Segue articolo: "Yacht, Ville in Sardegna e Conti Correnti Cifrati ecco il Tesoro dei Faccendieri"
LA CASSAFORTE DEI FACCENDIERI
LE CASE
in città e al mare, una Jaguar, uno degli yacht delle vacanze gratis di Roberto Formigoni, i conti correnti, e pure i vini pregiati. Sarà forse difficile arrivare ai 60 milioni di euro che la Procura vuole «riprendersi» a nome dei cittadini. MA LA lettura della lista dei beni sequestrati ieri mattina ai faccendieri della sanità è cospicua. E ricorda una famosa canzone. Quella scritta da Dario Fo nel ' 68, in cui un re piange perché «l' imperatore gli ha portato via un bel castello - ohi che baloss! - di trentadue che lui ne ha». E di conti correnti bancari a Pierangelo Daccò, faccendiere diventato multi-milionario in pochi anni, ne sono stati sequestrati 37, intestati a lui, o ai familiari, in undici istituti di credito. Daccò sembra ormai «circondato». Il blitz di ieri dedicaa lui più pagine che a chiunque altro. Gli agenti sono arrivati sino alla cantina tecnologica di un noto ristorante, Sadler, dove il buon cliente Daccò teneva a invecchiare le sue preziose, amate, ricercate bottiglie, circa un migliaio, per un valore sui 300mila euro. Quelle cassette, che fisicamente si trovano accanto all' acqua corrente del Naviglio, finiranno all' asta? E che ne sarà dei quattro appartamenti di Sant' Angelo Lodigiano? L' elenco delle abitazioni sequestrate al solo Daccò prosegue con i 6,5 vani intestati alla società Limes in via Melchiorre Gioia. Con gli 8,5 vani nella pace di Bonassola, alle Cinque Terre, con quattro terreni «qualità bosco alto». Con l' usufrutto di tre appartamenti vicini a Schina Manna, nella Sardegna di Olbia, in tutto 17 vani. Con le quote di un albergo vicino Cagliari. E con il fermo del Ferretti 33, lo yacht che si chiamava romanticamente Miamor, ora ribattezzato Amerika. È considerato dal depliant «una sorta di villa sull' acqua», e «permette un contatto con il mare amplificato nelle sensazioni e nelle impressioni». Può valere dai 3 ai 5 milioni di euro e da quando è scoppiato lo scandalo è ancorato un po' fuori mano, in quel di Ancona. È stata una mossa a sorpresa, quella decisa al quarto piano del Palazzo di giustizia. Va ad addentare il portafoglio. Va a colpire nei forzieri personali e persino nel proprio tetto le sei persone sinora accusate di aver fatto razzia dei soldi di ospedali e cliniche. Persone già provate dall' imprevista vita in una cella. Era stato il crac dell' ospedale San Raffaele, un miliardo e mezzo di euro di voragine, a far scattare la prima fase dell' indagine. Da lì i detective hanno seguito il fiume carsico di denaro, rintracciando le orme di Daccò, e arrivando in questo modo sino al palazzo della Regione Lombardia. E sempre Daccò è stato il primoa parlare delle «altre utilità» per Formigoni: delle vacanze gratis ai Caraibi; delle barche di lusso a disposizione per i due amici Memores Domini Formigoni e Alberto Perego; delle cene stellate. Con Roberto Formigoni che si lamenta per le fughe di notizie, ma che è costretto a cambiare versione sulla sostanza dei fatti, sulle sue vacanze da vip, sui favori ricevuti. In questo decreto di sequestro preventivo non mancano sorprese. Se di quei 17 vani in Sardegna Daccò ha l' usufrutto, Antonio Simone - che stava facendo carriera nella Dc prima di Formigoni, e che vide la sua carriera incepparsi causa pool Mani Pulite nel 1992 - ne ha la «nuda proprietà», pure questa sotto sequestro, così come vari conti correnti. Solo da lui, i magistrati vogliono oltre 6 milioni di euro di «maltolto». Ce la faranno? Più ricco il carniere della polizia giudiziaria per quanto riguarda Umberto Maugeri, il signore che dà il cognome alle tante cliniche. Gli vengono sequestrati quattro immobili. Un mini appartamento a Milano, quartiere Ticinese, e uno di 6,5 vani a Venezia, nelle larghe calli tra Rialto e campo San Giovanni e Paolo. Altre due case sono intestate alla società Modrone: dodici vani e box in pieno centro a Milano, in via Visconti di Modrone e sei vani, decisamente «sul» lago Maggiore, tra Ranco e Angera. Inoltre, gli vengono bloccati i conti correnti in ben quattordici banche. La «pluralità di banche» è una costante in questa indagine, come dimostrano anche gli undici istituti dove Costantino Passerino, che della Fondazione Maugeri era amministratore, teneva i conti. Gli portano via anche una Jaguar S-Type, una Bmw 320, la casa di famiglia in zona Città Studi e una cantina in via De Amicis. Una casa, di nove vani, viene sequestrata a Gianfranco Mozzali, consulente e un' altra, intestata alla figlia, viene sequestrata anche al commercialista Claudio Massimo, al quale portano via anche lo scooter del 2009. È presto per fare un bilancio dell' operazione di ieri. Lo scopo dichiarato dei pubblici ministeri è di mettere al sicuro quanto più possibile dei 69 milioni «spariti» illecitamente dalla Fondazione Maugeri, e non solo. Daccò e Simone sono stati indagati anche per le centinaia di migliaia di euro per singole consulenze, ritenute senza valore concreto: la più celebre, ed esilarante, è il già noto studio russo della vita su Marte. Ma, dicono in Procura, che senso aveva pagare tanto in cambio di nulla? A meno che, quel pagare tanto, non avesse in cambio qualche cosa di vitale per le cliniche private convenzionate: rimborsi pubblici, veloci, sostanziosi e «raccomandati» da chi aveva appoggi notevoli in Regione. (La Repubblica 17 Luglio 2012)