16 della legge nazionale sulle liberalizzazioni e
delle elementari norme di opposizione alla Via, Valutazione di impatto
ambientali, è semplicemente finta e mediatica. Buona per giocarsi
qualche punto alle prossime elezioni politiche, anche a rischio di
inquinare irrimediabilmente le sorgenti del fiume Agri perforando tra
Marsico Nuovo, Tramutola e Gorgoglione/Corleto Perticara”.
Aggiungo, a questo testo, il seguente commento.
Vista l’impostazione del convegno penso che si possa proporre di
rinominarlo “I Geologi della Basilicata al servizio dei petrolieri:
tutto quello che non si deve dire su petrolio-ambiente-risorse
idriche-rischio sismico in Basilicata”.
Prima di tutto, siamo sicuri che tutti i geologi lucani siano
d’accordo con una simile impostazione monocorde di un convegno su una
problematica che riguarda un territorio interessato da risorse idriche
superficiali e profonde di importanza strategica per l’assetto socio
economico di oggi e di domani e da tettonica attiva sismogenetica come
evidenziato dal sisma disastroso del 1857 e dalle ricerche recenti e
ancora in corso da parti di vari ricercatori di diverse università,
Cnr, Ingv? Puo’ anche darsi che sia una operazione di vertice dei
geologi lucani, frutto di una eventuale fruttuosa trattativa? Ma,
eventualmente, fruttuosa per chi? Vista l’impostazione del convegno si
prevede che il succo sarà concentrato nell’evidenziare i vantaggi
economici ed ambientali di raddoppiare l’estrazione di idrocarburi senza
alcun problema per la sicurezza ambientale, per le risorse naturali ed
ambientali e per la salute dei cittadini.
E lo dirà la scienza ufficiale! Non è una novità: scienziati
mercenari e aspiranti mercenari sono sempre pronti a servire il padrone
dicendo solo quello che si può dire!
Tanto, si tratterà di una quindicina di anni di attività e
lavorazione in loco senza controlli seri ed agguerriti tesi a tutelare
l’ambiente e i cittadini.
Dopo, chi si è visto si è visto! Se nel frattempo, come si sta già
palesando, si verificano fenomeni di inquinamento delle acque e del
suolo, chi metterà il sale sulla coda agli inquinatori?
E non passa nemmeno per la testa che mentre si stanno eseguendo attività varie e non ben conosciute, da chi deve tutelare ambiente e cittadini, nel sottosuolo dell’alta val d’Agri interessato da faglie attive sismogenetiche si possa verificare, speriamo di no, un sisma!
Vai a dimostrare che sarebbe da attribuire anche alle attività nel sottosuolo. Una schiera di mercenari sarebbe pronta a smentire!
E non passa nemmeno per la testa che mentre si stanno eseguendo attività varie e non ben conosciute, da chi deve tutelare ambiente e cittadini, nel sottosuolo dell’alta val d’Agri interessato da faglie attive sismogenetiche si possa verificare, speriamo di no, un sisma!
Vai a dimostrare che sarebbe da attribuire anche alle attività nel sottosuolo. Una schiera di mercenari sarebbe pronta a smentire!
Le conclusioni del convegno, è facile prevederlo, saranno sicuramente
a vantaggio delle compagnie petrolifere. Geologi lucani (o meglio il
loro vertice), Istituzioni varie e scienziati avvaloreranno che non c’è
niente di piu’ bello, sicuro e vantaggioso per i lucani che raddoppiare
la produzione e lavorazione degli idrocarburi. In Basilicata si può!
A vantaggio di trasparenza, con l’intento di evitare danni
irreparabili al territorio lucano, alle sue risorse naturali di
importanza strategica, alla salute dei cittadini, e al fine di
inquadrare correttamente il convegno come una occasione offerta ai
padroni del petrolio di diffondere la loro verità, ho proposto di
approfondire alcuni argomenti.
Ad esempio, il piccolo Ordine dei Geologi della Basilicata è così
ricco da sostenere in proprio le spese del megaconvegno? Noti
“mercenari” vengono a loro spese o qualcuno pagherà per loro?
Quale è la previsione di spesa e l’ordine quanto ha deliberato di
stanziare dei propri fondi? Non c’è niente di male che il convegno sia
sostenuto economicamente da sponsor: però è molto meglio che si sappia
chi pagherà.