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Forti scosse in Emilia




IN AFRICA UN MILIONE A RISCHIO 

Ancora un'emergenza, ancora una volta in Africa, e come sempre accade a farne le spese sono soprattutto i bambini. Il segnale di SOS arriva questa volta dal Sahel, striscia di terra semideserta compresa tra Sahara e Africa tropicale, tra le aree più depresse del pianeta. In questo cuore di tenebra «oltre dieci milioni di persone soffrono per un grave stato di insicurezza alimentare,e oltre un milione di bambini sono a rischio di malnutrizione acuta grave con seri pericoli di vita», avverte Giacomo Guerrera, Presidente di Unicef Italia. È per questo che ieri l'agenzia delle Nazioni Unite ha lanciato in contemporanea in tutto il mondo la campagna di sensibilizzazione e la raccolta fondi «Emergenza nel Sahel - 1 milione di bambini a rischio- Dai l'allarme». A mettere in ginocchio questa zona del pianeta sono le precipitazioni Insufficienti e i raccolti scarsi, ma anche la difficoltà di accesso all'acqua potabile, le basse condizioni igieniche di base, e la carenza di strutture di sostegno, gli stessi fattori che causarono emergenze simili nel 2005 e 2010. Ma pure l'uomo fa la sua parte, visto che il recente colpo di Stato in Mali «aumenta l'instabilità nella regione e pone ulteriori rischi per le popolazioni sfollate nel Paese e quelle rifugiate negli Stati confinanti», spiega l' Unicef. Otto le nazioni interessate: Ciad, Burkina Faso, Mauritania, Mali, Niger e le regioni settentrionali di Nigeria, Camerun e Senegal,peruntotaledi15 milioni di persone bisognose di assistenza nel corso del 2012. Ma sono soprattutto i bambini i più esposti alla fame una piaga che contribuisce per il 35% a tutti i decessi infantili nella regione. Ogni anno nel Sahel muoiono 645 mila bimbi, 226 mila per cause legate alla malnutrizione. Cifre drammatiche che hanno spinto l'Unicef a mobilitarsi in forze con una «strategia integrata» articolata in una prima fase di risposta all'emergenza«diretta a salvare il più alto numero di vite possibile», e una seconda fase «volta ad affrontare le cause strutturali». Un impegno a tutto campo che vede l'agenzia Onu mobilitare scorte di alimenti terapeutici pronti per l'uso e per la cura della malnutrizione grave. E con un impegno diretto sul territorio come dimostra la missione del direttore esecutivo Unicef, Anthony Lake, ora in Ciad, un Paese dove almeno 127 mila bimbi sotto i cinque anni rischiano di morire, e dove incombe la minaccia della poliomielite che già lo scorso anno ha fatto registrare 130 casi, il livello più elevato di tutto il continente. Ma come spesso accade per nelle crisi si deve fare i conti con risorse limitate, con l'agenzia in grado di far fronte all'emergenzasolofinoallafinedigiugno. Dei 120 milioni di dollari necessari a finanziare gli interventi necessari, ne sono stati raccolti solo 37,6 milioni. Ecco allora l'invito ad aderire alla campagna Unicef per centrare «con pochi centesimi al giorno –spiega Guerrera - l'obiettivo Vogliamo zero», ovvero azzerare le cifre della miseria «consentendo ogni volta che scoppia un'emergenza di aiutarci a rispondere: sempre Presente!».(La Stampa, 4 Aprile 2012)

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